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I viaggi spaziali nelle incredibili immagini degli artisti della Nasa: meraviglia tra scienza e sogno

Il libro “L’arte della Nasa” raccoglie le illustrazioni commissionate dall’ente statunitense: un’epopea tra ricerca scientifica, propaganda, viaggi nel futuro e immagine fantastiche

Stefano Milianidi Stefano Miliani   

“Le complesse missioni Apollo, fatte di lanci, agganci, sganci, allunaggi, decolli, manovre, rendezvous, moduli espulsi e ammaraggi, segnarono una svolta nella narrazione visiva della Nasa e dei suoi appaltatori”. Lo scrive Piers Bizony nell’introdurre un volume in grado di scatenare fantasie spaziali e sogni di viaggi nel sistema solare, oltre a ricordarci le missioni concretamente realizzate dall’agenzia spaziale statunitense che ha portato l’uomo sulla luna: “L’arte della NASA. Le illustrazioni alle origini delle missioni” è il libro ricco di illustrazioni e storie pubblicato dall’editore Ippocampo (pagine 192, € 29,90, con il contributo di Mike Acs, traduzione di Paolo Bassotti). Avete presente l’astronave che avanzava lenta nella notte cosmica in 2001 Odissea nello spazio e che ha ispirato una miriade di registi? Forse la ricorderanno molte di queste pagine che raccolgono autentiche visioni su navi spaziali e astronauti spesso basate su fotografie e documentazioni e talvolta sorrette dall’immaginazione. Come nel disegno che vede una navicella scendere su Titano, satellite di Saturno con l’atmosfera piena di metano, in un futuro imprecisato.

 

Clicca qui per il sito della Nasa

 

Un’epopea parallela alla fantascienza

 “Stesso destino è toccato a un’infinità di meravigliosi dipinti a colori, spesso buttati una volta conclusa la fase ‘importante’, quella in cui venivano trasformati in depliant patinati o lussuose litografie speciali”, annota più oltre con amarezza Bizony registrando come una enorme massa del materiale d’archivio, come disegni tecnici e manuali, siano diventati reperti, anzi reliquie molto rare delle quali vanno ghiotti i collezionisti, spesso trattati come scarti. È un’epopea che culturalmente cresce in parallelo alla fantascienza, pur con un ancoraggio nei progetti degli scienziati della Nasa quando studiava come lanciare uomini nello spazio (a proposito, se non lo avete visto recuperate il film “Il diritto di contare” di Theodore Melfi sulla matematica afroamericana Katherine Johnson che dette un contributo fondamentale alla missione Apollo 11).

I disegni di navi spaziali in volo sulla terra, magari con astronauti ed astronaute in una passeggiata nello spazio, iniziano a metà anni ’50 e oggi sembrano giocattoli. Con dettagli curiosi e perfino ingenui: l’astronauta in tuta gialla di una illustrazione promozionale della Boeing (quella dei jet), una donna par di capire, alla cintura ha agganciato attrezzi come una semplice torcia elettrica, cacciavite e chiave inglese. Al di là delle ricostruzioni fantasiose, la corsa nello spazio è stata anche una forsennata corsa politica e ideologica che vedeva sfidare da un lato gli Stati Uniti, dall’altro l’Unione Sovietica. Trattasi anche di propaganda, infatti.

La diplomazia Usa-Urss in orbita

Bizony ricorda come Washington rimase scioccata dai passi dell’Urss: nel 1957 lanciò in orbita lo Sputnik, battendo gli Usa, nel 1961 addirittura spedì e fece tornare a terra il primo uomo nello spazio, Gagarin. Fu uno smacco clamoroso. Il presidente John Fitzgerald Kennedy prese l’impegno di spedire il primo uomo sulla luna entro gli anni ’60 e il 21 luglio 1969 Neil Armstrong e Buzz Aldrin misero piede sul suolo lunare e vi issarono la bandiera a stelle e strisce, come ricostruisce in un dipinto piuttosto fedele Robert McCall. Dalla piena Guerra fredda agli avvicinamenti diplomaitici a migliaia di chilometri da Washington e Mosca, con lo storico incontro tra gli equipaggi di una missione Apollo e di una della Sojuz dipinto nel 1975 da Davis Meltzer.

Manovre, agganci tra moduli e progetti mai decollati 

I disegnatori al servizio della Nasa illustravano le manovre nello spazio delle navicelle, gli agganci tra un modulo e una nave madre, interni di astronave, satelliti in orbita sulla Terra. Colpisce come questi artisti illustrino più volte progetti poi mai decollati, talvolta per ragioni prettamente tecniche, talaltra perché i costi erano spropositati, qualche volta perché gli stessi artisti non erano perfettamente a conoscenza della materia. Molte immagini restano splendide. Come l’illustrazione, ancora di McCall del 1974, per il romanzo di Isaac Asimov L’uomo nello spazio e che, avverte Bizony, delinea “un design simile a quello che avrebbe avuto lo shuttle costruito alla fine degli anni Settanta”. 

 

I primi umani su Marte esplorano un vecchio Viking in un’immagine di Pat Rawlings del 1991. Dal volume "L'arte della Nasa", Ippocampo editore

 

Prossime tappe: Marte e neo-colonie 

Se finora abbiamo guardato all’orbita terrestre e intorno alla luna, gli artisti della Nasa immaginano già di metter piede, noi umani o i nostri emissari tecnologici, in “nuovi mondi”, in primis Marte. Nel 1988 Pat Rowling immagina due astronauti esplorare “il gigantesco sistema di canyon Noctis Labyrinthus” del pianeta rosso in un’alba di nebbia e colori rossastri, “Charles Bennett raffigura un Viking sulla superficie di Marte tre anni prima del riuscito atterraggio della sua nave gemella” mentre nel 1997 Pat Rowlings immagina una esobiologa che, sotto un’enorme rupe, “sembra aver trovato prova della vita, attuale o passata”, sul pianeta rosso.

Via via queste pagine ci portano a città neo-colonie spaziali immerse nel verde di altri pianeti e “robonauti”, ovvero robot umanoidi, fino a un poster commissionato di recente dalla Nasa a Joby Harris: una coppia di astronauti, uomo e donna, posati i caschi ammira un paesaggio di monti, boschi, fiumi e animali. “La Terra. La tua oasi nello spazio dove l’aria è di tutti e respirare è facile”, dice il testo del poster. Giustappunto: in molte zone del nostro pianeta respirare bene è diventato invece difficile e questa carrellata spaziale ci ricorda anzi tutto dove e come viviamo.

 

 

Stefano Milianidi Stefano Miliani   
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