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Noa e Mira: "Distruggere è facile". "Ho avuto figli nell'esercito, non lo auguro a nessuno"

Quello che scrivete nei vostri titoli può ispirare paura o speranza. La situazione a Gaza è inaccettabile. In quella striscia di mare possiamo vivere tutti, ma in pace, non importa se siamo cattolici, ebrei, musulmani".

di Tiscali Cultura   
Noa e Mira: 'Distruggere è facile'. 'Ho avuto figli nell'esercito, non lo auguro a nessuno'

E' stato il momento più significativo e toccante della prima puntata del Festival di Sanremo di quest'anno insieme al messaggio di papa Francesco. "La soluzione non è distruggere una delle due parti, è costruire, ma ci vuole tempo. Distruggere è un attimo, per costruire servono generazioni intere". Mira Awad è in sala stampa a Sanremo, con Noa, in vista del duetto della sera sul palco dell'Ariston sulle note di Imagine di John Lennon. Un messaggio di pace e solidarietà: Mira palestinese, Noa israeliana, il discorso cade inevitabilmente sulla crisi in Medio Oriente.

"Situazione inaccettabile"

"Mio padre nel '48 ha lasciato la sua terra, la mia famiglia è stata salvata due volte: la prima non ha attraversato il confine, è riuscita a tornare indietro e ha trovato la casa ancora in piedi. Siamo fortunati perché non siamo finiti nei campi profughi", racconta la cantante e attivista, che vive a Londra. "La situazione a Gaza è inaccettabile: ci sono persone che pensano di poter sparpagliare altre persone. In quella striscia di mare possiamo vivere tutti, ma in pace, non importa se siamo cattolici, ebrei, musulmani".

Mira Awad non pensa che "una canzone, un album o un concerto possano salvare il mondo, né possono guarire le ferite, ma le persone possono farlo. E la musica può umanizzare la gente, perché va dritta al cuore e apre una piccola finestra". Awad punta il dito contro "la mancanza di sfumature nella narrazione del conflitto" e sul ruolo del presidente Usa Trump, "che sa sfruttare la polarizzazione delle idee. Non siamo l'unico conflitto, non siamo il più lungo, il più antico, ma quello perfetto per far diventare virali i post" di produzione.

"Sembro più araba di Mira"

Noa viene da "una famiglia di origini yemenite: sembro più araba di Mira. Sono una cittadina israeliana, ebrea, ho avuto un figlio che ha servito nell'esercito, mia figlia attualmente è nell'esercito, e spero che non sia necessario che mio figlio più piccolo entri nell'esercito. Ma c'è una legge. E occorre difendere il nostro paese a meno che non troviamo una soluzione pacifica. Credo sia giusto farlo ma ancora più giusto sarebbe non avere un esercito. Non è un momento facile, non auguro a nessuno di avere un figlio nell'esercito. Il mio desiderio è che si possa vivere senza violenza".

Ai giornalisti

Per cambiare le cose, "bisogna lavorare insieme, media inclusi, in quello che decidete di scrivere, nei vostri titoli e che possono ispirare paura o speranza".

Alla quinta volta al festival, Noa è "molto felice di essere qui. L'idea della nostra presenza è dell'organizzazione di Sanremo, di Carlo Conti e siamo molto contenti di essere qui. E' un onore essere qui con Mira Awad, la nostra amicizia ha ormai compiuto 25 anni". Insieme hanno "altri progetti. Ho un nuovo album, The Giver, da donare al prossimo: il disco è influenzato da quello che è successo il 7 ottobre, ma non è un manifesto politico".

A settembre l'artista lancerà il festival Reimagine, a Firenze, "per immaginare qualcosa di nuovo in tre giorni di musica".

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