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A 100 anni dalla Marcia su Roma del fascismo: otto saggi per capire perché in Italia il passato non passa

I libri di Emilio Lussu, Aldo Cazzullo, Ezio Mauro, Antonio Scurati, Sergio Rizzo e Alessandro Campi, Filippi, David Bidussa e Marcello Sorgi ricostruiscono l'avvento di Mussolini a cent'anni dalla Marcia su Roma

Daniela Amentadi Daniela Amenta   
A 100 anni dalla Marcia su Roma del fascismo: otto saggi per capire perché in Italia il passato non...

Forse è venuto il tempo di leggere/rileggere Marcia su Roma e dintorni di Emilio Lussu, scritto nel 1933 per il pubblico straniero, pubblicato prima in Francia, in Inghilterra e in America e poi in forma clandestina in Italia, un testo diventato la boa necessaria per comprendere l'annus horribilis dell'Europa e gli accadimenti nel nostro Paese culminati, appunto, in quella manifestazione armata del 28 ottobre 1922 con la quale Benito Mussolini e le sue camicie nere presero il potere instaurando il ventennio fascista.

Sia detto che marciarono in ventimila sulla Capitale tranne il futuro Duce, rimasto a Milano per avere una via di fuga verso la Svizzera in caso di arresto. Il resto è storia: il 30 ottobre il re Vittorio Emanuele III consegnò il governo e l'intera Italia al regime fascista. A cento anni da quella data fioccano film (da segnalare il documentario Marcia su Roma dell'irlandese Mark Cousins con Alba Rohrwacher) ma soprattutto libri che con angolature diverse cercano di decifrare uno snodo cruciale, racchiuso in una data simbolica.
Antonio Scurati ci consegna un nuovo capitolo su Mussolini e il trienno 1938-1940 con M. Gli ultimi giorni dell'Europa (Bompiani, pagg. 432, euro 23 ) dove l'arrivo di Hitler in Italia, la promulgazione delle infami legge razziali, il Patto d'Acciao siglato con la Germania ("per assicurare le basi della civiltà europea”) portano il Duce a proclamare in una sera di giugno del 1940, dal balcone di Palazzo Venezia, “l’ora delle decisioni irrevocabili". Un saggio-romanzo potentissimo e drammatico, nello stile dell'autore che ha vinto il Premio Strega nel 2019.

Cancella ogni ombra sull'ipotetico "valore" dello statista il testo di Aldo Cazzullo:  Mussolini il capobanda - Perché dovremmo vergognarci del fascismo (Mondadori, pagg. 30, euro 18) in cui ricorda le nefandezze del regime prima dell'ingresso in guerra. E quindi la violenza cieca, oltre la retorica dell'olio di ricino, la morte dei principali oppositori: Matteotti, Gobetti, Gramsci, Amendola, don Minzoni, Carlo e Nello Rosselli. E poi il Tribunale speciale, la polizia segreta, i crimini in Libia e in Etiopia. Scrive nell'incipit il giornalista del Corriere della Sera: «Cent'anni fa, in questi stessi giorni, la nostra patria cadeva nelle mani di una banda di delinquenti, guidata da un uomo spietato e cattivo. Un uomo capace di tutto; persino di far chiudere e morire in manicomio il proprio figlio, e la donna che l'aveva messo al mondo».

Molto diverso il taglio dell'opera di Sergio Rizzo e Alessandro Campi in L'ombra lunga del Fascismo - Perché l'Italia è ancora ferma a Mussolini (Solferino, pagg. 414 - euro 16.50) in cui gli autori analizzano l'infinito post-ventennio nero. Che permane negli stadi, nelle piazze, in certi consigli comunali, nel simbolismo che ci circonda. Scrivono, tra l'altro: "Viviamo in un Paese in cui la famiglia Mussolini è ancora in politica; perché alla fine della guerra molti fascisti sono rimasti al loro posto; perché paghiamo ancora il conto dell’Iri o di Carbonia e sono tutt’ora in vigore 249 leggi, decreti, regolamenti in cui compare la parola «razza»". Sull'onda va citato almeno un altro titolo, appena ristampato (22esima edizione) ma pubblicato nel 2019: si intitola Mussolini ha fatto anche cose buone, sottotitolo Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo. Lo ha scritto Francesco Filippi, storico, è un saggio agevole, brillante, che smonta ad una una le leggende sui valori buoni dell'epica nera. Nel recensirlo Corrado Stajano ha scritto: "Una lezione sul passato che non passa" (Bollati Boringhieri, pagg. 124, euro 12).


Ezio Mauro, ex direttore di Repubblica, ci propone invece un'analisi dettagliata sul 1922 in L'anno del fascismo (Feltrinelli, pagg. 220, euro 20). Un'opera incalzante, forte, con un'ampia bibliografia per narrare "i mesi bui che conducono alla dissoluzione dello Stato liberale (quando) Mussolini, con la sua concezione tragica e spettacolare della vita, incrocia lo spirito del tempo. La politica viene ridotta alla sua dimensione fisica, la ritualità soppianta la cultura. Attorno, un cielo vuoto di stelle spente, in un mondo politico in disfacimento incapace di leggere la società in trasformazione". Mauro cita e ringrazia lo storico David Bidussa che di par suo ha raccolto in un'opera monumentale gli Scritti e i discorsi di Mussolini dal 1904 al 1945 (Feltrinelli, pagg. 768, euro 23) "per comprendere le origini dell'Italia di oggi e fare i conti col passato, che non è chiuso, non è sterile e, soprattutto, non è definitivamente alle nostre spalle".

Mura La scrittrice che sfidò Mussolini di Marcello Sorgi (Marsilio, pagg. 140, euro 17) è un libro appassionante come un'avventura ma che racconta la vicenda vera, dimenticata, cancellata di Maria Assunta Volpi Nannipieri, autrice di punta della Sonzogno, contraltare spregiudicato, scandaloso di Liala. Una donna libera che vendeva migliaia e miglia di copie in un Paese come il nostro, nonostante il livello altissimo di analfabetismo. Mura venne censurata per "mancato razzismo" a causa di una novella intitolata Sambadù, amore negro e perderà la vita nel 1940 in un incidente aereo dai connotati ancora misteriosi. Sorgi non cede mai alla tentazione del colpo di scena letterario ma da cronista mette insieme date, circostanze, raccontandoci il clima culturale dell'epoca, i suo vizi, i suoi circoli, i suoi pregiudizi, la sua sottile violenza.
Molto da leggere, insomma, soprattutto tanto su cui riflettere a un secolo da quella Marcia che ha cambiato per sempre la storia dell'Italia, una storia mai archiviata per davvero. 

Daniela Amentadi Daniela Amenta   
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