"Quando le pronunciamo le parole creano la realtà": quanto è rock Vera Gheno
Parole d’altro genere è un saggio diverso dagli altri dell'autrice che questa volta si cimenta nella complessa ricerca delle parole scritte dalle donne che sono rimaste totalmente sommerse, come reperti archeologici mai ritrovati
Dare un nome è un po' come essere Dio. Perché sono le parole che creano la realtà.
Le cose esistono solo nel momento in cui le pronunciamo. Perché è nel momento in cui decidiamo di dare un nome a qualcuno o qualcosa che stiamo dando a quell'esperienza importanza. Con le parole formiamo il reale. La stiamo facendo entrare nella realtà. Le stiamo dando diritto di esistere. Considerazione. Pensiamo al battesimo nella religione cattolica, è un rito di inclusione in una comunità e lo si fa attribuendo a quel bambino, bambina, un suono pronunciabile con la voce e una combinazione di segni per poter essere scritto, impresso, visto e non solo udito. Per lo stesso motivo al contrario agli ebrei nei campi di sterminio veniva tolto il nome e tatuato un numero. Così smettevano di esistere.
"Il punto di vista che abbiamo avuto fino a due secoli fa non è l’unico, ma solo uno dei tanti possibile. Abbiamo avuto quello maschile. L'unico riconosciuto. È il problema non sta nel credere che sia stato per forza sbagliato. Non è questo che ci interessa in questa ricerca, ma sapere che è stato l’unico sguardo possibile. Questo sì che è grave".
È questo che ha spinto una delle più note sociolinguiste del nostro Paese, Vera Gheno a cercare parole che fino a oggi erano rimaste nascoste, sotto strati polverosi di patriarcato, dimenticanza e ignoranza.
Il 7 marzo è uscito per BUR Rizzoli, Parole d’altro genere, un saggio diverso dagli altri dell'autrice che questa volta si cimenta nella complessa ricerca delle parole scritte dalle donne ma che facendo parte appunto del femminile sono rimaste totalmente sommerse, come reperti archeologici mai ritrovati.
"Con questo volume, che sconfina in un territorio finora inesplorato dalla mia produzione e forse lontano dalla mia comfort zone, ho provato a far dialogare letteratura, linguistica, militanza, attivismo, passato e presente. Non so se ci sono riuscita, ma so per certo che ho imparato tantissimo".
Così Gheno scava, compie un lavoro che può sembrare ai più superfluo, visto che si tratta di testi che non hanno lasciato molte tracce, né testimoni. E invece sapere che le donne hanno scritto e lo hanno fatto molto prima che il mondo permettesse loro di farlo alla luce del sole, come è stato concesso agli uomini, cambia parecchio la percezione che abbiamo della Storia e della società nel suo totale insieme. Ma soprattutto fa bene alle donne (non una minoranza ma una maggioranza) che fino a ora si sono fatte raccontare a scuola che non esisteva una letteratura scritta da loro prima del 18esimo secolo (a parte qualche eccezione).
Dunque, come le scrittrici hanno cambiato il mondo? Ed ecco la proposta di un dizionario letterario con le parole, appunto, con cui le scrittrici hanno tentato di trasformare il modo in cui pensiamo. Secoli interi in cui hanno scritto dietro a pseudonimi o solo nei propri diari chiusi in un cassetto e non tramandati perché non è stato loro concesso di pubblicare. Ma hanno quindi ragione i testi scolastici? Le donne sono davvero rimaste mute? O muta è stata la memoria?
E quanto quelle pochissime che ce l'hanno fatta a passare il setaccio della Storia hanno contribuito a una società più inclusiva e progressista? Troviamo la gigantesca Christine de Pizan, l'immensa Lady Mary Wortley Montagu, la rivoluzionaria Virginia Woolf. E poi Saffo, Zelda Fitzgerald, Margaret Mitchell.
Vera Gheno costruisce una sorta di Atlante dello spazio ma anche del tempo raccontandoci la scrittura femminile. C'era una volta un altro genere che ha lottato con tutte sue forze per tramandarci saperi, idee, parole preziose. Finito il libro sappiamo finamente che le donne c'erano e immaginavano, studiavano, scrivevano e spesso senza farsene accorgere dal patriarcato cambiavano il mondo.
Consigliato per le scuole superiori.
Qui i link alle video interviste realizzate da Claudia Sarritzu a Vera Gheno e Nicoletta Bortolotti
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