Hai molta fame? Mangia due mandorle e mastica bene

Dal caso della supermodella Gigi Hadid ai social: quando il controllo del cibo da parte dei genitori diventa ossessione

L’ossessione per la bellezza stereotipata e per la magrezza non accenna a diminuire e sempre più persone sono a disagio con il proprio corpo. A riportare ancora una volta il dibattito mediatico su questo tema l’hastag #almondmom, ovvero mamma mandorla, che sta coinvolgendo soprattutto su TikTok migliaia di persone.

Cos’è una mamma mandorla

La definizione è nata da una puntata del reality The Real Housewives of Beverly Hills, andata in onda nel 2013, in cui la modella Gigi Hadid si lamenta con la madre per la sua debolezza causata dalla dieta ferrea. La risposta della madre lascia sgomenti: “mangia un paio di mandorle e masticale molto bene”. La madre, Yolanda, in passato anche lei modella, ha proiettato sulla figlia la sua ansia perché il corpo di Gigi rimanga magro. Accusata sul web di essere un pessimo esempio, ha provato a difendersi sostenendo di essere stordita in seguito a un’operazione chirurgica, ma questo non è bastato a frenare le polemiche.

È sbagliato credere che solo le modelle siano vittime di una gestione alimentare sconsiderata da parte dei genitori. Quel che emerge dal dibattito su TikTok è infatti una casistica quanto mai varia e trasversale il cui comune denominatore è l’ossessione per la perfezione del corpo dei figli. La lotta al peso non conosce confini geografici o d’età ed è indubbiamente un segno dei tempi. La società accusa chi è in sovrappeso di gravare sulla sanità pubblica e di essere irresponsabile verso se stesso, apponendo una sorta di stigma.

Le figure genitoriali sono fondamentali per stabilire un rapporto sano tra benessere fisico e psicologico dei figli e la corretta alimentazione, così come lo sport, non devono creare uno squilibrio. La frase “se hai fame mangia due mandorle e mastica bene” mostra un disinteressamento alla persona allarmante.

Il parere della Presidente dell'Ordine degli psicologi della Sardegna

Abbiamo chiesto un parere alla presidente dell’Ordine degli psicologi della Sardegna Angela Maria Quacquero.

“Il mio primo pensiero va al fatto che è evidente un’identificazione massiccia del genitore con il proprio figlio: il figlio o la figlia non sono percepiti nella loro individualità, ma piuttosto come una propria emanazione, da modellare a propria immagine. Il cibo non è solo nutrimento per il corpo ma si lega fortemente alla nostra psiche, perché ha un forte valore affettivo e simbolico: negando o controllando ossessivamente il cibo un genitore può provocare molto spesso un disturbo del comportamento alimentare di cui è difficile liberarsi: succede così che il cibo, anziché essere associato ad una sana affettività, si sostituisce ad essa.  C’è qualcosa di anaffettivo e profondamente sbagliato in questo comportamento, anche perché attraverso la tavola passa anche tanta intimità e quotidianità. Pensiamo al latte materno ma anche alla condivisione della preparazione del cibo stesso come momento familiare importante per cementare i rapporti”.