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Pompei, un tesoro senza fine. Nella puntata speciale di Alberto Angela le Meraviglie sono rivelate

Il divulgatore più amato d’Italia ci porta a passeggiare nel tempo. Tra i siti più visitati al mondo Pompei non ha mai smesso di regalare sorprese agli addetti ai lavori e al pubblico

Giacomo Pisanodi Giacomo Pisano   
Pompei, un tesoro senza fine. Nella puntata speciale di Alberto Angela le Meraviglie sono rivelate

Era dedicato a Pompei lo “Speciale Meraviglie” di Alberto Angela andato in onda ieri su RAI 1. Dopo anni di scavi, restauri e nuove scoperte, la cittadina campana continua a conquistare le prime pagine dei giornali e a far parlare di sé, confermando la sua meritata fama.

Tra i siti più visitati al mondo Pompei non ha mai smesso di regalare sorprese agli addetti ai lavori e al pubblico che affolla le strade e le sale di quella che forse è la città antica più famosa al mondo. La fine della sua gloria terrena, e la tragica morte dei suoi abitanti, avvenuta nel 79 d. C. a causa di una devastante eruzione del Vesuvio, la hanno però consegnata alla sfera del mito, aumentandone il fascino a dismisura.

Colori, rumori e storie abitano le mura degli edifici prima scavati e poi riconsegnati al mondo grazie alla perizia e alla cura di archeologi e restauratori. Ed è grazie all’estrema cura con cui è gestito il parco archeologico che lo “Speciale Meraviglie” di Alberto Angela ha potuto offrire al pubblico una passeggiata virtuale e immersiva nei vicoli e nelle strade di Pompei.

Utilizzando per le riprese la tecnica del piano sequenza gli spettatori hanno potuto camminare al fianco di Alberto Angela, tra i divulgatori culturali più amati, e al direttore del parco Gabriel Zuchtriegel, e vivere in tempo reale l’esperienza di Pompei. Il percorso è iniziato dall’Odeion, il teatro più piccolo della cittadina campana, si è poi inoltrato nel dedalo di botteghe, locande e abitazioni private, ambienti termali e piazze. Facile immaginare una vita che non c’è più ma che si rinnova grazie al flusso costante di visitatori da ogni parte del globo.

In anteprima è stata mostrata anche l’Insula dei Casti Amanti, la più recente delle scoperte e interessata da un cantiere di scavo tuttora in corso. Oltre ad aver riportato alla luce altri corpi sepolti dalla cenere e dalla lava del vulcano, sono emersi anche i disegni realizzati da un bambino su una parete. Ma non è tutto. In questo speciale che merita ampiamente il nome Meraviglie è stato svelato per la prima volta un altro ambiente dipinto, e poi ancora la Casa del Larario, la Casa di Leda, la Casa degli Amorini e quella dei Vettii dalle superbe superfici interne affrescate.

Pompei è così, ti da una carezza e poi lo schiaffo. È il bellissimo e poi la morte. La nascita e la fine. È parlare di ‘loro’ e parlare di noi - ha detto Angela - ho voluto mostrarla come mai prima. Potevamo fare il solito montaggio di varie scene ma questa volta abbiamo voluto superarci: il programma è stato realizzato come se fosse una scena unica di quasi tre ore, senza tagli né stacchi, e come se la telecamera fosse i vostri occhi”.

Questa attenzione non è solo al fine di spettacolarizzare un sito già di per sé magnifico, mira anche a mostrare la fatica, l’impegno, la dedizione e il rigore scientifico con cui gli archeologi indagano, maneggiano e mostrano ambienti e reperti. “Volevamo mostrare non solo la bellezza, ma anche il lavoro – prosegue Alberto Angela - l’archeologia non è un bel vaso in vetrina ma anche tutto quello che accade prima”.

“È stata una gioia ma anche una sfida per noi del Parco Archeologico – ha detto Gabriel Zuchtriegel - Pompei è stata raccontata in mille modi, ma il vero obiettivo è quello di comunicare sempre meglio con la società".

E certamente questa grande cura e l’approfondimento di uno dei luoghi più affascinanti al mondo potrebbero essere forieri di maggiore consapevolezza di quanto la cultura e la bellezza possono fare per crescere sia personalmente che economicamente, investendo in un settore troppo a lungo trascurato e portandoci a riflettere su un passato così splendente da illuminare anche il nostro futuro

Giacomo Pisanodi Giacomo Pisano   
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