Matteo Bianchi e quelle pagine per chi resta. "Il suicidio è la 3^ causa di morte al mondo ma preferiamo non parlarne"
Lo scrittore e autore tv con "La vita di chi resta" ha incontrato migliaia di "sopravvissuti": "Nel mio libro hanno trovato un abbraccio"
Si calcola che per ogni persona suicida ce ne siano altre otto che affrontano il dramma in preda a dubbi, rimorso, un vuoto opprimente e un dolore inimmaginabile. Per loro non esistono protocolli di assistenza, non ci sono percorsi di cura, di sostegno. Vittime secondarie che per il sistema sanitario non esistono e non hanno voce, spesso relegate al silenzio da una cultura che non ha difficoltà a parlare di morte ma considera il suicidio ancora un tabù. A loro, ai 'sopravvissuti', è dedicato "La vita di chi resta", il bellissimo e coraggioso libro che Matteo B. Bianchi ha pubblicato per Mondadori qualche mese fa.
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Lo scrittore, editor e autore tv racconta una dolorosa vicenda che lo ha coinvolto 25 anni fa: il suicidio dell'ex compagno che ha scelto di togliersi la vita nella casa che i due avevano condiviso. Da quel momento per Bianchi è iniziato un doloroso percorso fatto di domande, dubbi e una angoscia opprimente, ma anche la drammatica scoperta che il nostro Paese non prevede un aiuto a familiari e amici dei suicidi.
Un tema di cui ancora non si parla: "Il suicidio è la terza causa di morte nel mondo, uccide più delle guerre – ha sottolineato lo scrittore che abbiamo incontrato a Cagliari, nella prima giornata del festival Pazza Idea che lo ha ospitato in un incontro dal titolo "Sinfonia dell'addio" insieme allo psichiatra Paolo Milone - una sproporzione inspiegabile tra l'entità del fenomeno e il silenzio che lo circonda. I giornali e la tv non ne parlano perché temono l'emulazione, la verità è che è un tema che va affrontato con chiarezza, delicatezza ma anche con determinazione".
"Non esiste alcun protocollo scientifico di assistenza in nessuna parte del mondo – dice ancora Bianchi – per assistere chi vive un'esperienza simile: è inquietante che perfino la scienza si rifiuti di affrontare il problema".
Il libro ha iniziato il suo viaggio nel gennaio 2023 e da allora ha incontrato migliaia di lettori e lettrici alimentando un dibattito prezioso che ha acceso una nuova luce sul tema: "Molte persone che ho conosciuto mi hanno detto tante cose commoventi: tanti hanno trovato il libro necessario, hanno sentito l'abbraccio di un amico, si sono sentite meno sole. Per me è un risultato enorme".