Cantante, attrice, ballerina, conduttrice, show woman dalle mille risorse, rassicurante eppure incredibilmente sexy, innovatrice quando serviva ma sapientemente conservatrice nel momento opportuno. Mai una parola fuori posto, un comportamento sopra le righe, un pettegolezzo di troppo. Potremmo proseguire all'infinito con l'elenco delle incredibili doti artistiche e umane di Raffaella Carrà, amatissima in Italia e in tutto il mondo, scomparsa il 5 luglio di tre anni fa a 78 anni a Roma, nella città che l'ha adottata per una vita intera. Alla sua incredibile figura poliedrica, alla sua fama smisurata conquistata in ogni continente Treccani dedica "Raffaella Carrà", biografia corredata da tantissime immagini che inaugura la collana “Miti italiani” con i testi di Ernesto Assante e Caterina Rita e l'introduzione di Massimo Bray.Raffaella ha pubblicato 25 album in studio (in italiano e in altre lingue, soprattutto spagnolo), che hanno venduto oltre 60 milioni di copie e conquistato sessanta dischi d'oro e sei di platino; ha ricevuto innumerevoli riconoscimenti in tutto il mondo per i suoi programmi in tv e il suo modo di fare spettacolo sempre innovativo; il premio alla carriera nel settembre 2021 alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, la medaglia al merito civile da parte di re Juan Carlos di Spagna nel 1985 e la nomina a Dama al Orden del Mérito Civili da parte del re Filippo VI nel 2018 sono solo alcune delle voci nel vastissimo curriculum della "più amata dagli italiani".
L'amore per la danza e le prime apparizioni al cinema
Nata a Bologna il 18 giugno 1943, "nell'Italia che stava entrando nel periodo più difficile della sua storia", scrive il giornalista e critico musicale Ernesto Assante, scomparso prematuramente lo scorso febbraio proprio nel momento in cui il libro andava in stampa, la sua era una famiglia benestante, ma la piccola Raffaella e suo fratello minore Enzo vissero senza il padre, che se ne andò di casa quando i due erano ancora bambini. "Un uomo buono e intelligente – dirà Raffaella – ma un playboy inaffidabile". Fu cresciuta dalla mamma Angela Iris e dalla nonna Andreina e a distanza di anni, nel momento in cui in Italia era sempre più intenso il dibattito sulle adozioni da parte di famiglie lgbtq, dirà "Mi hanno tirato su due donne: sono venuta poi così male?". Studia danza classica dall'età di quattro anni, si appassiona di musical e cinema, impara da sola i passi di Ginger e Fred, di Ester Williams e Judy Garland; dopo l'esperienza all'Accademia nazionale di danza a Roma decide che la classica non è il suo mondo: troppe regole, troppa disciplina e poco spazio per l'estro personale (pare che si lamentasse perché le compagne la mandavano fuori tempo), molto meglio quella moderna. La danza non è l'unica passione: a otto anni conquista una piccola parte in un film di Mario Bonnard, "Tormento del passato", e dopo aver scelto Roma per le sue infinite possibilità nel mondo dell'arte continua a studiare recitazione e compare in diversi film, tra cui, appena ventenne, "I compagni" di Mario Monicelli.
Il grande amore per la tv
Il suo esordio nella televisione nazionale avviene il 12 ottobre 1962, è la valletta di un programma condotto da Lelio Luttazzi sul Secondo canale della Rai. Presto Raffaella, che abbandona il suo cognome vero, Pelloni, per usare quello artistico che le suggerì il regista Dante Guardamagna, lascia il ruolo di valletta per conquistare il suo spazio in tv: sa cantare, ballare, condurre brillantemente qualsiasi programma; nell'Italia degli anni Settanta il pubblico televisivo ama i varietà con musica e balli, e Carrà si trova a suo agio ovunque dimostrando che il posto di una donna nello spettacolo non deve per forza essere marginale e secondario. E' nei suoi primi anni televisivi che abbandona il castano e si presenta con un insolito caschetto biondo, sempre in ordine anche dopo le coreografie più scatenate; e ben presto anche gli abiti e i balli si fanno più originali e fuori dagli schemi, dalle coloratissime tutine aderenti alle mise nere in stile sadomaso.E' stata tra le prime a mostrare l'ombelico davanti alla telecamera nel programma "Canzonissima '70" con Corrado, e il suo celebre "Tuca Tuca", un testo di Gianni Boncompagni con la coreografia di Don Lurio ballato insieme ad Enzo Paolo Turchi, fu censurato dai dirigenti Rai, su pressione dell'Osservatore romano, che lo considerava troppo sexy e inappropriato in un varietà serale per famiglie; fu grazie al duetto con Alberto Sordi, non certo un rivoluzionario dello spettacolo, che il balletto fu sdoganato e ripristinato in tv. Sono tantissimi gli aneddoti poco noti della sua carriera riportati nel volume, da quella volta che chiese (senza ottenerlo) che il suo programma non andasse in onda nel giorno del rapimento di Aldo Moro; o quando pretese che nel 1986 Domenica In, dopo aver dato spazio al presidente di Confindustria, ospitasse l'intervista a un operaio.
Trasgressiva e libera
Raffaella Carrà non ha mai cercato scandali con il solo obiettivo di stupire: ha sempre desiderato mettere in scena una donna nuova rispetto a quella compiacente e garbata a cui il pubblico italiano era abituato, "è stata tante cose diverse per tante persone diverse, ha incarnato sogni e desideri, gioie e dolori, allegria e fantasia, in epoche e fasi differenti della nostra storia di italiani"; ha incarnato la trasgressione, la leggerezza, la libertà, l'energia che può sprigionare la danza, è stata vicina ai movimenti femministi e alle rivendicazioni delle persone lgbtq, tanto che nel 2017 il World Pride di Madrid le ha conferito il premio di “icona gay mondiale” e le sue canzoni sono colonna sonora di tutti i Pride nel mondo. E' stata "la pop star che ha insegnato all'Europa la gioia del sesso", ha scritto nel 2020 il quotiano britannico The Guardian . Così come era disinvolta davanti a milioni di spettatori era riservata nella vita privata: sappiamo delle sue lunghe relazioni con Gianni Boncompagni prima e Sergio Japino poi, tutto il resto è stato sapientemente tenuto lontano dai microfoni, come la notizia della malattia ai polmoni che in poco più di un anno l'ha strappata al suo pubblico. Rassicurante e combattiva, discreta e rivoluzionaria: Raffaella ha mostrato all'Italia e al mondo intero una donna nuova, forte e familiare allo stesso tempo, pronta a sentirsi leggera e felice ma salda nei suoi ideali. Proprio come nelle sue canzoni che hanno celebrato la vita, la libertà e l'amore.