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Serie Tv: Derry Girls e l’endorsement di Scorsese

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Serie Tv: Derry Girls e l’endorsement di Scorsese

È la sera del 10 ottobre 2022. Martin Scorsese è ospite dell’Economic Club di Chicago per chiacchierare di cinema con Jeffrey Katzenberg, co-fondatore con Steven Spielberg e David Geffen della casa di produzione DreamWork.Dopo avere rivelato che il film che avrebbe voluto dirigere è 8 ½ di Federico Fellini, alla domanda se gli piacciano le serie televisive, il regista italo-americano risponde di sì e aggiunge che preferisce vederle con calma piuttosto che fare binge watching.

– Cosa stai guardando adesso? – domanda Katzenberg.– L’altra sera ho visto Derry Girls, – risponde Scorsese e, dopo un breve applauso da parte del pubblico, ridacchiando, butta lì, accompagnando il gesto con la mano: – Quelle suore!

Quando, un paio di settimane più tardi, il video dell’incontro viene reso pubblico, Lisa McGee, la creatrice di Derry Girls, twitta: “Scusatemi se muoio e muoio davvero”.

Ed è così, con questo endorsement da niente, che la serie della britannica Channel 4 – che consta di 3 stagioni, 18 episodi da 20/23 minuti l’uno più uno da 45 – nascosta da tre anni tra le migliaia di proposte di Netflix, diventa improvvisamente nota in tutto il mondo.

Siamo in Irlanda, negli anni ’90, durante i Troubles

Derry Girls è ambientata nella seconda metà degli anni ‘90 a (London)Derry, durante la parte finale di quel violento conflitto politico, eufemisticamente chiamato “Troubles”, che insanguina la regione da oltre 40 anni e che vede contrapporsi i cattolici/nazionalisti, che vogliono unire l’Irlanda del Nord alla Repubblica d’Irlanda, e i protestanti/unionisti che, invece, vogliono rimanere nel Regno Unito.Questo conflitto, in realtà una vera e propria guerra civile, è ricordato come il più violento mai avvenuto in Europa Occidentale dal Dopoguerra ad oggi. 3.720 persone sono morte e molte altre sono rimaste ferite.A sancirne la fine è l’Accordo del Venerdì Santo, firmato dalle parti nel 1998. E’ una sorta di trattato di pace, ratificato poi da un voto popolare, che permetterà agli irlandesi del nord di vivere in pace, senza segregazioni, discriminazioni e violenze.

Malgrado queste premesse possano far pensare a una serie cupa e drammatica, Derry Girls fa molto ridere ed è una delle serie più divertenti che potete trovare su Netflix.È scritta da Lisa McGee e si basa sulle sue esperienze di adolescente cresciuta proprio a Derry in quegli anni lì.

“Il mio nome è Erin Quinn. Ho 16 anni e vengo da un posto chiamato Derry o Londonderry, dipende dalle vostre convinzioni, un angolino problematico nel nord-ovest dell’Irlanda. È giusto dire che ho un rapporto piuttosto complicato con la mia città natale; vedete, il problema di vivere a Derry è che non c’è un posto per nascondersi, tutti conoscono tutti e conoscono tutto di tutti e a volte l’unica cosa che voglio davvero è di essere lasciata in pace.”

Chi sono le Derry Girls

Derry Girls  è una lettera d’amore esilarante, gioiosa e commovente alla Derry degli anni ‘90, che parla di amicizia, quella totalizzante di quando si è giovani, in maniera fresca e intelligente.Racconta la crescita e il passaggio dall’adolescenza all’età adulta di quattro ragazze più una (e di un intero paese).

Erin, la nostra narratrice è un’aspirante poetessa con ambizioni che vanno oltre Derry. Sua cugina Orla, eccentrica e distratta, perde perennemente il filo del discorso. Clare, nevrotica e secchiona, è un’idealista che nel primo episodio digiuna per raccogliere fondi per l’Etiopia, salvo rompere la promessa nel giro di poche ore davanti a un panino tenuto in mano da una suora – Sorella Declan – che è appena morta.

Poi c’è Michelle, una chiacchierona, “combinaguai”, ossessionata dai ragazzi, ma dal cuore d’oro. I continui insulti alle amiche e le sue buffonate che le fanno finire sempre nei guai, fanno il paio con la sua lealtà.Nell’episodio finale della prima stagione, quando le altre studentesse deridono l’esibizione di Orla durante una recita scolastica, Michelle afferma, dopo avere a lungo deriso l’amica proprio per lo spettacolino che sta mettendo in scena: “Sarà anche una cazzona, ma è la nostra cazzona” prima di raggiungerla sul palco, seguita dalle altre.

Infine c’è James, la quinta Derry Girls, il cugino di Michelle, spedito a Derry dalla madre e costretto obtorto collo a frequentare l’istituto femminile Our Lady Immaculate College. Essendo inglese, in una scuola maschile, verrebbe sicuramente pestato a sangue.

Anche nei confronti di James, Michelle ha un atteggiamento ambivalente, è vero che lo tormenta, ma, quando serve, c’è. Come nella seconda stagione, quando la madre del giovane arriva a Derry, intenzionata a riportare il figlio in Inghilterra con lei.James desidera credere alle sue buone intenzioni, vuole fidarsi. Michelle lo aiuta a vedere la realtà prima che questa lo ferisca. Gli fa capire che sua madre è del tutto inaffidabile e che “lo deluderà di nuovo”. E lo aiuta a riconoscere che la sua vera famiglia sono lei, Erin, Orla e Claire.

– Sei una ragazza di Derry ora, James. – gli dice.

La curiosa famiglia di Erin

A fare da contorno alle cinque Derry Girls ci sono i familiari di Erin, la madre Mary, il padre Gerry di Dublino, il nonno Joe che insulta perennemente il genero, un fratellino piccolo e Sarah, sorella di Mary, nonché madre di Orla, che vive con loro ed è più sciroccata della figlia. Poi c’è una gran mole di altri personaggi, tutti perfettamente caratterizzati. Tra questi non possiamo dimenticare il noiosissimo e logorroico Zio Colm, uno che quando ti prende e inizia a parlare, non ti molla più.

Mentre gli adulti sono alle prese con banali vicende domestiche, discussioni politiche, pettegolezzi, vita quotidiana da anni ’90, insomma – clamorosa la puntata in cui i familiari di Clare vanno a vedere I soliti sospetti, ma la polizia sgombra il cinema prima della fine e tutti si chiedono chi sia Kaiser Soze – le nostre giovani protagoniste cercano di vivere come meglio possono i loro 16 anni. Tra lezioni scolastiche, visite in Presidenza, gite e viaggi, esami, talent show, feste da ballo e diciottesimi compleanni, vacanze in famiglia e fughe in solitaria per andare a vedere un concerto, matrimoni e funerali, cercano di capire chi sono e che cosa potranno mai diventare.

Una serie scritta benissimo

La serie è scritta benissimo e intreccia a un acuto sottotesto politico che comprende i soldati che pattugliano le strade, bombe che esplodono, la violenza del conflitto tra cattolici e protestanti, la visita a Derry del Presidente Clinton con la famiglia a tutta una serie di pungenti osservazioni sulle relazioni anglo-irlandesi.

L’unica e inimitabile Sorella George Michael

E poi, dulcis in fundo, ci sono le suore che piacciono tanto a Scorsese, anzi La Suora, l’unica e inimitabile Sorella George Michael. A interpretarla è Siobhán McSweeney, un’ottima attrice comica, con dei tempi comici assolutamente perfetti.È lei, cinica e spietata, che il più delle volte dice l’opposto di quello che ci si aspetterebbe da una suora cattolica, che nei momenti liberi legge L’esorcista di William Peter Blatty e pratica Judo, il personaggio più riuscito e divertente della serie.Dirige l’Our Lady Immaculate College in maniera a volte un po’ apatica, come se, in realtà, volesse fare altro. Ma poi al dunque, quando il suo Vescovo cercherà di spostarla ad altro incarico, combatterà con le unghie e con i denti per rimanere lì.

Perché se è vero che è insofferente e dura con le sue ragazze è anche chiaro che tiene molto a loro. Le spinge ad affrontare le situazioni che si presentano pur sapendo che non le daranno retta. Per fortuna che non lo fanno, perché questo permette a Suor Michael di giganteggiare e di pronunciare le battute migliori della serie.Come quando convoca le Derry Girls nel suo ufficio, dopo che Michelle ha avuto un battibecco con un’altra ragazza sull’autobus. Prima di entrare, il gruppo concorda di prendersi la colpa insieme. Alla vista di Sorella Michael, però, Clare crolla. Scoppia a piangere e incolpa Michelle di quello che è successo.Suor Michael, invece di sgridare Michelle, guarda Claire con disgusto e le dice, gelida. – Beh, penso che si possa dire con certezza che oggi, tutti noi, abbiamo perso un po’ di rispetto per te, Clare.

Ed è ancora più divertente quando dà alle ragazze la notizia che una delle loro compagne sta male.– È improbabile che torni a scuola prima della fine dell’anno, – dice, – quindi credo che l’unica cosa che possiamo fare ora sia…– Pregare per lei? – gli fa eco qualcuno.– No. A cosa servirebbe? – chiosa Sorella Michael, quasi incredula per quella proposta.

La serie si conclude con un episodio di 45 minuti, ambientato nel giorno in cui i Nord Irlandesi votano l’Accordo del Venerdì Santo. Le nostre ragazze si recano tutte ai seggi e votano per l’accordo, nella speranza che il loro futuro possa essere diverso e migliore.È un momento molto commovente, di passaggio, in cui Erin e le sue amiche diventano grandi, oltrepassando quella che Conrad chiamava la linea d’ombra, senza però rinnegare ciò che sono state. Perché come dice Michelle dopo avere rassicurato James sul fatto che anche lui è una ragazza di Derry: – Essere ragazze di Derry è un fottuto stato mentale!

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