Che ne è del feto dopo l'aborto? I cimiteri all'insaputa delle donne interessate: il libro inchiesta
Il libro inchiesta di Gabriele Barbati "Contro la mia volontà" fa luce su una delle conseguenze meno note della legge 194, l'esistenza di cimiteri di feti all'insaputa delle donne interessate, e solleva alcuni interrogativi su una questione ancora irrisolta
Il tema è scottante. Forse meno conosciuto di quanto si dovrebbe. Sicuramente di grande importanza. Contro la mia volontà, disponibile dal 25 ottobre per i tipi di Paesi Edizioni, è un libro-inchiesta del giornalista Gabriele Barbati. L'autore raccoglie documenti e testimonianze inedite sul caso dei cimiteri dei feti, come quello del Flaminio di Roma. Il saggio fa luce su una delle conseguenze meno note della legge 194 del 1978 sull'interruzione di gravidanza, l'esistenza di cimiteri di feti all'insaputa delle donne interessate, e solleva alcuni interrogativi su una questione ancora irrisolta. Che ne è di un feto, dopo l'aborto?
Una storia collettiva
E' la domanda al centro di questo volume; Gabriele Barbati riporta testimonianze dirette delle pazienti che hanno interrotto la gravidanza: una storia collettiva, in cui agiscono anche attiviste contrarie e favorevoli all'aborto, avvocati, ginecologi, funzionari sanitari e impiegati cimiteriali, medici obiettori e politici conservatori.
L'autore
Insieme a Flavia Cappellini, Gabriele Barbati è autore del podcast di Domani prodotto con Emons Record, "20 settimane", in uscita il 31 ottobre. Gabriele Barbati è stato corrispondente di SkyTG24 e di Radio Popolare da Pechino e delle reti Mediaset da Gerusalemme. Oggi vive a Roma, dove lavora per Euronews. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo-inchiesta "Ho immensamente voluto" (Funambolo Edizioni), Premio Europa in Versi per la Narrativa nel 2021.