Dark Ladies, non solo svenevoli fanciulle: quando il terrore è femmina
Un’antologia raccoglie i migliori racconti del terrore al femminile. Nell'epoca vittoriana si sviluppa un filone di interesse al gotico, al macabro, al bizzarro, all’occulto e al soprannaturale

Sotto l’egida della Regina Vittoria (1837-1901) l’impero britannico crebbe notevolmente, godette di un lunghissimo periodo di pace e anche di un certo benessere. Le colonie garantivano vivacità e si intrattenevano scambi commerciali intensi e proficui. Crebbe anche la popolazione, ci si avviò a politiche più liberali e verso il suffragio universale, e, sebbene una parte del popolo d’Albione vivesse ancora ben al di sotto della soglia di povertà, questo periodo storico è ricordato come abbondante e illuminato per via del progresso scientifico. Ma l’epoca vittoriana è anche un momento storico di grandi cambiamenti culturali e di stranezze. Si sviluppa infatti un filone di interesse al gotico, al macabro, al bizzarro, all’occulto e al soprannaturale. I più ricchi decoravano le dimore con teschi, bare, lapidi e commissionavano a gioiellieri e sarti monili e abiti ispirati dalla morte e partecipavano a sedute spiritiche, spettacoli di levitazione, magia, forse per contrasto alla vita moderna, meccanizzata, elettrica che si stava affacciando prepotente e inarrestabile all’orizzonte.
Chi pensa che prendere il te e dedicarsi ad abiti e bizzarrie decorative occupasse tutto il tempo libero delle famiglie abbienti si sbaglia perché il gusto per il macabro investiva anche lavori teatrali e letterari che cominciavano a farsi notare e che, prima solo appannaggio delle classi agiate, vennero presto declinati in varianti più economiche e talvolta più grevi per il popolo.
Dunque non solo svenevoli fanciulle
“Dark Ladies, racconti di scrittrici vittoriane che vi faranno morire di paura”, uscito per Blackie edizioni, annuncia già dal titolo, e mantiene la sua promessa, una certa tensione, apprezzatissima a quei tempi ma ancora oggi. Non erano tantissime le scrittrici che la storia ha ricordato tra le sue pagine ufficiali ma l’età vittoriana è un’era nuova, più aperta e le donne trovano il loro spazio, seppure inizialmente con pseudonimi maschili, fino a rivendicare un ruolo di primo piano nella narrativa gotica.
Quattordici maestre di terrore che vi trasporteranno in un mondo onirico, governato da apparizioni, spettri, rumori sinistri, terribili presagi, incubi ricorrenti e morti misteriose: Charlotte Bronte, Elizabeth Gaskell, Dinah M. Mulock Craik, Rosa Mulholland, Amelia, B. Edwards, Rhoda Broughton, Vernon Lee, Louisa Baldwin, Violet Hunt, Gertrude Atherton, Willa Cather, Luisa Saredo, Matilde Serao, Grazia Deledda.
Nomi noti e sorprese
L’antologia, che rivela molte sorprese, come la sarda Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura, solita dedicarsi a romanzi di genere più complesso, e altrettante conferme come Vernon Lee, che fu un’intellettuale di ampio respiro, non è solo un viaggio nell’oscurità di un’epoca che influenzò costumi e credenze per lungo tempo a venire e perfino oltremare, ma anche per tuffarsi, laddove le autrici siano britanniche, nella vita quotidiana e nelle abitudini di della società inglese, tra rituali di classe, gite in campagna o solitarie elucubrazioni, specchio di un momento storico in cui la riflessione e l’amore per le stranezze assursero a status.
Ogni racconto è seguito infatti da una biografia essenziale ma esaustiva di ogni autrice e rivela la fitta rete di relazioni, di partecipazione pubblica, di ricerca e di stile tipici di queste pioniere della letteratura che, stanche di stare nell’ombra, iniziarono a pubblicare i loro racconti su giornali, riviste e libri, come a dire: ci avete tenute nell’ombra per troppo tempo, ora le ombre ve le mostriamo noi.