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Strane creature, cacciatrici di fossili sulle coste inglesi

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Strane creature, cacciatrici di fossili sulle coste inglesi

Anche perché ad aumentarne la fama non è stato tanto il libro, quanto il film che ne è stato ricavato. Ora, se la protagonista del libro era già una figura un po’ passiva, nel film – dove ha avuto l’indimenticabile volto di Scarlett Johansson – è diventata se possibile ancora più passiva. È dunque un personaggio che ha tante buone qualità ma che difficilmente le lettrici moderne possano amare sul serio.

Non è la Liala del nuovo millennio

Partendo da questa constatazione, una discreta quota di pubblico – spesso, spiace dirlo, proprio il più esigente – ha finito per considerare la Chevalier come poco più che un’autrice di romance, quello che un tempo si chiamava “rosa”. E questo è successo mezzo secolo dopo che l’etichetta di “Liale del ’63” toccò – ingiustamente – a Bassani e Cassola ad opera dell’iconoclasta Sanguineti.

Ecco, dunque, la Liala del nuovo millennio, quella che scrive libri carini e curati ma va bene giusto per segretarie, dattilografe e centraliniste, ammesso che ne esistano ancora, e comunque per tutte quelle che, oltre a non essersi laureate, abbiano un diploma diverso dal Classico.

Invece la Chevalier ha sempre scritto ottimi romanzi, che magari non saranno capolavori della letteratura universale ma si mantengono sempre ad alto livello da ogni punto di vista li si consideri. Hanno forse il difetto – agli occhi di chi capisce poco di narrativa – di non essere per nulla didascalici. Non sono romanzi a tesi ma semplicemente romanzi basati su personaggi e storie. Sono romanzi in cui i personaggi portano avanti le storie e non devono adattarsi, volenti o nolenti, a ciò che l’autrice pretende che facciano.

Gli ottimi romanzi storici di Tracy Chevalier

Essendo quasi sempre di ambientazione storica, fanno inevitabilmente riferimento a società molto più sessiste della nostra, dove le donne sono confinate in ruoli subordinati.Ma sfido chiunque a dimostrare che queste donne siano rassegnate alla loro condizione subalterna. Anche se non stanno lì a ripeterlo tutto il tempo con un megafono in mano, le loro azioni e la loro determinazione a decidere con la propria testa parlano fin troppo chiaro.

Potevo scrivere di Isabelle e di Ella, le due protagoniste de’ La vergine azzurra, distanti 400 anni eppure legate tra loro senza saperlo. O di Honor, che ne’ L’ultima fuggitiva è dilaniata dalla scelta tra purezza morale e altruismo, in una situazione in cui non può permettersi né l’una né l’altro. Oppure di Violet che deve a sua volta scegliere se portare per sempre nel cuore il lutto che ha cancellato il suo avvenire. Oppure prendersi quel poco che la vita ancora le offre, ne’ La ricamatrice di Winchester. O ancora di qualcuna delle diverse donne, solo apparentemente evanescenti, che popolano quel perfetto romanzo corale che è La dama e l’unicorno. Ci sarebbe tanto da dire su questi ed altri suoi romanzi.

Tuttavia, ad attrarmi maggiormente, è stato Strane creature.

Strane creature

Negli ultimi mesi, infatti, ho trattato due importanti romanzi ambientati nell’Inghilterra vittoriana, Possessione e La donna del tenente francese. Anche se i suoi personaggi appartengono alla generazione precedente a quella degli altri due, Strane creature segue lo stesso filone.

Ma, rispetto agli altri due, Strane creature ha anche qualcosa in più. Non è un romanzo storico solo perché è ambientato in un’epoca passata ben ricostruita, ma anche perché i suoi personaggi principali sono figure realmente esistite, delle quali si sa qualcosa sebbene non moltissimo. Appartiene quindi alla stessa categoria di romanzi storici di Il resto di niente di Enzo Striano, che poi è la mia categoria preferita.

Il romanzo procede attraverso la narrazione delle due protagoniste, Mary Anning ed Elizabeth Philpot, che raccontano in prima persona, alternandosi di capitolo in capitolo.

Mary Anning

Mary Anning, vissuta dal 1799 al 1847, era originaria di Lyme Regis, una località costiera del Dorset in cui le coste sono composte da rocce sedimentarie ricche di fossili, soprattutto molluschi e rettili. Poiché già suo padre raccoglieva fossili e li vendeva come souvenir ai turisti, Mary sviluppò una grande abilità nel riconoscerli e nell’estrarli dalla roccia senza danneggiarli. I primi dinosauri accuratamente studiati sono stati scoperti proprio da lei nelle rocce costiere di Lyme Regis. Tutti i principali paleontologi inglesi del XIX secolo – ossia il gotha dei paleontologi del mondo – si rivolgevano a lei per ottenere esemplari rari e in buono stato di conservazione.

Elizabeth Philpot

Elizabeth Philpot, nata a Londra e vissuta dal 1780 al 1857, si stabilì insieme alle sorelle a Lyme Regis nel 1805, quando il fratello si sposò e, secondo le disposizioni dei genitori, ereditò tutto il patrimonio familiare. Alle sorelle restò solo un modesto appannaggio annuale, insufficiente per continuare a vivere in città. Le sorelle Philpot erano comunque donne istruite, in particolare Elizabeth, accanita lettrice e collezionista di periodici scientifici. Elizabeth Philpot fece da mentore alla giovane Mary Anning, curando la sua cultura di base e mettendola in contatto con alcuni studiosi di cui aveva letto nelle sue pubblicazioni scientifiche. Fu in questo modo che figure del calibro di William Buckland, William Conybeare, Henry De la Beche, Richard Owen e Louis Agassiz ebbero la possibilità di conoscere e studiare forme viventi estinte come lo pterosauro, il plesiosauro e l’ittiosauro, di cui in precedenza non si sospettava neppure l’esistenza.

Le due personalità

Naturalmente il romanzo non si limita a descrivere il contributo delle due donne alla scienza ma cerca di scavare nelle loro personalità, ricostruendole da quel poco che hanno lasciato. Elizabeth si è rassegnata solo molto dolorosamente al suo avvenire di zitella. Spesso fa riferimento al proprio aspetto poco attraente. Ma guardando le sue immagini che ci sono rimaste viene più facile pensare che a penalizzarla fosse la mancanza di una dote adeguata. Perciò trova nella ricerca scientifica una ragione di vita, anche se questo la obbliga a una frequentazione quotidiana con gente – come Mary Anning e la sua famiglia – con cui i membri della sua classe sociale non vorrebbero mai avere a che fare.

Dopo una fase di imbarazzo iniziale, per Elizabeth, la frequentazione degli Anning diventa un’esplicita ribellione alle convenzioni di una società inutilmente e ingiustamente classista. Sinceramente religiosa, ma per niente aiutata dall’ignoranza dei sacerdoti cui si rivolge per chiedere consiglio, finirà per convincersi che non solo sulla realtà fisica ma pure sull’essenza della religione c’è ancora molto da scoprire.

Molto più istintiva e passionale è Mary Anning, di cui però sappiamo ancora meno. Il suo unico ritratto è un quadro realizzato quando aveva oltre quarant’anni. Mary non è una scienziata e non ambisce esserlo. In realtà non ambisce a essere nulla e vorrebbe essere solo sé stessa, in comunione con la Natura selvaggia nella quale è cresciuta. È una sorta di Emily Brontë illetterata della costa anziché della brughiera. Spesso le passioni la portano a farsi prendere la mano e a combinare guai di cui poi si pente. Ma non si pentirà neppure lontanamente di quello che secondo la mentalità dei suoi contemporanei è il guaio peggiore, anche perché nessuno ne saprà niente.

L’amicizia delle due donne tra scienziati e paleontologi

L’amicizia tra le due donne è un percorso tutt’altro che lineare e conoscerà diverse interruzioni e qualche occasione di aperto conflitto. Queste crisi saranno però risolte soprattutto grazie all’evidente componente materna che lega Elizabeth a Mary. Anche se Mary ha alle spalle la figura di una madre molto forte come Molly Anning.

Intorno alle due donne si muove una vasta fauna di personaggi secondari, tra i quali inizialmente prevalgono i pettegoli del paese e i turisti cui i fossili servono solo a divertirsi. Per poi lasciare il posto agli scienziati.

Una presenza che non appare mai ma aleggia su tutta la vicenda, è quella di Georges Cuvier. Si tratta del maggiore anatomista del tempo, l’autorità suprema cui tutti prima o poi si sottopongono. Mentre quello che appare più di frequente è il geniale William Buckland. Oggi è ricordato anche per la sua stravagante ricerca sulla commestibilità delle carni animali, che lo portò a mangiare talpe, topi, mosconi e perfino una preziosa reliquia – che secondo lui era il cuore di un maiale spacciato per un cuore umano – senza che la sua salute ne risentisse minimamente.

Ma il più importante di tutti si rivelerà l’ex militare Thomas James Birch. L’arrivo dell’affascinante colonnello Birch rischierà di mandare in pezzi l’amicizia tra le due donne. Birch, che non era neppure uno scienziato ma solo un collezionista, avrà un ruolo molto importante nel riconoscimento ufficiale del lavoro di cacciatrice di fossili di Mary Anning.

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