Dalle trincee della Grande guerra a quelle ucraine: ri-leggiamo 'Niente di nuovo sul fronte occidentale'
Im Westen nichts Neues, letteralmente All'Ovest niente di nuovo è un romanzo di guerra di Erich Maria Remarque. Il libro più tradotto al mondo, insieme a 'Un anno sull'altipiano' dell'italiano Lussu che raccontare la follia della Grande Guerra
“Avevamo diciott’anni, e cominciavamo ad amare il mondo, l’esistenza: ci hanno costretti a spararle contro.”
C'è una via piccolissima a Milano dietro al Duomo che si chiama "Ragazzi del '99". E' dedicata alla generazione sacrificata dal generale Cadorna durante la prima Guerra Mondiale, che sterminato un intero esercito al fronte austriaco chiamò alle armi i ragazzini nati nel 1899 che nel '17 avevano appunto 18 anni. Bambini inconsapevoli che massacrò mandandoli a combattere con le baionette contro un nemico che aveva le mitragliatrici. La maggor parte di quei ragazzi morì uscendo dalle trincee, lanciandosi sul nemico senza fucili. Un suicidio di massa che la Storia conoscerà come la disfatta di Caporetto. A Cadorna però Milano ha dedicato una importante e grande fermata di della Metro. Una piccola via contro una grande stazione. Una generazione ammazzata dall'arroganza e l'incapacità e la prepotenza di un uomo che rappresentava benissimo la classe dirigente insulsa dell'epoca.
La Germania non fu da meno. Anche lei sacrificò i suoi ragazzi del '99. Lo racconta benissimo il libro Im Westen nichts Neues, letteralmente All'Ovest niente di nuovo di Erich Maria Remarque che era lui stesso un reduce della Prima Guerra Mondiale. Niente di nuovo sul fronte occidentale è insieme a Un anno sull'altipiano dell'italiano Emilio Lussu il libro più tradotto e letto al mondo sulla Grande Guerra. Fu un successo già nei primissimi mesi dalla pubblicazione perché raccontava benissimo, non solo l'orrore della peggiore guerra mai combattuta fino ad allora (14 milioni di morti) ma il suicidio compiuto dai generali tedeschi sul fronte Occidentale appunto contro i francesi.
Il capolavoro però fu messo al rogo nazista voluto da Goebbels nel '33 tra i libri 'degenerati' ebbe fortuna in Svizzera mentre in Italia, Mondadori ne affidò la traduzione a Stefano Jacini nel 1929, ma già nell'apile del 1930 la circolazione del romanzo fu bloccata da Mussolini. Nel 1945 divenne un best seller in tutto il mondo.
Questo libro che non tutti gli insegnanti hanno il coraggio di far leggere a scuola (e invece dovrebbero) è terribilmente crudo. Un'esperienza nel fango, una lettura insopportabile perché straordinariamente vera e violenta. Non risparmia nessun dettaglio dell'orrore vissuto da questi ragazzini di 100 anni fa ma così vicini a noi. Leggere Niente di nuovo sul fronte occidentale, mentre si è coetanei dei protagonisti, è ancora più formativo per crescere generazione che detesti la guerra. Un testo tra i più formativi e pacifisti senza l'uso di narrazioni semplicistiche e ingenue. Perché la pace non è una favoletta...
Il primo film ispirato al libro fu premiato con l'Oscar nel 1930 con la regia di Lewis Milestone. Ora il romanzo è diventato un film in streaming su Netflix, in tempo di guerra, la guerra russa in Ucraina, anche questa in trincea. Una scelta forte e coraggiosa quella della piattaforma in streaming che racconta per immagini atroci ma storicamente vere un libro che resta attualissimo.
Un testo che è una condanna alla politica dell'epoca. Alla viltà dei leader. Perché dobbiamo ricordare che il momento più drammatico e pazzo della Storia avvenne ad armistizio già firmato, appunto sul fronte occidentale. Si decise che la pace dovesse avere inizio alle ore 11 dell’11 novembre 1918. All’undicesima ora dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese del 1918.
E così i ragazzi del '99 e non solo morirono fino all'ultimo secondo. E non è un modo di dire. Il libro di Remarque lo racconta bene ed è forse la parte più struggente e atroce sia del conflitto, che del libro, che del film uscito a fine 2022 su Netflix.
Quanti soldati creparono senza senso fra il momento in cui venne firmato l’armistizio, alle 5 del mattino dell’11 e il termine effettivo della guerra alle ore 11? Si registrarono 2738 morti e 8206 feriti o dispersi.
Basta sapere che nel giorno dell’armistizio della Grande Guerra sul fronte Ovest morirono più ragazzi di quanti restarono uccisi, tra alleati e tedeschi, nel giorno dello sbarco in Normandia (6 giugno 1944).
Agli insegnanti diciamo: non abbiate paura di far leggere queste pagini atroci. I libri servono a evitare che la follia diventi realtà. A impedire che il sonno della ragione generi mostri.
Questo libro è anche una denuncia a una generazione di insegnanti che convinse dei bambini ad andare in guerra (felici).
La trama del libro. Kantorek è il professore di Bäumer, Kropp, Müller e Leer, diciottenni tedeschi quando la voce dei cannoni della Grande Guerra tuona già da un capo all'altro dell'Europa. Ometto severo, vestito di grigio, con un muso da topo, dovrebbe essere una guida all'età virile, al mondo del lavoro, alla cultura e al progresso. Nelle ore di ginnastica, invece, fulmina i ragazzi con lo sguardo e tiene così tanti discorsi sulla patria in pericolo e sulla grandezza del servire lo Stato che l'intera classe, sotto la sua guida, si reca compatta al comando di presidio ad arruolarsi come volontari. Una volta al fronte, gli allievi di Kantorek - da Albert Kropp, il più intelligente della scuola a Paul Bäumer, il poeta che vorrebbe scrivere drammi - non tardano a capire di non essere affatto "la gioventù di ferro" chiamata a difendere la Germania in pericolo. La scoperta che il terrore della morte è più forte della grandezza del servire lo Stato li sorprende il giorno in cui, durante un assalto, Josef Behm - un ragazzotto grasso e tranquillo della scuola, arruolatosi per non rendersi ridicolo -, viene colpito agli occhi e, impazzito dal dolore, vaga tra le trincee prima di essere abbattuto a fucilate. Nel breve volgere di qualche mese, i ragazzi di Kantorek si sentiranno "gente vecchia", spettri, privati non soltanto della gioventù ma di ogni radice, sogno, speranza.