Ecco una piccola guida ai pregiudizi e ai bias cromatici: perché gli stereotipi passano anche per i colori
Cosa succede quando il colore non è più un alleato per capire meglio la realtà, ma diventa uno strumento di stigma?
Questo libro è un'opera corale e vogliamo che il messaggio arrivi a più persone possibili.
Il rosa è per le femmine, l’azzurro per i maschi. Il viola porta sfortuna, le persone 60+ hanno i capelli bianchi, il blu è il colore dell’autismo, tutto ciò che è verde è sostenibile. Il color carne è solo un rosa pallido. Ma è davvero così?
Il colore è un codice e, come tale, non è neutro, come potremmo pensare, ma plasmato dalla nostra esperienza e percezione. Proprio per questo suo potere evocativo, è da sempre utilizzato per raccontare delle storie, che entrano nell'immaginario collettivo. Cosa succede quando il colore non è più un alleato per capire meglio la realtà, ma diventa uno strumento di stigma per definire una persona o una categoria di persone oltre la loro volontà?
In libreria è uscito da poche settimane per Flacowski Stereotipi a colori, una piccola guida ai pregiudizi e ai bias cromatici (genere, etnia, orientamento sessuale e romantico, disabilità, cultura, neurodivergenza, corpi non conformi, età, ...).
Una esplorazione cromatica ideata dalla storyteller bianca Cristina Maurelli e la strategist nera Giuditta Rossi.
Dostoevskij non aveva forse scritto, in uno dei suoi più celebri romanzi, che "la bellezza salverà il mondo"?
Come è strutturato il libro? Ognuno dei dodici capitoli è dedicato a un colore o a una combinazione di colori, con un racconto che si snoda tra stereotipi, luoghi comuni, significati condivisi e discriminazioni con tantissime curiosità per approfondire e pensare. Per ampliare il perimetro, in un’ottica di comunicazione corale, ci saranno anche le interviste a “Color Thinkers” da diversi settori: dall’arte al mondo della comunicazione, dalla danza alla scienza, dal business al teatro.
Un libro con cui si può giocare: l’ultima parte di ogni capitolo propone una rivisitazione di un gioco d’infanzia molto amato, per sperimentare in prima persona l’impatto degli stereotipi cromatici nella nostra quotidianità. Il formato è compatto, così che possa essere messo in mezzo alla tavola durante una cena, usato nei meeting creativi, sui banchi di scuola o come passatempo su un treno che porta verso la prossima avventura.
Ma è anche un libro-ispirazione per chi si occupa di design, pubblicità, marketing, branding, comunicazione, per allenarsi a raccontare una realtà più autentica.
Stereotipi a Colori è colorato come un caleidoscopio, una caramella iridescente tutta da gustare. È un invito a sfidare lo standard e, se quello standard non ci corrisponde più, ad agire per il cambiamento. Per ripensare i colori con le lenti della rappresentazione, stimolare pensieri e creare nuove connessioni e intersezioni. Perché chi non è rappresentato non esiste.
Le autrici sono Giuditta Rossi e Cristina Maurelli che sono anche le fondatrici del progetto Color Carne. La campagna di advocacy è stata premiata l'anno scorso agli European Diversity Awards e ben cinque dei più importanti dizionari italiani hanno cambiato la definizione del "color carne", appunto.