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Premio Strega 2025 al superfavorito. Assente il ministro Giuli che ironizza. La pronta risposta della Fondazione

Andrea Bajani si aggiudica il prestigioso premio letterario come ampiamente previsto. Il ministro: “È un po' curioso che uno debba andare alla serata del premio Strega non avendo ricevuto i libri per cui si organizza la serata”. La Fondazione: “Vengono spediti unicamente alla giuria, da cui lui si è dimesso”

di Tiscali Cultura   
Andrea Bajani vince il Premio Strega 2025 (Ansa)
Andrea Bajani vince il Premio Strega 2025 (Ansa)

Il Premio Strega 2025 è andato ad Andrea Bajani come da previsione. Il superfavorito se lo è aggiudicato con 194 voti con L’anniversario (Feltrinelli). All’inizio per la fretta, sul tabellone, era stato scritto invece erroneamente un 187 poi corretto. Ma è stato solo un piccolo inconveniente in una serata finale filata liscia dopo una vigilia carica di tensioni e polemiche tra gli organizzatori del prestigioso premio letterario e il governo che, per altro, vorrebbe portare lo Strega del 2026, quello dell’anniversario degli 80 anni, a Cinecittà.

Le parole del vincitore

 "Sono ventidue anni che pubblico libri. Gratitudine a quelli che hanno creduto in me, i lettori, gli editori. Quest'anno sono i 60 anni della Feltrinelli che ha creduto in me" ha detto Bajani. "La letteratura è contraddire la versione ufficiale" ha aggiunto lo scrittore in abito minimal.

La serata del 3 luglio, in cui spicca l'assenza del ministro della Cultura Alessandro Giuli, ufficialmente per impegni istituzionali a Berlino, "potrebbe essere l'ultima serata finale del Premio Strega al Ninfeo di Villa Giulia a Roma. Per l'anno prossimo - spiegano fonti del Collegio Romano - il ministero della Cultura si riserva di offrire alla Fondazione Bellonci la sede di Cinecittà".

Già vincitore del Premio Strega Giovani 2025 e già finalista al Premio Strega e Campiello nel 2021 con Il libro delle case (Feltrinelli), Bajani mette a nudo ne L'anniversario, tra romanzo e autofiction, i micidiali intrecci di una famiglia opprimente con un doppio passo: "da un lato il racconto dell'inferno domestico, dall'altro il distacco di chi pensa 'di tutto questo posso dire la mia versione'. L'idea della fuga sta sempre dentro l'idea della colpa" spiega l'autore.

Andrea Bajani vincitore del Premio Strega 2025 (Ansa)

Le polemiche tra organizzatori e ministro

Sulla premiazione al Ninfeo del Museo etrusco di Villa Giulia a Roma hanno pesato anche gli strascichi delle polemiche della vigilia tra gli organizzatori e Giuli che aveva sottolineato "di non aver ricevuto nessun libro" e aveva ironizzato: "da Amico della Domenica sono diventato nemico della Domenica" facendo riferimento alla giuria del premio.

Ma il direttore della Fondazione Bellonci, Stefano Petrocchi, prima della diretta su Rai3, condotta da Pino Strabioli, ha rassicurato: "Oggi abbiamo mandato i libri dei finalisti al ministro Giuli e da Berlino ha ringraziato tramite il suo ufficio".

Presente il presidente della Commissione Cultura della Camera e Responsabile Nazionale cultura e innovazione di Fratelli d'Italia, Federico Mollicone che afferma: "il Premio Strega è una festa alta e popolare. Qui c'è tutto il sistema editoriale che deve essere sostenuto e rafforzato. Con il ministro Giuli e con il Parlamento abbiamo stanziato 44 milioni per aiutare la filiera editoriale e aprire nuove librerie per giovani, soprattutto dove non ci sono".

La sorpresa

Le votazioni hanno riservato una sorpresa: nella sfida per il secondo posto ha prevalso Elisabetta Rasy con 133 voti per 'Perduto è questo mare' (Rizzoli) in cui a tenere la scena sono un padre sognatore e un grande amico e scrittore, Raffaele La Capria. Mentre Nadia Terranova, per la seconda volta finalista allo Strega, si è dovuta accontentare del terzo posto per 'Quello che so di te' (Guanda), 117 voti, in cui indaga sulla bisnonna Venera che ha vissuto l'esperienza del manicomio per 11 giorni nel 1928. Quarto Paolo Nori, con 'Chiudo la porta e urlo' (Mondadori), 103 voti, in cui le poesie di Raffaello Baldini diventano racconto e non molto distante al quinto posto (erano ex aequo in cinquina) l'anestesista esordiente Michele Ruol con Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia (TerraRossa), 99 voti, in cui racconta il lutto entrando nell'intimità dei personaggi attraverso le impronte lasciate sugli oggetti.

"Palestina libera" 

Ventagli ai tavoli nella serata bollente al Ninfeo che ha visto Filippi Timi in cinque momenti teatralizzati presi dagli incipit dei libri finalisti, accompagnato da due musicisti d'eccezione, Roberto Angelini e Rodrigo D'Erasmo, e Anna Foglietta in un assolo in cui ha ricordato Pasolini a 50 anni dalla morte e il tema che unisce i cinque libri, la famiglia, concluso con un appello alla "Palestina libera". E ancora un'intervista ad Anna Foa, vincitrice del Premio Strega Saggistica con Il suicidio di Israele (Laterza).

Al tavolo Rizzoli, Dacia Maraini, contraria al trasferimento a Cinecittà del premio. "Il Ninfeo ha una tradizione importantissima, non va cambiata. Qui c'è una grande comunità letteraria. Era bello che venisse il ministro". Mentre Elisabetta Rasy commenta: "Come il Ninfeo anche Cinecittà è un posto bellissimo. Perché farsi concorrenza, si potrebbe fare un po' e un po'". Donatella Di Pietrantonio sottolinea che "la decisione spetta alla Fondazione Bellonci".

Il totale dei voti espressi è 646, pari al 92% degli aventi diritto.

 

Il ministro Giuli (Ansa)

La polemica con Giuli

Una certa e ormai tradizionale vis polemica ha fatto da sfondo, come accennato, a questa edizione del Premio Strega. Protagonista in particolare il ministro della Cultura Alessandro Giuli. "Registro il fatto – aveva spiegato alla vigilia l’esponente del governo annunciando la sua assenza alla serata finale e il suo viaggio a Berlino per incontrare il ministro della Cultura tedesco - che sono stato invitato alla serata del premio Strega, sono stati carinissimi, però non ho ricevuto nessun contatto e nessun libro. È un po' curioso che uno debba andare alla serata del premio Strega non avendo ricevuto i libri per cui si organizza la serata”. Poi non era mancata la battuta, “perché tale è: si vede – aveva detto Giuli - che mi considerano un 'nemico della domenica'".

La replica della Fondazione era stata immediata: "I rapporti con il ministro sono sempre stati amichevoli, ci siamo salutati cordialmente in occasione dell'ultimo Salone del libro di Torino. Non gli abbiamo inviato i libri del premio perché chiediamo agli editori di spedirli unicamente alla giuria dello Strega, da cui si è dimesso il giorno stesso della sua nomina al ministero della Cultura".

Il ministro poi aveva ironizzato sulla sua assenza: "La serata sarà bella lo stesso. Magari un po' meno divertente, senza Geppi Cucciari e Alessandro Giuli".

Ma certe scaramucce sono ormai tradizione del prestigioso premio. Nel 2023 ci fu il famoso scontro tra l’allora ministro Gennaro Sangiuliano e la conduttrice Geppi Cucciari. Alla domanda sul giudizio dei libri finalisti, il ministro della Cultura di allora rispose che avrebbe voluto approfondirli, al che Geppi disse di rimando: "Ah, non li ha letti!". Nel 2024 Sangiuliano disertò la finale. E quest'anno anche il suo successore era assente.

Alla fine comunque i libri a Giuli sarebbero stati inviati. “Oggi abbiamo mandato i libri dei finalisti al ministro Giuli e dalla Germania ha ringraziato tramite il suo ufficio", ha fatto sapere il direttore della Fondazione Bellonci, Stefano Petrocchi, poco prima dell'inizio della cerimonia di premiazione, nella cena di gala al Giardino delle Tartarughe, nella Capitale. Un modo elegante per smorzare le polemiche.

di Tiscali Cultura   
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