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A ogni celebrità la sua fobia: Hitchcock terrorizzato dalle uova, Dario Argento dal buio mentre Fiorello odia volare

Appena pubblicato L'Atlante delle fobie e delle manie, un libro che svela le nostre più profonde paure, alcune assurde, come il timore per il burro d'arachidi, Babbo Natale e il cotone

Daniela Amentadi Daniela Amenta   
A ogni celebrità la sua fobia: Hitchcock terrorizzato dalle uova, Dario Argento dal buio mentre...

Certo che strano tipo era Alfred Hitchcock: il maestro che scavava nelle angosce più profonde del pubblico era in realtà terrorizzato dalle sue stesse pellicole. "Io non vado mai a vedere i miei film. Anzi, non capisco come faccia la gente ad apprezzarli". A Oriana Fallaci, nel 1963, "il re del brivido" confessò di essere un fifone: "Sono pauroso e vigliacco, mi chiudo a chiave in camera ogni notte, come se dall'altra parte dell'uscio ci fosse un pazzo pronto a scannarmi".

Un uomo intimorito da mille fissazioni che, per dirne una, odiava le uova: "Quelle cose bianche, tonde, senza buchi... Brrr!". Questa, e non solo, è una delle testimonianze contenute in Atlante delle fobie e delle manie. 99 ossessioni che ci rendono umani, un libro appena pubblicato da Utet/De Agostini in Italia e firmato da Kate Summerscale, giornalista e scrittrice inglese (pagg. 344, euro 26, traduzione di Costanza Prinetti). E che dire di Edgard Allan Poe letteralmente ossessionato dall'idea di essere sepolto vivo? E così Dario Argento, spaventato dal buio, e Quentin Tarantino terrorizzato - come chi scrive - dai topi. A The-Talks l'autore di Pulp Fiction ha detto: "Solo l'idea di trovarmi a tu per tu con un ratto è per me debilitante. Se ne entrasse uno adesso, in questa stanza, comincerei ad urlare come una cagna".

Forse non è casuale che personaggi che hanno costruito la loro fama tra incubi, horror, violenza e sangue sublimino le loro paure mettendolo in scena. Salvador Dalì, ad esempio, provava una repulsione fortissima per gli insetti, le formiche in particolare. "Se una cavalletta mi venisse addosso sul ciglio di un burrone, non avrei dubbi: mi butterei giù", disse. Eppure i suoi quadri sono pieni di animaletti striscianti, volanti, terribili. Alle fobie, come scrive Kate Summerscale, si mescolano spesso le manie come possibile strumento di difesa inconscia. Quindi sommare i numeri delle targhe delle macchine, strapparsi i capelli, pulire ossessivamente le superfici. O lavarsi le mani fino a farle sanguinare come Leonardo DiCaprio in The Aviator, il film di Martin Scorsese dedicato alla vita del leggendario pilota Howard Hughes. La detersione eccessiva è detta anche "effetto Lady Macbeth” in riferimento alla tragedia di Shakespeare, in cui la regina è complice dell’omicidio di Re Duncan di Scozia e cerca disperatamente di cancellare la macchia di sangue immaginaria che rappresenta i suoi sensi di colpa. Al contrario Wynona Rider ha paura dell'acqua, Uma Thurman invece è affetta da claustrofobia mentre Johnny Deep, come il collega Daniel Radcliffe, è angosciato dai clown perché "dentro di loro alberga l'oscurità". Bizzarra la fobia di Woody Allen spaventato dai colori troppo accesi o quella di Orlando Bloom intimorito dai maiali mentre Scarlett Johanson prova una repulsione sconfinata per gli scarafaggi. Più diffusa la paura di volare che, come metafora, è anche il titolo del best seller di Erica Jong e di cui soffre un'ampia schiera di personaggi: Jennifer Aniston, Meg Ryan, Colin Farrel, Cher ma anche Fiorello e Adriano Celentano. E soprattutto Stanley Kubrick, quel gran genio ossessivo e ossessionante, che spostò tutte le lavorazioni dei propri film in Inghilterra per evitare di salire su un aereo.

 



Accanto a timori molto comuni che riguardano ragni, serpenti, pipistrelli ci sono fobie veramente singolari. Una di queste è l'Arachibuytrofobia che riguarda il burro d'arachidi: ovvero essere in grado di deglutirlo e rimarne soffocati. In ambito alimentare esistono altre paure quanto meno curiose: quella che riguarda le banane, l'aglio, i funghi, addirittura il cioccolato ma anche certo tipo di ortaggi o il colore degli stessi, quelli verdi ad esempio. C'è chi ha il terrore del giallo, del cotone, delle piume, delle pellicce, chi di Santa Klaus come Garry Hollidge, 47enne inglese, che a Natale non esce di casa, e poi l'orrore provocato dagli uccelli (ne soffre Adele) o delle farfalle. L' angoscia più in voga di questi tempi si chiama nomofobia ed è la paura di disconnettersi, non avere abbastanza campo per telefonare o nessun collegamento Internet. Difficile guarire da questi profondi, irrazionali moti dell'anima, anche se la terapia cognitivo-comportamentale - come suggerisce la stessa Kate Summerscale - può aiutare molto a risolvere la patologia. Che è tale, secondo il "Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali" dell'American Psychiatric Association, solo se è realmente esagerata e duratura. Da un minimo di sei mesi a (purtroppo) tutta la vita.

 

Daniela Amentadi Daniela Amenta   
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