L’orologiaio di Brest: "Se ti strappano l’esistenza quando non sei nemmeno nata, il sangue non si asciuga mai"
Vera è una giornalista quarantenne non bella ma affascinante. Il suo carattere è nel suo nome. Non ha paura di osare, avanzare. Ha una ferita, che si porta dietro dalla nascita, o anche prima
Una nuova bella realtà nel panorama delle novità letterarie è "L'orologiaio di Brest" di Maurizio de Giovanni. Vera è una giornalista quarantenne non bella ma affascinante. Il suo carattere è nel suo nome. Non ha paura di osare, avanzare. Ha una ferita, che si porta dietro dalla nascita, o anche prima. Per fare luce sul suo passato, la sua vita si incrocia con quella di Andrea, un insegnante travolto in uno scandalo. Cosa abbiano in comune le loro vite, emergeranno pian piano, pagina dopo pagina.
Il periodo storico della narrazione oscilla tra i giorni nostri e quello difficile degli anni ottanta, in un’Italia devastata degli attentati fatti in nome di ideali distorti, che facevano perdere la vita a persone, coinvolte più o meno in una realtà complessa e difficile da gestire.
La storia passa da una parte all’altra, da un personaggio all’altro. Inizialmente crea confusione, un attimo di titubanza da parte del lettore, ma poi, pian piano ogni elemento diventa chiaro e limpido. Ogni tassello si incastra al suo posto. Ogni piccolo ingranaggio trova la sua collocazione, con la precisione di un orologio.
Chi inizia questo libro lo termina presto, perché la voglia di arrivare in fondo, di trovare le risposte, di capire, è tanta. Ogni persona, entra nel cuore, ammalia, attrae, coinvolge. Le emozioni trasmesse sono tante e passano dalla rabbia alla compassione in un secondo.
Anche qui, come accade nella realtà, il male e il bene si mescolano, si intrecciano, e i confini non sono così netti. Nessuno avanza o indietreggia senza lasciare tracce. Ogni azione ha delle conseguenze.
La scrittura di De Giovanni con ritmo lento e incessante analizza e descrive, chiarisce e catapulta il lettore nella storia. Leggere e vedere si compensano e l’uno non toglie nulla all’altro. L’introspezione dell’essere umano, le sue mille sfaccettature. La bravura di saper raccontare una storia, da tutte le possibili angolazioni, senza mai distogliere lo sguardo da essa.



di Rosaria Russo













