Bettino Craxi e il libro che mette sotto accusa "Mani pulite", 30 anni dopo
L'accusa, portata avanti dal libro appena uscito, è nei confronti del pool di Mani pulite: usare la carcerazione preventiva per estorcere confessioni, di cui a quel punto è lecito dubitare
FABIO FLORINDI E ROGER LOCILENTO, "DAMNATIO MEMORIAE. MANI PULITE E I PROCESSI A BETTINO CRAXI" (libertatesLibri). Trent'anni fa Milano fu la capitale della "rivoluzione" che spazzò via la Prima Repubblica. Quella "rivoluzione" si chiamava Mani Pulite e venne attuata da un pool di magistrati che indagarono sui finanziamenti illeciti e la corruzione della politica.
Questo libro segna una svolta
A tanti anni di distanza esce un libro che segna una svolta nella bibliografia che finora ha raccontato quell'epoca e i processi a Bettino Craxi. "Damnatio memoriae. Mani Pulite e i processi a Bettino Craxi" (libertatesLibri), scritto dal giornalista Fabio Florindi, esperto e studioso del socialismo, e dall'avvocato Roger Locilento, scandaglia migliaia di carte processuali e ricostruisce l'atmosfera nella quale quelle inchieste maturarono.
Bettino Craxi una figura divisiva
Quando scattano i processi destinati a cambiare la storia d'Italia, Antonio Di Pietro è pubblico ministero da una decina di anni, ma la sua figura è controversa: all'interno della stessa magistratura c'è chi ritiene che utilizzi metodi "eccessivamente inquisitori". Anche Craxi è divisivo: c'è chi lo apprezza per il suo "decisionismo", ma c'è anche chi gli muove una guerra senza quartiere e lo ritiene il cardine del vecchio sistema da smantellare. La pressione della procura di Milano, e di molta della stampa, è enorme.
Decine di avvisi di garanzia e due condanne definitive
Alla fine Bettino riceverà qualche decina di avvisi di garanzia e due condanne definitive. Ma il metodo di indagine del pool di Mani Pulite è nel mirino di molti: l'accusa è di usare la carcerazione preventiva per estorcere confessioni, di cui a quel punto è lecito dubitare. Dall'analisi che i due autori fanno delle carte processuali emerge "un dato inconfutabile": non c'è un documento che inchiodi Bettino, sottolineano, e le sentenze di colpevolezza arrivano sulla base di testimonianze, rese spesso da coimputati che avevano tutto l'interesse a sminuire le loro colpe e che nella stragrande maggioranza dei casi, sfruttando una legge dell'epoca, riferiranno quelle ccuse solo ai pm, impedendo alla difesa di contro-interrogarli. (ANSA).