La 'Divina' Lucrezia Lante della Rovere: "Dalle madri non ci si salva mai"
L'abbiamo intervistata non solo per parlare dell'ultimo 'divino' personaggio teatrale che interpreta ma anche per farci raccontare, a un anno dall'uscita della sua autobiografia come procede la sua carriera e la sua vita
Lucrezia Lante della Rovere è sincera, luminosa e piena di grazia. Lo capisci subito appena le stringi la mano e inizi a parlarci. Ha recentemente concluso il primo tour teatrale de "La divina Sarah", testo di Eric-Emmanuel Schmitt. La pièce è andata in scena a Sassari e Cagliari nelle ultime due settimane ed è tratta da "Memoir" di John Murrell, per la regia di Daniele Salvo, produzione Palcoscenico Italiano. Con lei sul palco il bravissimo collega Stefano Santospago nel ruolo del fedelissimo e svampito segretario Georges Pitou.
L'attrice interpreta "Sarah Bernhardt, un personaggio sublime, una donna che arde come il sole".
L'attrice romana, conosciuta sia per il lavoro nel Cinema che in Tv ma soprattutto per la sua intensa carriera teatrale racconta: "La commedia è un gioco in cui la grande diva, una donna molto libera, fa esperienza di tutte le cose della sua vita e della sua morte. Sarah Bernhardt, ormai sul viale del tramonto, prossima alla fine, parla con il sole e con le stelle, chiede al segretario di mettere in scena personaggi reali - la madre, la sorella, l'impresario, Oscar Wilde - e quando lui domanda il perché, risponde che recitare è l'ultima maniera per rimanere in vita".
L'abbiamo intervistata non solo per parlare di questa fantastica commedia che vi consigliamo di andare a vedere l'anno prossimo quando tornerà in scena, ma anche per farci raccontare a un anno dall'uscita della sua autobiografia Apnea edita da Piemme come procede la sua carriera e la sua vita.
Tutto parte da un colpo al cuore: "La foto del matrimonio dei miei genitori. Tutto ha avuto inizio quel giorno. 10 giugno 1964. Dovrei cominciare proprio da lì se avessi il coraggio di scrivere di me".
Questo libro racconta la sua vita "per mettere a posto i pensieri e riodinare una esistenza piena e non ordinaria".Figlia della scandalosa Marina Ripa di Meana e del blasonato Alessandro Lante della Rovere sembra che la vita abbia regalato tutto. L'attrice racconta ovviamente la sua infanzia non semplice con una madre "a piede libero" e un padre ingoiato dai suoi demoni. Cresce spostata come una pedina da una casa all'altra e inizia a fare la modella, da adolescente. Poi l'incontro con l'immenso Mario Monicelli a soli 19 anni le svela la bellezza della recitazione e le fa scoprire il suo talento. Parte così la sua carriera, dal cinema, al teatro, alla televisione. Poi l'arrivo delle sue due figlie, due gemelle quando ha appena vent'anni con Giovanni Malagò. Un libro emozionante come la sua vita piena di colpi di scena ma anche di ironia e autoironia che la salvano sempre. Come ogni autobiografia che si rispetti (forse scritta un po' troppo presto a soli 55 anni) ritroviamo tanta intimità commovente, gli amori travolgenti con Luca Barbareschi, Marco Tirelli, Gianpaolo Tescari ed Emiliano Liuzzi, in un libro che si legge tuttaìo d'un fiato. In fondo la storia di una donna che ha vissuto in apnea, inseguendo desideri, sogni, equilibrio e quel senso che ci accomuna tutti nonostante una famiglia non da mulino bianco e una madre impegnativa.



di Claudia Sarritzu














