Dai Nirvana ai Foo Fighters Dave Grohl si racconta: "Ecco la mia storia, alzate il volume"
Arriva in libreria per Rizzoli "The storyteller, storie di vita e di musica"
Smettere di andare a scuola per fare il musicista? “Bene, ma sarà meglio che tu sia bravo”. Virginia Grohl, insegnante americana, ha appena dato la benedizione a suo figlio diciassettenne David. E' il 1985, la donna non sa che con quel sì è appena iniziata una storia di musica e passione che entrà nella leggenda del rock.
La chiacchierata con la mamma davanti a un bivio, proseguire con una deludente e fallimentare carriera scolastica o salire su un furgone con un sacco a pelo e una batteria insieme ad altri giovani musicisti punk rock, è solo uno degli aneddoti che David Eric Grohl, 53 anni appena compiuti, racconta nella sua bella autobiografia appena pubblicata da Rizzoli, "The storyteller, storie di vita e di musica", nella traduzione italiana di Nausikaa Angelotti, Francesca Pe' e Ugo Piazza.
Una storia che è in realtà ben più che una biografia: Grohl ripercorre mezzo secolo di musica attraverso i suoi ricordi, i dischi che giravano sul piatto, gli incontri nei camerini prima di un concerto, le chiacchierate con i grandi della musica, i live davanti a migliaia di persone e i successi più incredibili e sorprendenti. Ci sono tutti i protagonisti della musica pop e rock dagli anni Ottanta a oggi: Paul Mc Cartney, così gentile e carino da sedersi al piano dopo una cena per insegnare una melodia a una bambina, Iggy Pop, icona mondiale che in camerino si rivela “amichevole, caloroso e alla mano”, Joan Jett, voce graffiante del famosissimo brano "I love rock'n'roll" che ospite della famiglia Grohl si infila il pigiama e legge le favole della buonanotte alla piccola Violet. E poi Lemmy dei Motley Crue, gli Ac/Dc, Tom Petty, Elton John, i Nine Inch Nails, Neil Young, i Pantera e tutto il mondo del rock più estremo.
Quel concerto in Illinois
Una lettura che scorre tutta d'un fiato, a partire dai primi ascolti di David bambino che ogni domenica accompagna la mamma alle sessioni jazz di un piccolo locale fumoso di Washington DC e allo stesso tempo si esercita a casa alla chitarra e alla batteria fino al momento in cui, appena tredicenne, la cugina Tracy lo porta con sé a un concerto. Per la prima volta il giovane si trova in mezzo a creste, borchie e tatuaggi davanti a un gruppo punk, i Naked Ruygun: quella è la sua strada, si dice, basta solo volerlo. Da quel momento in poi Dave Grohl si trova davanti a una serie di coincidenze fortunate: un provino con gli Scream, una delle punk band più importanti nell'America di metà anni Ottanta, una session improvvisata con Iggy Pop, l'incontro con i Nivana Kurt Cobain e Krist Novoselic nel 1990 e quella incredibile stagione che ha portato il grunge a diventare un fenomeno di proporzioni mondiali.
La morte di Kurt Cobain: "Un dolore inimmaginabile"
Non poteva mancare, com'è ovvio, lo straziante racconto della scomparsa di Kurt Cobain: anima fragile, dotata di una straordinaria sensibilità creativa, amante dell'arte e della poesia, Kurt aveva poco più di vent'anni quando insieme a Krist e Dave con i Nirvana venne scaraventato nel mondo del successo. Una band di giovani che si considerava ai margini, abituata a vivere in monolocali bui e suonare davanti a poche decine di persone fu trasformata improvvisamente nel punto di riferimento di una generazione intera, portavoce di un senso di insoddisfazione e inadeguatezza esploso proprio in quegli anni attorno alla colonna sonora di "Bleach", "Nevermind" e "In Utero". Il 29 settembre 1991 il video di "Smells like teen spirit" debutta su Mtv, è il momento in cui tutto cambia: i tre sono sottoposti a una pressione inimmaginabile, la loro musica vende milioni di copie, i video passano a rotazione su Mtv e in classifica arrivano a spodestare nomi come Michael Jackson. Ma i tre non si trovano nel ruolo di rockstar. "Cominciavamo ad attirare le stesse persone che a scuola ci prendevano a calci in culo solo perché eravamo diversi, che ci chiamavano 'froci' e 'checche' per come ci vestivamo e per la musica che ascoltavamo - scrive Dave - Lo zoccolo di fan si stava trasformando e cominciava a includere omofobi, machisti e fanatici dello sport tutto muscoli e niente cervello, il cui mondo si esauriva tra birra e football americano. Da sempre, noi eravamo gli emarginati. Quelli strani. Non c'entravamo assolutamente nulla con loro. Com'era possibile che adesso loro c'entrassero con noi?". Il 4 marzo 1994 Kurt viene ricoverato a Roma per overdose; poche settimane dopo, mentre tutti si illudono che il giovane stia meglio, si uccide con un colpo di fucile nella sua casa di Seattle. E' l'8 aprile 1994. "Fui travolto da una tristezza infinita, inimmaginabile".
I Foo Fighters, Paul Mc Cartney e gli altri
Il cantante e poeta dei Nirvana non c'è più, nulla nella musica rock sarà più lo stesso. Dave riversa tutte le sue energie nella musica, ancora una volta la sua salvezza da un mondo di dolore. Inizia a scrivere e comporre da solo fino a dare vita ai Foo Fighters, formazione rock ancora in forze che ha collezionato nove album in studio e una marea di concerti in tutto il mondo. Non si contano le collaborazioni di Grohl, che ha creato anche progetti di band all star come Probot e Them Crooked Vultures e frequenta abitualmente Paul Mc Cartney e altre leggende della musica.
Oggi i Foo Fighters sono entrati nella Rock'n roll Hall of fame, Dave ha suonato alla Casa Bianca (davanti a George Bush prima, e poi con Barack Obama) ed è stato invitato a suonare ai Grammy Awards, agli Oscar e ad altre cerimonie importanti di spettacolo e musica. Nel frattempo è diventato pure un padre attento e amorevole e partecipa con entusiasmo a progetti di solidarietà e beneficienza. Virginia Grohl, oggi, è ancora la madre saggia a cui Dave si rivolge per avere consigli: il ragazzo oggi diventato uomo ha mantenuto la promessa.