Il mondo acclama lo scrittore italiano che ha svelato i segreti dello spin-doctor crudele e folle dello zar Putin
Un libro a metà tra saggio, reportage e thriller: si intitola "Il mago del Cremlino", lo ha scritto Giuliano da Empoli ed è già stato tradotto in 26 Paesi, ma non in Russia
Giuliano da Empoli compirà 50 anni nel 2023 eppure ha già alle spalle una vita densa, un curriculum di quelli che contano, una famiglia che tra Italia, Francia e Svizzera lo ha formato ed educato alla politica, all'economia e alle buone letture. Insomma "un grande futuro dietro di lui" per translitterare il suo primo libro uscito nel 1996. Figlio di Antonio, un calabrese ben introdotto nelle alte sfere di Palazzo Chigi quando Presidente del Consiglio era Bettino Craxi, nipote dell'economista Attilio che da Londra e dall'America intratteneva una fitta corrispondenza con Luigi Einaudi, Giuliano da Empoli ogni tanto viene candidato come "uomo dell'anno" per quella sua capacità di sconfinare tra mondi paralleli. Ha lavorato con Maccanico, con Rutelli, con Renzi, è stato nel consiglio di amministrazione della Biennale di Venezia e della casa editrice Marsilio, presidente del Gabinetto scientifico-letterario Vieusseux di Firenze e del Think Tank Volta. Oggi insegna politica comparata a Parigi e soprattutto scrive.
Il suo ultimo romanzo - Il Mago del Cremlino - è un caso editoriale in Francia, tanto che viene pubblicato da Gallimard, la casa editrice che sforna Nobel per la letteratura e adesso in Italia da Mondadori (pagg. 240, euro 18). Un libro già tradotto in 26 lingue (tranne il russo), che ha vinto il Grand Prix du roman de l'Académie française, uno dei riconoscimenti più prestigiosi d'Oltralpe. Il lungo incipit è indispensabile per capire l'autore e la natura de Il Mago del Cremlino, che segue un percorso quasi alchemico, attraversando generi e suggestioni, in un calibrato, affascinante dosaggio di personaggi, sottotracce. Un'opera di fantasia, un thriller, un saggio tra passato e cronaca, un esperimento narrativo, un reportage, una testimonianza? Sia come sia questo romanzo è veramente sorprendente. E per la scrittura, colta ma nitidissima, elegante e mai leziosa, e per la storia, e per la chiave di lettura che ci offre utile a decifrare la Russia attuale e il suo leader: Vladimir Putin.
Al centro c'è uno spin doctor, un consigliere che nel corso di una notte vuota il sacco, dice l'indicibile, parla come mai ha fatto. Giuliano da Empoli lo chiama Vadim Baranov, ma all'anagrafe risulta essere Vladislav Surkov, l'uomo "che ha accompagnato la trasformazione di un anonimo funzionario del Kgb nell’inesorabile Zar di oggi". E' Baranov/Surkov la voce narrante del Mago del Cremlino, ex produttore di reality show, ex scrittore che ha studiato all'Accademia di arte drammatica di Mosca e “vive il suo mestiere come una performance". E' lui a raccontare fatti, misteri, amori, passioni, complotti, lui a fare nomi e cognomi veri del cerchio magico del Presidente della Federazione Russa, a spiegare la macchina del potere che si nutre di soldi, affari loschi, servitori più o meno fedeli, caviale e cadaveri, e che dall'annessione della Crimea porta fino al massacro in Ucraina. "Un manipolatore capace di trasformare un Paese intero in un palco teatrale, dove non esiste altra realtà che il compimento della volontà dello Zar. Si nutre delle forze del caos per costruire il potere senza limiti dal quale finirà col rimanere lui stesso prigioniero". E vittima. Perché il vero Surkov, da potentissima eminenza grigia della Propaganda, diventa a un certo punto - nel 2020 per l'esattezza - un personaggio così ingombrante da essere prima detronizzato poi arrestato dal suo "padrone".
Su Frammenti Rivista questo oligarca senza scrupoli viene così descritto: "Ha trasformato docilmente la democrazia in totalitarismo, gestendo la comunicazione, ovvero il potere, diventando un burattinaio oscuro e schizofrenico degli intrighi politici della Russia di Putin. Fu il primo a comprendere la comunicazione occidentale, reinterpretandola in maniera originale (una sorta di glocalizzazione dei mass media). Ideologo dello Zar, genio, follia e crudeltà al potere, al pari di Caligola o Nerone". Il libro si legge d'un fiato: è spaventoso e illuminante, spiega le ossessioni staliniste di Putin e le "operazioni speciali" necessarie per controllare il Paese, restituire a un popolo un'identità combattente, instaurare una logica del terrore che è spietata, buia come un abisso. Che fine ha fatto Surkov, questo Rasputin contemporaneo? Non se ne hanno più notizie da diversi mesi. Qualcuno favoleggia che continui a scrivere romanzi sotto pseudonimo per poi stroncarli sempre sotto falsa identità in un delirio schizoide, lo stesso che attanaglia lo Zar. Di certo il libro di Giuliano da Empoli è un affresco raro per capire la Russia del Terzo Millennio, dal post comunismo ai vizi del nuovo Politburo che saccheggia il peggio delle crapule del "maledetto" Occidente e si legittima ancora con le parate, l'esibizione marziale dell'Armata, lo spettacolo muscolare.
Un circo macabro che il Mago ha gestito come un burattinaio mentalista, ipnotizzando gli astanti, mescolando i ruoli, annebbiando la realtà con giochi di specchi, fumi scenici, finte quinte. Il giornale La Libre ha scritto: "Per cogliere la personalità di Putin, per capire le sue politiche, per spiegare la sua barbara aggressione all'Ucraina, è necessario, paradossalmente, affidarsi a un romanzo. A parte Balzac, i buoni romanzi storici sono rari. Il mago del Cremlino è uno di questi." In contemporanea con l'uscita dell'opera in Italia, Giuliano da Empoli ha realizzato un podcast su Spreaker. Ascoltatelo ma soprattutto leggete questo libro e usatelo come bussola per capire il presente.