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Ricordarci di noi per capire i figli

di Ansa   
Ricordarci di noi per capire i figli

(di Paolo Petroni) (ANSA) - ROMA, 02 OTT - SILVIA GREGORY, ''SIAMO TUTTI FIGLI - Guida all'ascolto e comprensione dei bambini'' (ARMANDO, pp. 110 - 12,00 euro) - La genitorialità non è solo un ruolo, ma un percorso. Così questo non è un manuale, che nel caso del fare i genitori regole fisse hanno poco senso e cambiano con i tempi e le mode, ma una guida, ovvero una serie di notazioni senza presunzione, suggerimenti, esempi per elaborare in proprio quel che può servire per affrontare al meglio questa... professione, nel momento in cui si è scelto di intraprenderla. Basta leggere i titoli dei vari capitoli (da ''Crescere insieme'' a ''Come parlare ai bambini della malattia''), che poi aprono strade anche in altre direzioni complementari, il pianto, la comunicazione, i capricci, il gioco, la nascita di un altro figlio e così via, per capire il tipo di lettura che propongono queste cento pagine a un genitore magari in crisi. ''Lasciati guidare dal bambino che sei stato'' si legge nella citazione di José Saramago posta all'inizio del libro. Credo allora, quando si strilla un figlio per qualcosa si debba ricordare come, in una situazione simile, a suo tempo, le parole a noi entrassero da un orecchio e uscissero dall'altro e quindi trovare modi e tempi diversi per comunicare.

Così se un bambino dice una bugia, pensiamo a noi e non sgridiamolo solamente ma chiediamoci perché ce la dice. Essere figli è naturale, ''siamo tutti figli'' ci ricorda Silvia Gregory, ad essere genitori si è invece impreparati e bisogna impegnarsi, usare certo il cuore, ma anche molto la testa: ''E' nella relazione, quello spazio in cui vi è la possibilità di considerare un altro punto di vista senza rinunciare al proprio, che genitori e figli, consapevoli del proprio ruolo possono, senza i vissuti di sfida e battaglia che accompagnano troppo spesso le fasi di crescita e cambiamento, incontrarsi, conoscersi, capirsi''. La prima relazione è quella dell'allattamento, intima e carnale, col suo coinvolgimento emotivo profondo, ma anche una serie di problemi, dal rapporto seno orari o seno sonno. Sono i genitori a insegnare ai bambini il nome di ciò che provano e non sanno spiegare e magari crea loro malessere. Allora bisogna saper spiegare cosa siano o perché accadano fame, rabbia, gelosia, noia e, nel caso, poter dire: ''non capisco cosa stia succedendo, ma se tu mi aiuti insieme possiamo capirlo e affrontarlo''. Bisogna esserci attivamente, in ogni situazione, come accettare che il bimbo pianga, ma standogli vicino, facendogli sentire che ogni sentimento può esser espresso è accettabile e soprattutto condivisibile. I momenti negativi ci sono e bisogna imparino a esprimerli, non tacitandoli prima di capire o tentando di deviare l'attenzione proponendo altro. Silvia Gregory è pediatra e neuropsichiatra infantile ed è iscritta nel registro degli psicoterapeuti dell'Ordine di medici di Roma, dove vive e lavora. Ha collaborato tra l'altro con l'Enciclopedia Italiana scrivendo la voce 'Omeopatia' per l'appendice 2000 della Treccani e 'Adolescenza', 'Bullismo', 'Genitorialità' per quella 2021 e ha scritto il libro 'I bimbi crescono. Favole e computer' nel 2017. Alla lettura quel che viene sottolineato mi pare sia quanto i figli si formino attraverso l'imitazione, che è poi introiettare modi, tempi, inquietudini e serenità, conoscenze attraverso le relazioni, coi genitori anzitutto, che sono tramite anche per quelle con fratelli, nonni, zii, in un gioco che li trovi accolti o meno nel mondo, formando pian piano la loro personalità. ''L'intento del libro è di attivare una riflessione e suggerire strategie che possano aiutare a sciogliere i nodi di una relazione ricca di potenzialità, ma anche di fatica, di impegno e, perché no, di dolore, quando le nostre parti non risolte incontrano quelle del partner e dei figli''. (ANSA). .

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