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Tiger King Tutti pazzi per Joe Exotic

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Tiger King  Tutti pazzi per Joe Exotic

Tiger King è la docu-serie targata Netflix che ha letteralmente “svoltato” il lockdown di moltissimi di noi. Uscita in America il 20 marzo, quando in Italia eravamo già in isolamento forzato da 10 giorni, ha fatto presto a diffondersi. Seguita da oltre 35 milioni di persone in tutto il mondo, Tiger King racconta la storia (incredibilmente vera) del suo protagonista Joseph Allen Schreibvogel, alias  Joe Exotic, ad un pubblico ipnotizzato ed incredulo.

La storia

5 anni fa il documentarista e ambientalista Eric Goode coadiuvato dalla producer Rebecca Chaiklin, decise di iniziare le ricerche per la realizzazione di un documentario sul mondo dell’allevamento e delle vendite di grandi felini selvatici negli Stati Uniti. Durante il suo viaggio, si imbatte nella figura di Joseph Allen Schreibvogel Maldonado-Passage, già noto al pubblico come Joe Exotic. La sua storia è talmente incredibile che Eric cambia i propri piani e decide di concentrare il  racconto su di lui.

Chi è Joe Exotic

Nato il 5 marzo 1963 nel Kansas, Joseph ha un’infanzia e un’adolescenza complicate. E’ vittima di stupro all’età di soli 5 anni e lotta per tenere nascosta la propria natura omosessuale che gli si rivela nell’adolescenza. Trasferitosi con la famiglia in Texas, diventa agente della polizia e per un periodo sarà a capo del Dipartimento di Polizia del suo paese, Eastvale. Finché un giorno un parente rivela ai genitori di aver scoperto che Joseph è omosessuale e lui vola da un ponte con la sua auto. L’episodio, che appare a molti come un tentato suicido, viene archiviato da Joseph come un inseguimento finito male. Indipendentemente dalle cause, dall’incidente Joseph ne esce piuttosto malridotto e impiegherà 5 anni per riprendersi completamente.

Nel frattempo, decide di abbandonare la polizia,  si dedicherà a molti lavori saltuari, fino ad aprire un negozio di animali con il fratello Garold. Quando improvvisamente Garold verrà a mancare, a causa di un incidente automobilistico, Joseph compra un terreno di 16 acri in Oklahoma assieme ai genitori, e nel giro di due anni lo trasforma nel Garold Wayne Exotic Animal Memorial Park. Uno zoo destinato ad ospitare grandi felini selvatici. E’ il 1999 e Joseph diventa per tutti Joe Exotic.

Quando Eric Goode incontra Joe, il parco ospita più di 1200 animali di diverse specie, moltissimi felini: tigri, leoni, puma, ecc. Animali che Joe e i suoi dipendenti tengono in cattività e spesso vendono illegalmente. Il mondo di Joe è popolato da strani personaggi che hanno dei comportamenti totalmente bizzarri, ma è proprio qui che si annidano le ragioni del successo della serie.

Joe e il suo matrimonio a tre con Travis Maldonado e John Finlay – gennaio 2014

La serie

Partiamo dall’inizio. Diciamo che siete davanti al vostro bel televisore per scegliere la vostra prossima serie. Siete incuriositi dalla storia di questo strano uomo quasi sessantenne con i capelli ossigenati e dei buchi di proiettile tatuati nel petto, che nel trailer osservate in abiti da Re mentre recita con le sue tigri. Cominciate a guardare Tiger King. Pensate che il protagonista sia un personaggio folkloristico, un eccentrico, e che desidera attirare l’attenzione su di sé. Pensate che sia lui a fare la storia e siete solo curiosi di vedere cosa si inventa. Eppure sin dalla prima puntata, e forse dai primi minuti, capite che qualcosa in questa serie vi spiazza. Ben presto, infatti, notate che il racconto è popolato di figure e avvenimenti a dir poco surreali.

Nell’ordine,  vedete guru poligami che fondano sette spirituali per educare alla gestione degli animali selvatici, uomini senza gambe e donne senza braccia che si prendono cura di animali feroci, suicidi che avvengono proprio di fronte alla camera, minacce di morte e commissioni di omicidi effettuate senza il minimo scrupolo, matrimoni a tre, eterosessuali che si fingono omosessuali per avere un tetto sopra la testa, droga e armi come se piovessero, esplosioni, incendi, bancarotte e cause milionarie tra proprietari di Zoo. In uno scenario così trash e pittoresco, pensate, che non può essere vero. Questa gente non può esistere davvero. Magari vi siete confusi, avete letto “docu-serie”, ma in realtà state guardando un mockumentary, un fake. Per questo, mentre continuate a guardare cercate on line e trovate conferma di ogni singolo dato esistente. E allora pensate: ma dove ho vissuto fino ad adesso per non accorgermi di tutto questo?

Frame tratto dal video del singolo “I saw a tiger” di Joe Exotic

Sì perché questo è Tiger King. Un mix esplosivo di personalità dai tratti così estremi che sin dall’inizio avete il sentore che niente potrà finire bene eppure non ce la fate a smettere di guardare. Avete presente quei film che già sapete che affronterete per metà del tempo ad occhi chiusi eppure siete lì che li guardate lo stesso?

Una serie tv che presenta uno spaccato di America completamente fuori di testa, che pensavamo esistesse solo nelle peggiori fiction. La storia di un uomo talmente ossessionato dall’affermazione di se stesso, da agire in maniera completamente sprovveduta fino a ritrovarsi in carcere con una condanna a 22 anni: a dirla tutta perfettamente meritata. Un uomo che non si accontenta di trovare un nemico contro cui scagliarsi per giustificare ogni sua eccentrica azione, ma che crede talmente tanto in quello che fa da riuscire a trascinare folle, trovare ben 4 mariti in pochi anni e addirittura candidarsi – nel 2016 – alla presidenza degli Stati Uniti, lanciando tra la folla preservativi con il suo volto stampato sopra.

Ma la regia non ci lascia certo in balia del protagonista. Perché se è vero che non ci vuole molto a identificare Joe Exotic come colui che sta dalla parte dei cattivi, tutti coloro che dovrebbero invece essere dalla parte dei buoni, sfuggono ad un giudizio certo. Eric Goode e Rebecca Chaiklin fanno emergere delle ambiguità attorno a tutti i personaggi rappresentati.

Tutti quelli che aiutano Joe sono davvero manipolati da lui, o invece nascondono qualcosa? Il suo nemico giurato, l’ambientalista Carole Baskin, per il cui tentato omicidio  Joe è in carcere, è davvero senza peccato? Nonostante ciò che vediamo sembra non lasciarci dubbi, ci chiediamo se anche Joe Exotic in fondo non sia da compatire. E non solo noi spettatori abbiamo questa impressione, visto che proprio nei giorni scorsi, a fronte del grandissimo successo della serie in America, lo stesso Donald Trump si è pronunciato a favore della revisione della causa di Joe, lasciando intravvedere qualche speranza nel futuro del Re delle Tigri.

Una sorte molto diversa rispetto ad altri protagonisti di docuserie del passato. Pensiamo ad esempio a Steven Avery, protagonista di Making a Murderer, di cui avevo scritto qualcosa qui a suo tempo, che aveva suscitato anche lui l’interesse dell’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Tutto quello che però aveva ottenuto dal presidente era stata una presa di posizione pubblica a favore del sistema giustiziario americano.

Tiger King è una docu-serie ben studiata che riesce a spiazzare lo spettatore, nonostante sia predisposto sin dall’inizio ad aspettarsi di tutto. Lo straniamento di chi guarda è legato alla narrazione che viene costruita attorno ad un mondo torbido, quello del traffico illegale di animali e del loro maltrattamento, che in tutto il racconto rimane l’unico punto di riferimento chiaro. Di fronte a uomini senza scrupoli, donne dal comportamento ambiguo in un circo mediatico il cui obiettivo è solo quello di far parlare di sé, gli animali in cattività sono gli unici a subire i danni.

Eric Goode 5 anni fa voleva girare un documentario sul mondo dell’allevamento e delle vendite di grandi felini selvatici negli Stati Uniti, e 5 anni dopo questo documentario lo fa davvero. Ci mostra, cioè, tutta l’assurdità dietro ai maltrattamenti e allo sfruttamento degli animali, utilizzando come metro di paragone l’assurdo mondo di Joe.

Insomma. Guardatelo.

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