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Intramontabili Soft Cell: a novembre il tour per i 40 anni di "Non-stop erotic cabaret", in primavera arriva il nuovo disco

Francesca Mulasdi Francesca Mulas   

"Che sollievo scoprire che una canzone di tre minuti può comunicare una sensazione o un'idea. Addio a performance esibizionistiche spudorate e decadenti della durata di ore. Ben arrivate performance esibizionistiche spudorate e decadenti della durata di tre minuti". Peter Mark Sinclair Almond, 23 anni, inglese del nord, è uno studente del Politecnico di Leeds che pochi mesi prima ha iniziato a fare musica insieme a un amico, Dave Ball. Mentre Mark realizza che si possono fare canzoni immortali di pochi minuti i due, con il nome di Soft Cell, stanno per dare alla luce una delle pietre miliari della musica pop: "Non-stop erotic cabaret", uscito per l'etichetta Some Bizarre nel dicembre 1981, è uno dei dischi più amati, suonati e ascoltati degli anni Ottanta e non solo. L'album compie oggi quarant'anni, Mark e Dave si preparano a festeggiarlo con un tour autunnale che toccherà Glasgow, Leeds, Manchester e Londra in attesa del nuovo disco previsto per l'anno prossimo.

Marc Almond e Dave Ball, una vita corrotta

Chi ha vissuto gli anni Ottanta ricorda bene l'atmosfera di scintillante ottimismo, le canzoni al Festivalbar, le tastiere pop che accompagnavano tracce senza impegno e ritornelli da estate al mare. Ricorda i colori fluo, i bracciali e gli orecchini di plastica, le camicie oversize e gli abiti sgargiandi con grandi loghi in vista. Tutto sembrava un inno all'opulenza e al consumismo. Eppure negli Eighties esisteva un lato oscuro della musica neanche troppo nascosto: look nero con croci e make up pesante, suoni oscuri e ossessivi, l'attenzione per gli ultimi della società, disagiati, tossicodipendenti, prostitute, persone stremate dalla lotta quotidiana con la sopravvivenza. I Soft Cell sin dagli esordi incarnavano esattamente la contraddizione di quel decennio: il buio e la luce, lo scintillio del successo e la solitudine più nera, la ricerca esasperata di un'identità e lo show business che cercava etichette e divise a ogni costo. Un mondo capace di portare un duo di giovani inglesi dalle idee piuttosto confuse in vetta alle classifiche musicali mondiali e di distruggerli con poche parole nella recensione di una rivista. Marc Almond ha vissuto con grande tormento lo spietato mercato musicale che ha portato nella sua vita molti soldi e grande fortuna ma anche enormi sofferenze e delusioni. Nell'autobiografia "Tainted Love" pubblicata in Italia nel 2000 da Arcana con il titolo "Una vita corrotta, la mia storia senza veli" ha raccontato quegli anni, dall'infanzia a Southport agli studi di Leeds fino agli anni del successo, i tour in tutto il mondo, i continui spostamenti tra Londra e New York, le sedute in sala di registrazione, le interviste e le copertine delle riviste musicali, le comparsate in tv, i fan che lo seguivano e lo fermavano ovunque in un rapporto di devozione che in alcuni casi sfiorava lo stalking. In mezzo a una intensa e frenetica attività artistica la vita di Marc è stata segnata dagli eccessi: l'alcol, le droghe, le feste che non finivano più, i personaggi improbabili che ruotavano al mondo della musica. Anni segnati da sentimenti opposti da pubblico e critica: odio o venerazione incondizionata. I Soft Cell erano così, in quegli schizofrenici primi Ottanta: li si amava alla follia o li si disprezzava, nessuna via di mezzo. E poi c'era la stampa: per lungo tempo Almond ha sofferto di quanto scrivevano alcuni giornalisti, soprattutto nelle riviste scandalistiche inglesi, che lo definivano ora "viscido", ora "spregevole pervertito", e poi "pietoso", "patetico, "brutto", "nanerottolo". Mentre stendeva la sua autobiografia il cantante inglese ha realizzato che questi crudeli attacchi non erano rivolti a lui in particolare, ma erano piuttosto "un sintomo dell'omofobia come atteggiamento prevalente della nostra società. Io rappresentavo, e ancora rappresento, un'opportunità per i loro giornalisti di sfogare i loro sentimenti omofobi". 

Marc Almond, una vita sul limite

Con grande sincerità in "La mia vita corrotta" Almond ha raccontato il momento più buio della sua vita: tra la metà degli anni Ottanta e il 1994 ha vissuto nella totale dipendenza da droghe e sonniferi. I giorni trascorrevano da un party all'altro accompagnati da ecstasy, cocaina e pastiglie di vari tipi e provenienza, i ricordi si annebbiavano sempre più, il sonno e il riposo erano tormentati e l'umore era continuamente sconvolto da bruschi alti e bassi; in più occasioni l'abuso arrivò quasi all'overdose. Per non parlare dei conti in rosso e dei personaggi pericolosi che in certi momenti frequentavano la sua casa. Anche la disintossicazione in clinica fu roba da tabloid scandalistici ("mi sorprese - ha scritto Almond - il fatto che la stampa potesse trovare interesse a una notizia del genere"), insieme alle tante chiacchiere sulla sua vita privata e le preferenze sessuali. Almond, come molti artisti in quegli anni, non ha mai nascosto di essere omosessuale, ma ha sempre scelto di rifiutare etichette che, a detta sua, lo avrebbero identificato come un'icona gay. 

Da Madonna a Morrisey, odio e amore con lo star system

Per rendersi conto della straordinaria vitalità artistica e musicale di quegli anni basta sfogliare l'autobiografia di Marc Almond e scorrere i nomi che il cantante incontrava quotidianamente: da una giovanissima esordiente Madonna a Siouxsie and The Banshees, dai primi e acerbi Depeche Mode a Steve Strange, da Nick Cave a Lydia Lunch, e poi Psychic Tv e Genesis P. Orridge, The Cure, Einsturzende Neubauten e Jesus and Mary Chain. Fondamentale è sempre stata l'amicizia con Pierre e Gilles, fotografi e artisti che curarono il videoclip di "A lover spurned" nel 1990 e realizzarono alcuni dei ritratti più belli di Almond. Mentre il rapporto con il mercato discografico si muoveva tra alti e bassi, Marc non riuscì mai ad andare d'accordo con i giornalisti e la tv, colpevoli di voler scavare troppo nella sua vita e di voler a tutti i costi condizionare l'immagine e il look dei musicisti. 

Un disco che è entrato nella storia del pop

"Tainted love", il primo singolo di "Non-stop erotic cabaret" scalò le vette delle classifiche mondiali e ci restò per settimane. Ancora oggi il brano è amatissimo e intramontabile, eppure da quel fortunato successo non entrò una sterlina nelle tasche dei Soft Cell: si trattava della cover di un brano semisconosciuto cantato da Gloria Jones, moglie di Marc Bolan; la casa discografica decise di stampare il singolo con un'altra cover nel lato B, e così il disco vendette milioni di copie senza che Almond & Ball potessero rivendicarne i diritti. Per molti oggi "Tainted Love" rievoca momenti spensierati e party danzanti, per il duo non fu proprio così: "Mi piacerebbe potervi dire che durante la sua registrazione avvenne qualcosa di religioso ma non fu così. Eravamo solo tre persone che incidevano un disco divertendosi. Quando io e Dave tornavamo dallo studio nel nostro albergo decrepito di Bayswater, sapevamo di aver inciso qualcosa di speciale, ma non riponevamo troppe speranze". Poco dopo, racconta ancora Marc, quel suono iniziale così riconoscibile iniziò a suonare come "un presagio di rovina". 

Video

Tainted Love

“Non-stop erotic cabaret”, quarant'anni e non sentirli

“Non-stop erotic cabaret” è stato il primo tassello di una vita dedicata alla musica, primo lavoro discografico a cui sono seguiti “The art of falling apart” (1983) e “This last night...in Sodom” (1984). I due Soft Cell si separano per diversi anni mentre Almond ha proseguito come solista e con diversi progetti e collaborazioni, per poi tornare a suonare insieme nel 2002 per registrare di “Cruelty without beauty” (2002). Marc Almond e Dave Ball saranno ancora assieme per celebrare il quarantennale di "Non-stop erotic cabaret" e "Tainted Love", nel frattempo stanno lavorando al quinto disco, "Happiness Not Included”, annunciato per la primavera 2022 con BMG. I fan attendono con trepidazione: da lunedì 6 agosto saranno in vendita i biglietti per il tour dei quarant'anni, con l'intero album suonato dal vivo, che toccherà Glasgow (10 novembre), Manchester (12), Leeds (13) e Londra (15 e 16 novembre). Il duo inglese ha ancora tanto da raccontare.

Francesca Mulasdi Francesca Mulas   
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