Combinare desiderio sessuale e amore ma anche curare l'ansia: gli psicoanalisti sono le nuove rockstar in libreria

Vi ricordate In Treatment, la serie tv importata da Israele e che Sky trasformò in un format all'italiana con Sergio Castellitto nei panni dello psicoterapeuta? Ecco, mai come ora, sarebbe necessaria un'altra stagione: sdraiarci almeno su un lettino virtuale, cercare conforto nell'interazione con un analista. Perché la pandemia ci ha reso più incerti, fragili, a tratti sgomenti. La rivista scientifica The Lancet ha stimato un aumento del 28% dei casi di depressione nel mondo (circa 246 milioni di persone) e un balzo del 26% di sindromi ansiose che coinvolgerebbero 374 milioni di soggetti. Per non dire poi delle conseguenze devastanti che il virus sta provocando nella psiche degli adolescenti: crescita esponenziale di disturbi alimentari, tentativi di suicidio o comportamenti autolesionistici. D'improvviso abbiamo dovuto fare i conti con le morti di massa, in Italia non accadeva dalla Seconda Guerra Mondiale, mentre il futuro appare a tratti come una minaccia.

Forse per questa ragione anche in libreria è boom di testi scritti da psicoanalisti, le nuove rockstar dopo i virologi. Li abbiamo letti per voi. Cominciando dal bel saggio di Umberto Galimberti, filosofo e psicoanalista di scuola fenomenologica, che con "Il libro delle emozioni" (Feltrinelli, pagg. 192, 16 euro) indaga la base di pulsioni primordiali: la paura, il desiderio, la rabbia. Scrive: "La nostra è un'epoca di spaventosa espansione della razionalità tecnica. Da un lato, questa espansione impone la rimozione delle emozioni e, dall'altro, innesca una reazione di ritirata nel proprio sentimento, assunto come unica legge di vita. A ciò si aggiunge la ricerca costante di visibilità e di notorietà, che trasforma le nostre emozioni in merci". Come restituire allora valore alle emozioni senza farsi travolgere? Galimberti indica la scuola come palestra possibile dove allenarci ai sentimenti, ma servirebbe una rivoluzione culturale per rimettere al centro l'educazione di qualità, condivisa tra chi insegna e chi impara. Ipotesi complessa da praticare soprattutto in tempi di Dad.

Anche Massimo Recalcati, altro psicoanalista di fama, spalanca le porte emozionali con "Esiste il rapporto sessuale? Desiderio, amore e godimento" (Raffaello Cortina Editore, pagg. 202 pagg, 14 euro). Un testo necessario in questi anni affollati e insieme deprivati dalle relazioni amorose. Seguendo la scia di Lacan, lo psichiatra francese che mescolò il marxismo alla feroce critica di Freud, Recalcati ci dice che in fondo il rapporto sessuale si consuma essenzialmente tra noi e il nostro fantasma. Annota l'autore: "Diversamente dal mondo animale, regolato dal carattere infallibile dell’istinto, la sfera della sessualità umana appare simile a un collage cubista. La bussola dell’istinto non funziona. Gli esseri umani si accorgono che non è semplice tenere insieme, per esempio, il desiderio sessuale e l’amore. Allo stesso modo si accorgono che in ogni rapporto sessuale il desiderio, prima di incontrare il partner, è strutturato inconsciamente in un fantasma singolare che detta le regole di questo incontro: seduzione, possesso, gelosia, estasi, inibizione, odio". Un tema che spesso ci confonde per via della sostanziale distanza tra uomini e donne o le differenti sfere di genere. Ben oltre il principio del piacere, Recalcati scava nella natura anarchica del desiderio, nomade e imprevedibile, "perverso e polimorfo", capace di mettere a repentaglio perfino gli amori più solidi.

Per approfondire il tema, che è scottante e spesso deflagra nelle nostre vite tra segreti, bugie e sofferenze taciute, vale la pena approcciare un altro libro. E' quello di Vittorio Lingiardi: "Arcipelago N. - Variazioni sul narcisismo" (Einaudi, pagg. 144, 14 euro). Psichiatra e analista junghiano (nonché brillantissimo critico cinematografico sul Venerdì), Lingiardi descrive un intero mondo basato sul sé in una sorta di curva di Gauss: si va da narciso fragile con bassa autostima, ondivago ma perfino creativo e anticonformista, fino al narciso arrogante e maligno, dominato da idee di grandezza, e che infligge dolori agli altri senza alcun senso di colpa. E' un saggio piacevole, ricco di citazioni letterarie, storiche, filmiche. Scoprirete che siamo tutti narcisì e che la stragrande maggioranza dei soggetti analizzati, si chiamino Donald Trump o Woody Allen, sono maschi, con l'unica eccezione di Grimilde, la strega cattiva di Biancaneve. Un caso?

E infine, in questa breve classifica dei bestseller da "strizzacervelli", merita il podio "L'ultima immagine", il libro testamento di James Hillman scritto con Silvia Ronchey (Rizzoli, pagg. 251, 19 euro). Un'opera postuma per uno dei più grandi e controversi pensatori del Novecento che ha trasformato gli archetipi di Jung nei miti delle società moderne, ha messo l'anima - Il Codice dell'anima - al centro dei processi umani, ha parlato di immagine come segno, simbolo, permanenza, luogo dello spirito. Un dialogo a distanza con Ronchey, docente di civiltà bizantina all'università di Roma Tre, a partire dai mosaici di Ravenna. Un testo complesso ma affascinante dove la voce di un uomo sul letto di morte diventa messaggio ai popoli e a ciascuno di noi. Hillman ci dice che diventiamo simili a ciò che vediamo. Per questo è necessario scorgere la bellezza anche quando manca. Per farla nostra. Per darci coraggio. Per essere il miglior specchio di noi stessi.