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Barbareschi: "Io, Polanski e Woody Allen: il mio progetto con i reietti di Hollywood"

"La "cancel culture" è la nuova forma di nazismo che sta distruggendo la cultura occidentale. Vorrei tanto sapere chi la finanzia": intervista all'attore e produttore reduce dal successo in tv di "In barba a tutto": "Spero lo facciano di nuovo. Altrimenti come spesso mi è accaduto ai miei successi non c'è un seguito"

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“Ora Google fa le macchine che viaggiano da sole. Qual è la scelta che farà la macchina tra investire un bambino in bicicletta o una mamma incinta? Se guidi tu hai un cervello, lì invece c’è un computer. E la cosa curiosa è che per trovare una soluzione si sono affidati a due rabbini per riscrivere l’algoritmo che ridefinisca un codice etico di fronte a scelte difficili. Interessante, no? Perché la macchina è fredda: se sterzo a destra magari condanno il bambino. Ma se la donna incinta era armata? E se magari stava sparando alla macchina? Ci sono un sacco di varianti che non sono solo razionali, sono molto più complesse”.

Quando ci sono questioni controverse e divisive sul piatto, quando le scelte morali si incrociano e si scontrano pericolosamente con il politicamente corretto e con l’imperante cancel culture, state certi che da qualche angolo di lì a poco sbucherà Luca Barbareschi. Attore, conduttore tv, uomo di teatro e di cinema, regista e produttore, Barbareschi ha fatto del suo essere controcorrente una bandiera, uno stile, una scelta di vita. Così non stupisce che in questa videointervista concessa a Tiscali.it, tra le tante attività che porta avanti in contemporanea, ci anticipi di essere il produttore di Roman Polanski e di Woody Allen, ovvero i due grandi maestri del cinema mondiale che per motivi differenti sono stati messi all'indice da Hollywood: "Stiamo per partire con i set dei loro due nuovi lavori di cui sono produttore. Nel film di Polanski sarò anche attore. Questo è la quinta opera che facciamo insieme. In quanto ad Allen, stiamo cercando di montare un film con difficoltà enormi. Si pensi che ancora l'ultimo film non riesce a uscire in Europa e Amazon gli ha cancellato la serie. Il problema è che la "cancel culture" è la nuova forma di nazismo che sta distruggendo la cultura occidentale. Vorrei tanto sapere chi la finanzia, forse qualche banca islamica...".

Intanto ha appena presentato una serie tv di grande appeal che si intitola "Fino all'ultimo battito" e che con il traino di volti amati dal pubblico come Marco Bocci, Violante Placido e Loretta Goggi e la capacità di tradurre le emozioni e la suspence di Cinzia Th Torrini, farà facilmente breccia nel cuore degli spettatori di Rai1: "Faccio sempre scelte editoriali che abbiano lo svolgimento e l’elaborazione di un dolore, di qualche archetipo importante. In questo caso c’era un’idea bellissima e cioè quella di mettere una persona davanti a una scelta insieme privata e pubblica, la professione medica da una parte e l’essere padre dall’altra. Secondo me era un gancio narrativo fantastico e dava la possibilità di raccontare un pezzo dell’Italia corrotta e un pezzo dell’Italia sana". 

E a proposito di scelte morali e di corruzione Barbareschi racconta anche quando lui stesso si è trovato di fronte a un dilemma del genere: "Quando sono stato onorevole per 5 anni ho avuto offerte di corruzione infinite. La tentazione era grande perché erano tantissimi soldi. I lobbisti delle multinazionli offrono tanti soldi per mettere degli emendamenti a favore di un provvedimento che li avvantaggi. Ne sono orgogliosamente uscito. Avendo detto di no a tutti dormo senza psicofarmaci. Sui soldi che ho guadagnato ho pagato tutte le tasse per cui sono un uomo libero. E questo credo sia la ricchezza maggiore". Tra i prossimi progetti anche un film sul gioielliere ucciso Marco Torregiani e sul terrorista Cesare Battisti. E ancora un'altra opera che fin dal titolo gli si attaglia alla perfezione: "L'impenitente". E infatti ne sarà il protagonista.

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