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Torna il giallo Unabomber: il caso dell'attentatore misterioso riaperto grazie a un podcast

Il giornalista Marco Maisano ha chiesto di riesaminare vecchi reperti genetici. Undici gli indagati, tra questi torna il nome di Elvo Zornitta

Francesca Mulasdi Francesca Mulas   
foto di OnePodcast
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E' uno dei più inquietanti e terribili misteri italiani: non c'è un colpevole, un movente, una spiegazione per oltre trenta attentati che hanno terrorizzato il Paese in più di vent'anni. Ma Unabomber, il misterioso bombarolo che ha agito tra il 1994 e il 2006 per poi dileguarsi nel nulla, potrebbe presto avere un nome: lo scorso novembre la Procura di Trieste ha annunciato di aver riaperto le indagini, e il 19 gennaio ha chiesto al tribunale di riesaminare alcuni reperti già custoditi negli archivi. Tutto grazie al lavoro di Marco Maisano, giornalista e autore del podcast Il Fantasma – Il caso di Unabomber, che dopo un minuzioso lavoro di indagine ha presentato un esposto insieme a Francesca Girardi e Greta Momesso, ferite da un'esplosione quando avevano 9 e 6 anni,  con la prospettiva di nuovi preziosi indizi dai reperti genetici.

Il Fantasma, un podcast sul misterioso bombarolo

Il podcast di Maisano, sette episodi disponibili su Spotify, Apple e altre piattaforme da novembre scorso, racconta la storia di Unabomber attraverso le voci dei protagonisti dell'indagine, dalle vittime agli inquirenti, dagli esperti ai criminologi che hanno lavorato sul profilo del misterioso attentatore. Riesaminando i reperti custoditi dalla Procura di Trieste il giornalista, che negli ultimi anni ha lavorato a inchieste su temi diversi, dalla pandemia al terrorismo, dal cambiamento climatico alla religione, ha osservato i reperti piliferi trovati nell'uovo acquistato in un supermercato di Portogruaro, vicino a Venezia, che conteneva una bomba miniaturizzata, e altre tracce biologiche che oggi, analizzate con le nuove tecnologie, potrebbero fornire risposte utili per trovare il colpevole. 

"E' una grande soddisfazione per le ragazze con le quali ho chiesto questa riapertura, Greta Momesso e Francesca Girardi e per questa professione, quella del Giornalista - ci ha detto Marco Maisano. - Il podcast è uno strumento in più che oggi abbiamo per raccontare la realtà e quando succede addirittura cambiarla".
 

Dai tubi alle bombe nascoste nelle bolle di sapone

Tutto ha inizio nell'agosto 1994: a Sacile, in provincia di Pordenone, cinquantamila persone affollano la Sagra dei Osei, quando una donna viene ferita dall'esplosione di un tubo di ferro raccolto da terra. E' l'inizio del terrore: altri sette ordigni, tutti costruiti con tecnica rudimentale e oggetti facilmente reperibili in qualsiasi ferramenta, esplodono tra il 1994 e il 1995 tra le provincie di Udine, Pordenone, Venezia, mentre altre esplosioni si verificano tra la primavera e l'estate dell'anno successivo. Seguono quattro anni di silenzio, Unabomber ricompare nel 2000 con ordigni più sofisticati nascosti dentro alimenti e oggetti di uso comune: una bomboletta di stelle filanti, un tubetto di conserva di pomodoro, un uovo, un tubetto di maionese acquistati in un supermercato. L'attentatore rivela un inquietante sadismo: potenziali vittime diventano i bambini, attratti da piccoli giochi, ovetti di cioccolato, un tubetto di bolle di sapone, e allo stesso tempo sfida le autorità con ordigni dentro scuole e tribunali. L'ultimo episodio attribuito a Unabomber si verifica il 6 maggio 2006, a Porto Santa Margherita di Caorle, vicino a Venezia: due fidanzati trovano una bottiglia con dentro un messaggio, e incuriositi cercano di aprirla. L'ordigno esplode e ferisce il ragazzo.

Un'indagine imponente senza un colpevole

Chi c'era dietro gli attentati? Le forze dell'ordine hanno a lungo cercato un uomo tra i 30 e i 50 anni, che probabilmente viveva da solo, o aveva a disposizione uno spazio isolato e tranquillo per studiare e assemblare gli ordigni, forse uno che apparteneva al corpo militare o alle forze dell'ordine in grado di maneggiare esplosivi. Da quel 1994 hanno lavorato al caso tantissime persone, con un imponente dispiegamento di forze con cui sono state setacciato spiagge, campagne, supermercati e negozi, edifici pubblici e abitazioni private; quasi un migliaio le persone sospettate, ma le indagini hanno ristretto il campo a dodici persone. Le stesse che oggi sono nuovamente sotto la lente di ingrandimento della Procura di Trieste, saranno sottoposte a nuove analisi genetiche sulla base dei vecchi reperti. Unabomber potrebbe avere i giorni contati.

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