Charleston Farm, Helene White
Questo è il mio primo audiopost. Era un po’ che volevo farlo, ascoltare un libro invece di leggerlo. Perciò ho consultato il catalogo Emons, casa editrice specializzata in audiolibri, e ne ho scelto uno: La scrittrice abita qui di Sandra Petrignani.
Credo che la cosa più importante da valutare nella scelta, oltre al libro stesso, sia la voce di chi legge. La questione non è irrilevante. Ad esempio, quando ne ho parlato a un amico libraio, lui mi ha detto: “Non potrei mai farlo. Non sopporto che la voce di un altro possa dare una sua interpretazione, mentre devo essere io a creare il romanzo”. Va bene, ma se accettiamo di non “sentire” il libro ricreato dalla nostra voce interiore, almeno è necessario che a sostituirla sia una voce che ci piaccia. Per fortuna sul catalogo online c’è un’anteprima e di ogni libro è possibile ascoltare l’incipit.
Alla fine ho scelto La scrittrice abita qui di Sandra Petrignani (la cui edizione cartacea è edita da Neri Pozza), in cui si racconta la vita di sei grandi scrittrici, partendo dalle case dove hanno abitato. La voce che legge, in questo caso è proprio quella di Sandra Petrignani, autrice del libro e del viaggio che l’ha portata nelle case di Grazia Deledda, Marguerite Yourcenar, Colette, Alexandra David-Néel, Karen Blixen e Virginia Woolf. Un itinerario che va dalla Sardegna al Maine, poi in Francia, Danimarca, Africa, India e Provenza, fino all’Inghilterra di Virginia Woolf.
Ho ascoltato questo audiolibro durante la quarantena mentre facevo altre cose come cucinare, fare ginnastica, pulire la casa e così via. Devo ammettere che ogni tanto mi perdevo, distratta da quello che stavo facendo. Oppure quello che ascoltavo mi evocava delle riflessioni e inseguivo il filo dei miei pensieri. Insomma quando ti succede mentre leggi, ti interrompi e poi riprendi da dove hai lasciato. Invece l’audiolibro va avanti, non ti aspetta. A quel punto sei tu che devi tornare indietro con le freccette.
Grazia Deledda
Donna molto forte e tenacissima, desiderosa di avere successo e lasciare la Sardegna, alta un metro e mezzo (1.54 esattamente), cosa che nascondeva aumentandosi l’altezza mentre si diminuiva gli anni. Il futuro premio Nobel per la letteratura, l’unica donna ad averlo ricevuto in Italia, nasce nella Barbagia, la terra dei briganti, un posto dove le donne se ne vanno in giro col fazzoletto in testa. Lei però non vuole essere come le donne della sua famiglia, vuole sposarsi e andare via. E così farà. Si trasferirà a Roma dove vivrà una vita molto diversa da quella che l’aspettava.
Marguerite Yourcenar
Della Yourcenar sapevo già molte cose perché ho letto le sue interviste e biografie. Sono sempre stata affascinata da questa scrittrice che a un certo punto molla tutto e si trasferisce negli Stati Uniti, nell’isola di Mount Desert, circondata dall’Atlantico popolato di balene. Vive in mezzo a una straordinaria natura, con pochissimi abitanti, insieme alla sua compagna americana Grace Frick. Lei, che è stata una sfrenata seduttrice di uomini e donne, nel 1939 segue Grace Frick in America, mentre l’Europa sta entrando in guerra. Lì scriverà le Memorie di Adriano.
Dopo la morte di Grace, la Yourcenar si innamora del fotografo Jerry Wilson. Biondo, atletico, bello, omosessuale, Jerry era l’incarnazione di Antinoo. Lei aveva 79 anni, lui 32 quando partirono per il Giappone a cui seguirono Tailandia, India, Grecia e Italia. Lo amò follemente anche quando lui divenne cattivo fino al sadismo. Gli perdonò sempre tutto perché quella passione dette di nuovo un senso alla sua vita.
Colette
La stupefacente Colette che a 16 anni, con le trecce lunghe fino ai piedi conosce Willy Villars, noto giornalista e scrittore, trentenne. Quando lei ne compie venti si sposano e lui la porta a Parigi. Era la bambina dalle trecce lunghe, moglie del viveur più chiacchierato della città. Lui è sadico, ha il gusto di ferirla. Nei dieci anni che staranno insieme la introdurrà nella vita bohemienne parigina. Anche il suo secondo marito, Jouvenel, è uno degli uomini più desiderati di Parigi. D’altro canto la scrittrice è una stella del varietà ed è estremamente attraente. Si esibisce nuda sul palco e bacia la sua amante del momento sulla bocca. Accumula scandalo su scandalo e legioni di ammiratori. Jouvenel va a vederla tutte le sere e lei capitola subito. Lui è ancora più crudele del primo marito e subito la tradisce, ma lei continua ad amarlo e quando resta incinta si sposano. Avrà anche un terzo marito ma prima c’è la relazione con Bertrand, il figlio adolescente del marito. Lo scandalo è enorme. Il ragazzo sedicenne era innamoratissimo di Colette che aveva 47 anni e ha continuato ad adorarla per tutta la vita.
Alexandra David-Néel
Lo ammetto, non l’avevo mai sentita nominare. È stata una straordinaria viaggiatrice, esploratrice del Tibet, una tipa stranissima. Voleva realizzare un’impresa impossibile, qualcosa che nessuno avesse mai fatto prima. E ci riuscì. Partendo dalla Mongolia travestita da pellegrina e mendicante, raggiunse Lhasa, la capitale del Tibet, città vietata agli stranieri, dopo otto mesi di marcia. Lei aveva 55 anni e il suo compagno di viaggio, Aphur Yongden, ne aveva 23. Alexandra David-Néel fece lunghi viaggi in Oriente dove rimase per 14 anni. Fu cantante d’opera, scrittrice, fotografa, orientalista, antropologa. Aveva un marito, un uomo molto bello, con il quale si è scritta lettere tutta la vita ma non ha mai vissuto insieme a lui. Non ne aveva nessuna voglia. Riteneva che il sesso fosse inutile. A un certo punto tornò nella sua casa in Provenza con Yongden, il suo figlio adottivo tibetano che le restò sempre accanto.
Karen Blixen
Divenne scrittrice per disperazione, a 49 anni, dopo aver perso tutto: l’amore, l’Africa, la giovinezza. Ma in quella perdita ritrovò se stessa. Indipendente, totalmente indifferente a idee e gusti dominanti, era un’aristocratica dispotica, capace di contraddirsi con grande disinvoltura: così la descrivono i nipoti. Voleva vivere nell’eccezionalità. Non le piacevano le donne e tranne rare eccezioni non le frequentava.
Karen Blixen e Denys Finch HattonQuando il primo marito l’abbandonò ebbe un compagno, Denys Finch Hatton, che fu l’incarnazione del suo ideale. Prima di conoscerlo, in Africa, la sua fama lo ha preceduto: era un’eccezionale cacciatore di leoni e un’ottima guida nei safari. La Blixen aveva conquistato quell’uomo difficile raccontandogli storie davanti al camino. Storie ambientate in Danimarca, come quelle che poi avrebbe scritto. Lui andava e veniva dalla sua fattoria in Africa. Magari non si vedevano per mesi, o per un intero anno. Nulla poteva legarlo se non la passione e per questo lei divenne una fonte inesauribile di storie sempre nuove da raccontagli. Insieme affrontarono belve feroci, ascoltarono Schubert col grammofono in mezzo alla savana, dormirono davanti al caminetto e volarono sopra tutto e tutti, contemplando dall’alto quella terra tanto amata. Finché lui precipitò con il suo aereo. A quel punto, l’adoratrice della luna, come la definivano gli indigeni, lasciò l’Africa e non ci tornò mai più.
Virginia Woolf e il Bloomsbury Group
Virginia Woolf e suo fratello Adrian Stephen, nel 1900È stata Virgina Woolf a scegliere la casa di Charleston Farm dove andò a vivere sua sorella Vanessa con la sua numerosa famiglia: due bambini, un ex marito, un amante pittore che era innamorato di uno scrittore dal quale era inseparabile, una cuoca, una governante con figlia, nipote e amante, svariati animali. La casa a due piani, con il giardino e lo stagno, era abbastanza grande da poter accogliere anche i loro amici. Virginia occupava sempre la stessa stanza. Gli amici si chiamavano: Morgan Forster (Casa Howard, Camera con vista), Thomas Eliot (Nobel per la letteratura), Benjamin Britten (compositore e direttore d’orchestra), Katherine Mansfield (la donna inscrutabile, l’ha definita la Woolf), Lytton Strachey, Stephen Tomlin.
I bambini giravano nudi e gli ospiti erano liberi di partecipare alla vita di gruppo o starsene per conto proprio. C’erano conversazioni sull’arte, la letteratura, la musica, immerse nella bellezza del posto. Tutto all’interno e all’esterno era stato rielaborato dalla creatività dei proprietari, tanto che Charleston è diventata un’opera d’arte di per sé che Virginia Woolf definiva: “Absolutely divine”.
Le vite di queste scrittrici
E’ solo un assaggio delle biografie di queste donne che ho ammirato moltissimo. Biografie che sono come romanzi densi e appassionanti. Quello che le sei scrittrici hanno in comune è il fatto di avere una forte personalità, una determinazione indistruttibile per cui sono disposte a tutto pur di raggiungere i loro obiettivi. E poi sono molto originali e anticonformiste ma non per esibizionismo, per trovare la propria strada nella vita. C’è nella storia di ognuna un uomo, che le ha spezzato il cuore. Un uomo bello e crudele che le ha fatte soffrire in modo indelebile. Ci sono viaggi in paesi remotissimi, insoliti e rischiosi, sicuramente poco adatti a una donna. Viaggi che le portano molto lontano da dove sono partite.
E infine c’è la capacità di circondarsi delle persone giuste per lavorare, per poter scrivere in santa pace. Per trovare quel delicato equilibrio necessario alla scrittura. Ci sono mariti, amanti, figli adottivi, ammiratori e ammiratrici, governanti: persone “fedeli” su cui contare nelle loro vite eccentriche. Tutte hanno avuto queste persone intime e devote che credevano in loro e le assecondavano, quasi le veneravano.
Una cosa che non ho potuto fare mentre ascoltavo l’audiolibro è stato “sottolineare”. Ovviamente. Per questo motivo, al fine di scriverne, l’ho praticamente sentito due volte. Ma è stato piacevole anche quello.
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