Veronica Raimo: "Vi racconto la vita breve (e imperfetta) delle donne"
In libreria per Einaudi undici racconti sul mondo femminile e le sue contraddizioni che arrivano a un anno di distanza dal precedente romanzo della scrittrice, "Niente di vero", vincitore del Premio Strega Giovani. Sui femminicidi: “E’ un problema politico, culturale e di educazione, non possiamo più parlare di natura o di raptus”
Sono molto lontane da un certo stereotipo che vorrebbe la donna forte, sicura di sé, capace di controllare la sua vita e quella familiare: le donne raccontate da Veronica Raimo in "La vita è breve, eccetera", in libreria per Einaudi, sono al contrario insicure, goffe, bugiarde, indecise. "Scrivo di quello che sento più vicino, sono storie di donne che continuano ad allovellarsi, spesso inconcludenti". Raimo, 45 anni, romana, ha firmato 11 racconti che hanno per protagoniste donne diverse: la scrittrice, la ballerina, la regista, la studentessa. Ciascuna con le sue crisi, le sue incertezze, la sua pigrizia, i problemi del quotidiano che spesso sembrano insormontabili, narrate con ironia, amarezza, irriverenza ma sempre con grande delicatezza. La scrittrice ha raccontato "La vita è breve, eccetera" a Cagliari venerdì 24 novembre nella prima giornata del festival Pazza Idea organizzato nella sua dodicesima edizione dall'associazione Luna Scarlatta, in conversazione con Matteo B. Bianchi.
"Nelle mie storie c'è sempre uno spunto reale, qualcosa che conosco - ci ha detto Raimo durante una chiacchierata a margine dell'incontro cagliaritano - non sono una narratrice che inventa trame, qui sta il lato più autobiografico dei miei libri. Il motore del mio racconto? Il rimpianto: da più possibilità, c'è l'idea che si può continuare a sbagliare sempre e dunque c'è vita".
Gli undici racconti de "La vita è breve, eccetera", che arrivano a un anno di distanza dal precedente romanzo "Niente di vero" vincitore del Premio Strega Giovani, mostrano ancora una volta le grandi doti di osservatrice della realtà della scrittrice romana. E nei giorni drammatici che seguono l'ennesimo femminicidio in Italia, quello di Giulia Cecchettin uccisa dall'ex compagno Filippo Turetta, le chiediamo cosa pensa dell'attuale dibattito sul tema: "E' un bene il fatto che se ne stia parlando tanto, soprattutto perché nel dibattito stanno intervenendo persone che hanno un titolo per farlo; tra queste Elena, la sorella della vittima. Si sta spostando finalmente il problema verso il vero focus: la violenza è un problema politico, culturale e di educazione, non possiamo più parlare di natura o di raptus. La responsabilità in questo senso è collettiva".