"I terribili shardana che dominarono il Mediterraneo con altri Popoli del mare erano i sardi: ecco le prove" (1^ parte)
Il noto archeologo Giovanni Ugas illustra i risultati dei suoi studi durati più di trent’anni e spiega perché gli shardana, i temibili guerrieri temuti e stimati perfino dai faraoni egizi, provenivano sicuramente dalla Sardegna. Prove archeologiche e letterarie inconfutabili
L’epopea dei Popoli del mare è fondamentale per comprendere la storia dei millenni precedenti a punici e romani. Resta sicuramente molto da approfondire ma negli ultimi anni sono stati fatti passi decisivi nella ricerca storica e archeologica su quel glorioso periodo. Quelle antiche popolazioni dominarono infatti il bacino del Mediterraneo nel secondo millennio Avanti Cristo, solcando i mari, commerciando, confrontandosi - anche militarmente - con i grandi regni dell'epoca (Ittiti, micenei ed egizi) e lasciando le tracce di una cultura e storia importantissime.
Ma chi erano questi popoli, quali luoghi abitavano e cosa hanno rappresentato nell'evoluzione storica? E, in particolare, chi erano gli shardana, i terribili guerrieri temuti e stimati perfino dai faraoni egizi che ne fecero addirittura, a un certo punto, le guardie scelte preposte a difendere la loro incolumità?
E perché gli shardana, com’è ormai evidente, possono essere identificati senza dubbio con gli antichi sardi?
Ce lo spiega il professor Giovanni Ugas, archeologo e già direttore della Soprintendenza di Cagliari e Oristano, docente di Storia e protostoria presso l’Università di Cagliari e autore del libro Shardana e Sardegna, I Popoli del mare, gli alleati del Nordafrica e la fine dei Grandi regni (XV-XII secolo a.C.).
Il noto archeologo ci ha regalato due pillole particolarmente significative sull’argomento che saranno pubblicate giovedì 28 e giovedì 5 ottobre nella sezione Cultura di Tiscali.it
Photogallery
Shardana: erano i sardi, ci sono le prove
1 parte (28 settembre 2023)
2 parte (5 ottobre)
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Cronaca di una passeggiata con Giovanni Ugas sul sito del nuraghe di Monte Urpinu a Cagliari