"Il mio migliore amico è fascista": Takoua Ben Mohamed la fumettista col velo che sconfigge il razzismo
In questa intervista video la giovane fumettista, illustratrice, graphic-journalist e producer italiana ci spiega cosa è il fascismo oggi in Italia
C'è una frase della poetessa Caroline Kaufman che si adatta perfettamente a questa straordinaria giovane donna, fumettista, illustratrice, graphic-journalist e producer italiana di nome Takoua Ben Mohamed che ho avuto l'onore di intervistare. La frase è: “Non c'è nulla di più potente di una ragazza con una penna e con il coraggio di usarla”.
Ha un sorriso grande come grande è il suo talento nel disegno che è strumento per arrivare a un vasto pubblico trasversale, non solo a quello degli amanti del fumetto tradizionale.
Nata in Tunisia nel 1991, dal 1999 vive a Roma, dove si è trasferita con il resto della famiglia per raggiungere il padre, esiliato politico. E' ideatrice a soli quattordici anni del progetto online Fumetto Intercultura, si occupa da sempre di temi politici e sociali. Ha pubblicato Sotto il velo (2016), La rivoluzione dei gelsomini (2018) e Un’altra via per la Cambogia (2020); collabora con diverse riviste e ha ricevuto molti riconoscimenti tra cui il Premio Prato Città Aperta nel 2016 e il Premio speciale come miglior graphic journalist all’Evens European Journalism Prize (2019). Sempre nel 2019 ha prodotto il docufilm Hejab Style per Al Jazeera Documentary Channel, sui mille modi di portare il velo. “Il mio migliore amico è fascista” è il suo primo libro per ragazzi.
La trama: Il primo anno di superiori è complicato per tutti. Figurarsi per Takoua, che di cognome fa Ben Mohamed, è di origine tunisina, è musulmana, porta il velo e vive nella periferia di Roma, dove uno dei suoi compagni di scuola è un bulletto di nome Marco che si professa fascista… peccato che Marco è così scemo che nemmeno lui sa bene cosa vuol dire! Quando la prof ha la brillante idea di metterli in banco insieme, per Takoua andare a scuola diventa un tormento, come se non bastassero le occhiatacce dei vicini di casa, convinti che abbia una bomba nascosta da qualche parte nello zaino, o le battutine degli insegnanti, che pensano che i suoi genitori siano dei semi-analfabeti. Tra Takoua e Marco si scatena una vera e propria guerra, fatta di sguardi in cagnesco e di una trincea disegnata sul banco con il righello. Un muro che di giorno in giorno sembra sempre più insuperabile… Ma sarà davvero così? Una storia che parla di pregiudizi, stereotipi, razzismo, scuola, crescita e amicizia. Raccontata sempre con il sorriso e la forza dell’ironia.