Abusata, drogata, ricattata, derubata: i retroscena inediti della vita di Maria Callas
La scrittrice Lyndsy Spence nel suo nuovo libro "Cast a Diva: The Hidden Life of Maria Callas" raccoglie lettere inedite della Divina.
Non c'è donna al mondo che non abbia subito abusi, discriminazioni, violenze e umiliazioni almeno una volta nella vita. Ma ce ne sono alcune che nonostante la fama e la gloria hanno vissuto la loro condizione femminile e di successo come un inferno. Sfruttate soprattutto da chi doveva amarle di più. L'unica consolazione è che nonostante tutto il male subito siano diventate icone di dignità e figure immortali per il loro talento e la loro immensa forza.
Maria Callas aveva solo cinque anni quando venne investita da un auto e rimase in coma per un mese. I genitori si erano già separati quando si trasferì in Grecia e iniziò a studiare canto al conservatorio. Cominciò a cantare Puccini e la Tosca proprio in Grecia, nel 1942. Ebbe un grandioso successo. Si abituò a studiare sin da piccola 12 ore al giorno. Instancabile perfezionista.
Con la fine della guerra venne accusata di collaborazionismo perché aveva cantato anche con compagnie dirette da tedeschi e italiani. Il ritorno a New York non fu semplice. Ma poi arrivarono gli anni gloriosi anche se non privi di sofferenza e sacrificio. Tra il 1952 e il 1954 la Callas interpretò sette opere e perse 28 chili. Un soprano così magro non si era mai visto. Divenne un simbolo di eleganza, una voce potente e irripetibile in un corpo gracile.
Di Maria Callas (definita non per caso la Divina) pensavamo di conoscere già tutta la tragicità della sua vita infelice e invece oggi scopriamo altri tristi retroscena.
Una scrittrice nord irlandese di 33 anni di nome Lyndsy Spence, è venuta in possesso di una serie di lettere inedite, che ha raccolto in una nuova biografia sull'artista, "Cast a Diva: The Hidden Life of Maria Callas" che uscirà in libreria il 1 giugno.
Non furono solo gli uomini a ferire la Divina, ora sappiamo che anche la madre la ricattò per anni, che il marito Giovanni Battista Meneghini la derubava e che il magnate Aristotele Onassis non ebbe solo la colpa di abbandonarla per Jackie Kennedy ma fu con lei anche violento.
Piccola, con una voce immensa e amata in modo smisurato dal pubblico, in questa corrispondenza capiamo che la cantante lirica subì ripetuti abusi da Onassis e anche molestie sessuali da parte del direttore di uno dei più importanti conservatori del mondo. "Ci sono informazioni inquietanti dal diario di una delle sue amiche più strette che raccontano come nel 1966 la Callas abbia addirittura rischiato la vita e di come Onassis l'abbia drogata, per lo più per motivi sessuali, ovvero per stuprarla" racconta la scrittrice. In una lettera alla sua segretaria, la Callas scriveva: "Non vorrei che (Onassis) mi telefonasse e ricominciasse a torturarmi".
Ci sono anche le lettere in cui parla del tumultuoso matrimonio di un decennio con Meneghini, più vecchio di lei di 28 anni. La Callas raccontava disperata: "Mio marito mi sta ancora tormentando dopo avermi derubato di più della metà dei miei soldi mettendo tutto a suo nome da quando ci siamo sposati ... Sono stata una sciocca ... a fidarmi di lui". Lo definiva come "un pidocchio... che si spaccia per un milionario quando non ha un centesimo".
Altri retroscena vengono scoperti dalla Spence sugli anni dell'infanzia e il rapporto con genitori. Callas ricorda gli anni dolorosi della guerra, quando sua madre aveva cercato di farla prostituire con i soldati tedeschi. Una volta famosa, infatti, i suoi genitori cercarono di estrorcerle denaro. La madre arrivò a ricattarla minacciandola di raccontare storie del suo passato nel periodo nazista alla stampa. Voleva che la figlia comprasse loro una casa: "Sai cosa fanno gli artisti del cinema di umili origini non appena diventano ricchi? Nel primo mese spendono i loro primi soldi per costruire una casa per i loro genitori e viziarli con lussi ... Cosa hai da dire, Maria?". Anche il padre pur di spillarle altro denaro si inventò una malattia inguaribile."Sono stufa dell'egoismo e dell'indifferenza dei miei genitori nei miei confronti ... non voglio più relazioni. Spero che i giornali non se ne accorgano. Allora maledirò davvero il momento in cui ho avuto dei genitori.”
La Spence ha anche ritrovato uno scambio epistolare dove si racconta dell'allora presidente della Juilliard School of Music di New York, un uomo sposato, che le mise contro l'intera facoltà impedendole di proseguire il suo mandato come insegnante dopo che lei aveva rifiutato le sue avance: "Peter Mennin si è innamorato di me. Quindi, naturalmente, visto che l'ho rifiutato, è contro di me".
Non ci resta che leggere il libro e sperare che il destino di tante artiste future non sia così drammatico come quello della Divina, colpevole di essere divina appunto e forse soprattutto donna.