Sesso, botanica, magia? I segreti del Codice Voynich scritto in una lingua sconosciuta
Il manoscritto illustrato e conservato a Yale, negli Usa, è un mistero. L’italiana Eleonora Matarrese ipotizza che parli di botanica in un dialetto della Carnia. Per l’australiano Keagan Brewer è un prontuario su sesso, concepimento e contraccezione da non svelare alle donne. I nuovi studi
L’enigmatico “Manoscritto Voynich” è un trattato di botanica? Oppure è un testo illustrato dell’alto medioevo bavarese su sesso, sessualità, concepimento e perfino contraccezione da celare alle donne? Qualcuno magari ricorda: su Tiscali Cultura a gennaio abbiamo riferito di quel codice della prima metà del ‘400 scritto in una lingua mai decifrata, sconosciuta, con un repertorio di immagini altrettanto difficile da interpretare. Lo custodisce la Beinecke Rare Books & Manuscript Library dell’Università di Yale, negli Stati Uniti, ed è identificato come “Beinecke 408”.
Il testo illustrato di 234 pagine contiene quattro trattati che, stando alle ipotesi più accreditate, sarebbero: un erbario, un lunario / calendario, un trattato sui benefici termali e/o di idraulica, un trattato di agronomia sulle piante con ricettario. I disegni raffigurano stelle, pianete, piante, segni zodiacali, donne nude, fluidi. Lo avrebbero scritto cinque persone diverse. L’assegnista di ricerca dell’università di Firenze distaccata a Perugia Claudia Lafranconi descriveva al nostro sito quel codice su cui si sono scervellati schiere di studiosi e appassionati e che incuriosì il nostro Umberto Eco.
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Il manoscritto si chiama “Voynich” perché nel 1912 il mercante polacco-lituano di libri rari Wilfrid Voynich lo comprò dal Collegio romano dei Gesuiti di Villa Mondragone, a Frascati. Il primo proprietario a noi noto, un amico dell’imperatore del Sacro romano impero Rodolfo II, non lo comprò prima del 1552. Nel volume si trovava una lettera del rettore dell’università di Praga e medico reale di Rodolfo II di Boemia in cui chiedeva ad Athanasius Kircher di decifrargli quel testo: il mistero è rimasto. Infine fu donato alla biblioteca di Yale. Il radiocarbonio ha provato, al 95% delle probabilità, che il manoscritto è fatto con pelle di animali morti tra il 1404 e il 1438.
Due nuove ipotesi
In questi ultimi mesi si sono aggiunte nuove ipotesi. Una studiosa pugliese, Eleonora Matarrese, legge il volume come un trattato di botanica e ha pubblicato l’esito della sua ricerca in volume; il ricercatore dell’università australiana di Sydney Macquarie di Sydney Keagan Brewer e la co-autrice Michelle L. Lewis con un articolo sulla rivista Social History of Medicine ritengono che si tratti di una guida medioevale al sistema riproduttivo femminile, che la parte più consistente del documento sia sul sesso. Chissà se una di queste ipotesi potrebbe, e sottolineiamo “potrebbe”, contenere la verità. Sui media fioccano i titoli sul mistero svelato. Decisamente presto per dirlo. In fondo a questo articolo trovate qualche proposta confutata con il tempo.
Eleonora Matarrese: un testo di botanica in un dialetto tedesco della Carnia
Eleonora Matarrese da quindici anni studia il Beinecke 408 con un approccio filologico analizzando sia l’apparato iconografico che la lingua. Intanto ha pubblicato il primo volume del suo studio con il titolo “Beinecke 408 - The Voynich Manuscript”, in versione cartacea ed eBook online e in traduzione italiana. Seguirà un secondo volume con le “Appendici”, approfondimenti con una storia degli erbari la quale introdurrà al terzo volume sull’aspetto botanico del manoscritto indicando quali piante sono raffigurate dacché a tutt’oggi neppure le specie vegetali hanno avuto una spiegazione. Un quarto volume affronterà la parte astronomica-astrologica del manoscritto.
L’autrice è “Guida ambientale e escursionistica”, è esperta di scienze botaniche applicate alla cucina, insegna a contratto Etnobotanica e Fitoalimurgia all’università “Aldo Moro” di Bari, è laureata in Lingue e letterature straniere e specializzata in Filologia germanica. Per la studiosa il codice è una “opera d’arte”, lo scrive online, non avrebbe nulla a che fare con l’alchimia come più volte è stato suggerito, e viene dalla Carnia, nelle alte terre del Friuli.
Corrispondenze con un erbario in un dialetto tedesco in Friuli
Secondo Repubblica.it Eleonora Matarrese ha “finalmente decriptato” il manoscritto Voynich “grazie anche alla consultazione del prezioso erbario ‘Gart der Gesundheit’, datato 1486, custodito all’interno della collezione del Museo Gortani e restaurato alcuni anni fa dal “Centro Studi e Restauro” di Gorizia”. Quell’erbario sarebbe scritto in un dialetto medio-alto tedesco parlato in un’isola linguistica carinziana, il borgo di Timau (o Tamau in friulano, Tschilbong nel dialetto tedesco locale) in provincia di Udine: la studiosa ha ravvisato corrispondenze con la lingua sconosciuta del manoscritto.
Un calendario agricolo
Ancora: una figura femminile in primo piano in un affresco sulla cittadina di Tolmezzo nel ‘400 esposto al Museo Carnico ha un velo, una corona, un globo in mano, è nuda e vicina a un corso d’acqua: ebbene, all’autrice ricorda una figura della sezione sulle acque. Ancora: al Messaggero Veneto la ricercatrice ha sostenuto che il cosiddetto calendario non sarebbe un “né giuliano né gregoriano” bensì “”un calendario ‘agricolo’ precedente, legato all’osservazione della Natura”. Inoltre “il folio 57v presenta stilemi tipici di manoscritti germanici di epoca medievale, con probabili influssi slavi. Le piante cui si riferisce esistono in Carnia”.
Keagan Brewer: è un testo segreto sul sesso, concepimento e contraccezione
Tutt’altra lettura dà Keagan Brewer con Michelle L. Lewis. Su Social History of Medicine ha evidenziato come il manoscritto raffiguri donne nude e alcune abbiano oggetti puntati verso l’inguine. Per lo studioso è una guida ginecologica medioevale, è sull’anatomia femminile e la contraccezione. Al Daily Mail dice: “Non posso capire perché dovrebbe essere su qualcos’altro dato che ci sono piante (significa che è un manoscritto medico) e donne con oggetti puntati verso la vagina. Nell’abbondanza di scritti ginecologici e sessuologici nell’Europa tardo medioevale, molti medici scrittori e lettori ritenevano che i ‘segreti delle donne’ dovessero restare oscuri insieme a argomenti come l’alchimia, la magia, i demoni”.
Secondo Brewer alcuni segni zodiacali e la sagoma di un muro di un castello rimandano alla Germania meridionale o all’Italia settentrionale (il che non confliggerebbe con l’ipotesi della Carnia). “Nel tardo medioevo si credeva che l’utero avesse sette camere e la vagina due aperture”, riferisce al Daily Mail. Pertanto, a parere dei ricercatori australiani, alcune immagini rimanderebbero al coito, altre raffigurazioni, con una sorta di cinque flauti, potrebbero scaturire da testi di un medico medioevale persiano secondo il quale quei canali corrisponderebbero a vene nelle vagine delle vergini.
Le nudità femminili
“Su Social History of Medicine la coautrice Michelle L. Lewis e io proponiamo che il sesso sia uno degli argomenti trattati in dettaglio nel manoscritto e che lo schema più ampio raffiguri sia il sesso che il concepimento”, scrive Brewer su sciencealert.com. Per spiegare le illustrazioni delle donne nude con gli oggetti, che non c’entrerebbero molto in un trattato solo sulle erbe o sull’astronomia, “abbiamo studiato la ginecologia e la sessuologia medioevale, riferita spesso dai medici del tempo come ‘segreti di donne’ – prosegue e ricorda come il medico bavarese Johannes Hartlieb (1410 circa –1468) “abbia scritto di piante, donne, magia, astronomia, bagni”, come raccomandasse di usare “lettere segrete” per rendere oscure ricette e procedure mediche che potevano sfociare nella “contraccezione, aborto o sterilità”. “Hartlieb temeva che i suoi testi potessero facilitare il sesso extraconiugale e, se fosse accaduto, Dio lo avrebbe dannato”.
Le donne non dovevano conoscere il trattato
Quel medico scriveva per uomini aristocratici in vernacolo bavarese, non in latino, ricorda Brewer, scriveva che prostitute, persone comuni, bambini e spesso le donne stesse non dovevano conoscere argomenti come il piacere femminile, la posizione corretta nel coito per concepire, su piante contraccettive o che potevano procurare un aborto.
La censura, e l’auto censura, sui “segreti delle donne” era ampiamente diffusa, rimarca il ricercatore australiano specificando che Michelle L. Lewis e lui hanno consultato numerosi documenti di quell’epoca e ne hanno anche codificati alcuni. “Analizzando le illustrazioni del Voynich attraverso queste lenti (quelle della censura e auto-censura, ndr) per noi quelle più numerose ed elaborate rappresentano come nel tardo medioevo si comprendevano il sesso e il concepimento. La nostra proposta concorda con la cultura patriarcale del tempo e risolve molte delle contraddizioni apparenti del manoscritto”.
Secondo Brewer e Lewis la loro lettura permetterebbe anche di identificare i cerchi, i tubi, i bulbi, i castelli e le mura alle credenze di allora sull’utero (le sette camere di cui abbiamo detto sopra) e sulla vagina (che avrebbe avuto un’apertura esterna e una interna). “I castelli e le mura urbiche potrebbero raffigurare il gioco di parole tedesco ‘Schloss’ che significava ‘castello’, ‘serratura’, ‘genitali femminili’, ‘bacino femminile’ ”, aggiunge ancora Brewer. Il quale conclude così: “Mentre molti aspetti devono essere ancora compresi, la nostra proposta vale un’analisi accurata. Confidiamo che ricerche future impiegheranno lenti analoghe. Forse, con indizi sufficienti, potremo finalmente trovare una maniera per decodificare questo testo elusivo”.
Ultime ipotesi decadute
Le ipotesi sopra citate sembrano plausibili. Si contraddicono l’un l’altra? Quanto sono fondate? Se sono valide non può decretarlo un articolo giornalistico quanto un confronto tra specialisti. A fronte di titoli eclatanti dove si strombazzava che il testo è stato svelato, qualche episodio passato servirà come pro memoria.
Nel 2018 dei ricercatori dell’università dell’Alberta, in Canada, ipotizzarono che il linguaggio scritto del Voynich fosse connesso all’ebraico e l’ipotesi decadde. Nel 2019 venne confutata in pochi mesi l’ipotesi di una ricerca da Bristol che vedeva nel testo una scrittura “proto-romanza”. Nel 2017 circolò la tesi secondo cui, con una traduzione approssimativa, il manoscritto diceva che le donne devono fare un bel bagno se stanno male. Gli studiosi hanno demolito presto tale interpretazione. Studiose e studiosi diranno delle nuove ipotesi.