Ragazza-madre, punk, spogliarellista e ladra: come salvarsi dai bassifondi di Londra e fregare il sistema
Tradotto anche in Italia con il titolo "La porca miseria" il libro di Cash Carraway, caso editoriale in Inghilterra. Un romanzo vero, ironico e tagliente sulla Working Class che fa la fame
Oggi Cash Carraway ha 41 anni ed è bellissima anche quando indossa una t-shirt dei Replacements o con la scritta Acab, All Cops Are Bastards. Sembra uscita da un film di Ken Loach, che infatti la adora, o da una canzone dei Clash, magari This is England: "Questa è l'Inghilterra, un coltello fatto con l'acciaio di Sheffield". E questa è la Londra infame di Cash quando nel 2010 diventa premier David Cameron e taglia ogni straccio di welfare. Cacciata di casa dalla madre quando era minorenne, una vita deragliata alla costante ricerca di un amore, un tetto, un lavoro. Finché incontra lui che la mette incinta, un violento, che come regalo d'addio le lascia un occhio nero e le dice: "Abortisci tu altrimenti ci penso io a farti perdere questo ingombro".
Lei scappa, ma non sa dove andare e ha molta meno fortuna di J.K. Rowling che agli esordi della stellare carriera, povera in canna, inventava le avventure di Harry Potter in un pub che la ospitava anche se la consumazione era un semplice cappuccino. Cash è selvaggia ed è incazzata quando scrive all'alba per siti Internet che pagano in base alle condivisioni dell'articolo, quando ruba cibo e vino nei supermercati o fa la spogliarellista oppure si vende nonostante il pancione. Tutto questo è diventato un libro - Skint Estate tradotto ora in Italia da Alegre con il titolo La Porca Miseria - o meglio un caso editoriale, tanto da far gridare al miracolo The Times che definisce Carraway "la nuova voce di una generazione". A salvare Cash non è solo la cattiveria nel raccontare la miseria quotidiana o le stanze Travelodge che puzzano di topi e piscio, ma un'ironia feroce. Passa le giornate a controllare gli annunci di Gumtree e OpenRent, immagina di comprare una macchina per avere un posto per lei e la figlia, sogna di entrare in una setta per avere vitto e alloggio e fa i conti con una città durissima dove il solo lavoro per le madri single è pulire latrine o poco più. Un po'come Maid, la serie di Netflix, ma senza la minima traccia di buoni sentimenti, di solidarietà.
Scrive Cash: "Ci spostiamo ogni sei mesi. Trascorri i primi tre a sistemare la tua nuova vita, pagare le bollette, iscriverti a una nuova scuola e i tre mesi successivi a fare le valigie e cercare il posto successivo". Il Guardian spiega che i prezzi medi delle abitazioni in Gran Bretagna sono aumentati sette volte più velocemente dei salari medi, che i proprietari di appartamenti non vogliono più inquilini con sussidi per l'alloggio, anche quelli con un lavoro a tempo pieno costante, come Carraway. L'asticella è sempre più alta: sei mesi di affitto in anticipo e due mesi di caparra non rimborsabile. Case in affitto all'asta, costi esorbitanti tra luce e gas. Cash finisce per pagare 1.500 sterline al mese per un monolocale umido e puzzolente e si ingegna in ogni modo possibile per evitare di finire in strada. Nel 2018 scrive una piccola commedia che funziona e l'impresario le offre la possibilità di pubblicare un libro. Nasce così Skint Estate, un romanzo che è una bomba, la Bibbia disperata e sarcastica della working class del Terzo Millennio, un romanzo punk lucido e ribelle sulle speranze tradite, su vite come vuoti a perdere. Un libro politico perché è una denuncia forte, vera, autentica. E siccome ogni tanto la ruota gira, Cash oggi, a 41 anni, può finalmente godersi sua figlia in una casa-casa, senza patemi: Skint Estate, oltre il successo di vendite, è diventato una serie tv per Hbo. Si intitola Rain Dogs con Daisy May Cooper come protagonista. Altra buona notizia: l'autrice sarà in Italia dal 31 marzo al 2 aprile, a Campi Bisenzio (Firenze) ospite del Primo Festival di Letteratura Working Class organizzato proprio da Edizioni Alegre che l'ha fatta conoscere nel nostro Paese. Un evento unico con la collaborazione del Collettivo di Fabbrica GKN. Perché la classe operaia difficilmente va in paradiso, ma ogni tanto - almeno - si merita una festa.