Giganti di Mont’e Prama: dal ritrovamento a cosa c'è ancora sotto l’enigmatico sito. Parla Gaetano Ranieri
La scoperta archeologica fatta in Sardegna è una delle più importanti degli ultimi decenni. Apre nuove prospettive per la storia dell’antica Isola e di tutta l’area Mediterranea. Ne parliamo con l’artefice delle prospezioni sul sito. Il suo racconto
Quella dei Giganti di Mont’e Prama a Cabras, nell’Oristanese (Sardegna) rappresenta una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimi decenni. Apre nuove prospettive per la storia dell’antica Isola dei nuraghi e di tutta l’area del Mediterraneo. Consente di fare maggior luce sulle vicende dell’epoca del bronzo e dei Popoli del mare.
Ma come si è giunti a questo ritrovamento? Com’erano le statue? Cosa rappresentano? E soprattutto: cosa c’è ancora sotto terra, in quel luogo dove la storia della Sardegna chiede fortemente di palesarsi e sono avvenute cose che hanno alimentato polemiche? Che ruolo potrebbe avere nella ricerca l’uso del georadar?
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I giganti di Mont'e Prama
Ne parliamo con uno dei maggiori conoscitori di questa tecnologia e delle vicende di Mont’e Prama: il professor Gaetano Ranieri, artefice delle prospezioni sul sito. Le sue rilevazioni hanno permesso di individuare importanti anomalie nel terreno e di accertare l’esistenza di un nuovo tratto della strada funeraria, di molte tombe, di betili e anche di statue, e consentono di pensare che lì sotto vi sia ancora parecchio da scoprire.
Ranieri già professore ordinario di Geofisica applicata al Politecnico di Torino e poi all’Università di Cagliari, con esperienze professionali in svariate parti del mondo, è una delle persone più indicate per parlarci degli ENIGMATICI GIGANTI e degli enigmi sepolti nel luogo ancestrale chiamato Mont’e Prama.
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