Le lettere di una nonna ebrea che svelano in modo impressionante la discesa agli Inferi: il libro imperdibile sulla Shoah
Giorno della Memoria. Dai divieti di salire sui mezzi pubblici all’impossibilità di fuggire: il toccante libro di Mara Fazio raccoglie le lettere di una nonna ebrea dal 1933 alla morte nel Lager nel 1942. Lo racconta l’autrice che ne ha parlato a Pistoia e oggi è a Radio3


“In una lettera mia bisnonna Lina scrive di dover andare a piedi al cimitero dal marito morto nel 1934 perché agli ebrei era proibito salire sui mezzi pubblici e portare fiori ai propri morti. Aveva 70 anni. I nazisti imponevano crudeltà inutili. Quando vado a Monaco faccio lo stesso percorso a piedi e porto i fiori per riscattare la memoria di questo dolore”. Chi parla a Tiscali Cultura è Mara Fazio, autrice di un toccante libro appena pubblicato da Bollati Boringhieri: “Dal giardino all’inferno. Lettere di una nonna ebrea dalla Germania 1933-1942” (240 pagine, 16 euro, con foto dei familiari). Dove ricostruisce con toni precisi e impressionanti, attraverso lettere di famiglia e passaggi storici, la graduale e inesorabile discesa agli inferi degli ebrei nella Germania nazista fino all’annientamento in un Lager.
Lettere e fatti storici ci accompagnano nel gorgo
“Dal giardino all’inferno” è un racconto storico di straordinaria efficacia su come il nazismo agisca prima per segregare e togliere ogni diritto agli ebrei, poi per sterminarli, neonati compresi, con l’immonda “soluzione finale” del 1942. Queste pagine trascinano in un gorgo, coinvolgono in un misto di sgomento, desiderio di salvezza, furore per quanto i nazisti vanno costruendo azione dopo azione, legge dopo legge, con una morsa sempre più stretta.
Mara Fazio adotta un’accortezza preziosa: intreccia i brani delle lettere con i passaggi storici che travolgono una normale famiglia ebraica tedesca. D’altronde da storica del teatro e dello spettacolo sa come si compone una narrazione incalzante e drammatica: ha scritto saggi sul teatro romantico, sulle regie “dalle origini a Brecht”, “Voltaire contro Shakespeare” e molto altro.
Le lettere trascritte per lasciare un segno
Mara Fazio ha selezionato tra centinaia di lettere intercorse tra due rami della famiglia, tra le missive scritte da Lina Moos che nel 1942 verrà inghiottita in un Lager nazista come l’amata nipote Anneliese. Le ha trascritte a novant’anni passati sul pc perché non venissero dimenticate Lore Lindner, destinataria di quelle lettere, madre dell’autrice: nel 1928 traslocò con la famiglia dalla Germania a Genova al seguito del padre trasferito in Liguria qualità di console. Lore Lindner, come quasi tutti gli scampati all’Olocausto, per decenni ha taciuto. Poi ha voluto lasciare il segno. Il segno rimane.

Agli ebrei è vietato acquistare carne, verdure, cacao, riso
Lina vive a Monaco. Nel 1933 Hitler vince le elezioni (ricordiamocelo, questo passaggio) e diventa cancelliere del Reich. Gli assalti, le minacce, le violenze, le umiliazioni, i crimini contro gli ebrei ricorrono sempre più spesso, pubblicamente, i criminali non si camuffano più. Per il terrore o per condivisione le amicizie ariane si diradano fino a sparire. Queste lettere testimoniano la spirale perversa delle privazioni, dei diritti elementari al cibo.
Dopo la proibizione di comprare cacao, riso, cioccolato, dopo il permesso di prendere solo poca carne e burro, nel 1940 “dal 3 gennaio al 4 febbraio arriva il divieto di acquistare carne e verdure”, scrive l’autrice. E a voce: “Gli ebrei vengono costretti a lasciare le proprie case e andare in case sempre più piccole, con sempre più persone, dovevano abituarsi ad avere sempre meno. Era una ghettizzazione, una forma di crudeltà. Mi ha impressionato quando l’ex donna di servizio Resi, ariana, nel 1940, dà la sua tessera alimentare a Lina perché con quella poteva mangiare”. Andrà sempre peggio. “In una lettera senza francobollo Lina dice di non poter fare dolci perché le razioni di farina, zucchero e burro non sono sufficienti”, ricorda di nuovo a voce Mara Fazio.
Per Lina e Anneliese è stato impossibile espatriare
Riaffiorano i tentativi disperati di espatriare. Il 29 dicembre 1938 “Lina scrive da Monaco con grande lucidità – riporta Mara Fazio: ‘Quello che tu proponi per il mio bene, cara Lisl, è totalmente impossibile. Non posso pensare di andarmene in Uruguay o in Cile. I paesi europei sono da considerarsi solo come stazioni intermedie e presuppongono un affidavit per i paesi oltreoceano. Se alla mia età non si ha un appoggio solido all’estero o non c’è una qualche richiesta, si è condannati a rimanere qui aspettando che si compia il proprio destino’ ”. Un piano perché Anneliese vada in Inghilterra si rivelerà impraticabile.
Il loro destino “è doppiamente tragico – rileva ancora la studiosa a Tiscali -. Per espatriare dovevi dare tutto ai nazisti e avere qualcuno che garantisse l’emigrazione. Avevano gli unici parenti in Italia ma c’erano le leggi razziali”, osserva la studiosa. Ricordando che la “soluzione finale”, lo sterminio totale, venne ideata in segreto nel 1942, una persona ebrea poteva capire quale sarebbe stata la fine? “Quando lo si capisce non si può più espatriare” è la risposta.
Mara Fazio: “L’Italia non ha fatto un vero discorso sulla memoria della Shoah”
A proposito di Italia: la senatrice a vita Liliana Segre pochi giorni fa ha visto il pericolo che la Giornata Memoria, e quindi la Shoah, tra qualche anno sfumi fino a scomparire dalle nostre coscienze (clicca qui per la notizia ).
Secondo Mara Fazio questo pericolo esiste? “In questi giorni intorno alla Giornata no, poi … Non vedo il pericolo di tornare alle leggi razziali ma conoscere la storia è fondamentale e non si insegna più, penso alla scuola. L’Italia non ha mai fatto un vero discorso sulla memoria della Shoah, la Germania invece sì, nessuno vuole rimuovere l’argomento, lo so. Mia figlia ha studiato in una scuola tedesca e ha affrontato a fondo l’argomento dalle elementari alla maturità con diversi livelli di approfondimento”.
Per concludere sul libro, che confidiamo abbia una vasta distribuzione, Mara Fazio appunta la sua novità: “Queste lettere raccontano cosa c’è stato prima della Shoah, non sono rimaste molte testimonianze”.
Clicca qui per la scheda editoriale del libro
Gli appuntamenti
L’autrice interviene oggi 27 gennaio al programma radio “Fahrenheit” in onda dalle 15 nella giornata che Radio3 Rai puntualmente riserva alla Giornata della memoria. Tra i tanti appuntamenti Mara Fazio ne ha parlato ieri giovedì 26 alla libreria Lo Spazio di Pistoia per il nuovo festival sulla Shoah ideato e diretto da Massimo Bucciantini “Le parole di Hurbinek. Giornate della memoria. Scuola Teatro Lezioni civili” iniziato il 18 e in corso fino al 29 gennaio. La manifestazione è organizzata dai Teatri di Pistoia insieme a Uniser e alla Fondazione Caript.
Clicca qui per il festival “Le parole di Hurbinek”
La conversazione: Shoah, così gli artisti ebrei sopravvissuti hanno raffigurato l'inferno del Lager
*** *** *** *** ***
La foto in apertura è stata divulgata dall’Ansa e scattata dall’ufficio stampa del Senato nella Sala della Costituzione di Palazzo Giustiniani, del Senato, lo scorso 20 gennaio: è il sopravvissuto al Lager e testimone Sami Modiano che mostra il numero B7456 con cui fu marchiato nel 1944 quando fu internato nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau con altri familiari, tutti morti. Samuel Modiano, 90anni, ha incontrato gli studenti del Liceo scientifico Morgagni di Roma su invito del presidente del Senato Ignazio La Russa.