Olivier Remaud racconta bellezza e misteri della montagna
(ANSA) - ROMA, 13 SET - OLIVIER REMAUD, QUANDO LE MONTAGNE BALLANO (WUDZ, PP. 234, EURO 17) Olivier Remaud, filosofo francese, esplora e celebra lo splendore della natura nel poetico saggio-memoir "Quando le montagne ballano", uscito per Wudz, giovane casa editrice nata con la missione di "contemplare la realtà per intero, attraverso tante istantanee sul mondo". Remaud immortala immagini ricche di contrasti, come quelle che si vengono a creare nel mese di ottobre, quando la montagna "si colora" e "il fogliame dei larici passa dal giallo oro all'arancio intenso". Racconta le sue escursioni prima dell'alba, quando "i pendii della valle del Cristillan sono ancora avvolti nell'oscurità". Torcia sulla fronte, abiti contro i morsi del freddo, scarponi dalla "suola dentellata" ai piedi, si mette in marcia, zaino in spalla e scorte:"una banana e biscotti d'avena", "semi oleosi, frutta secca, cioccolato", "bento di riso con verdure, due uova alla coque, una mela", "molta acqua".
Con sé un insolito compagno di viaggio, Kampos, fossile di cavalluccio marino: "un giorno lo trovai a terra, solo e sporco, nel mio bosco". Tra le montagne, Remaud si sente a proprio agio "come un pesce tra gli scogli" e spiega:"A una certa altitudine, provo una sensazione marittima e sento onde che colpiscono le pareti". Sulla connessione tra acqua e terra, aggiunge:"Vivere un temporale in montagna è un'esperienza intensa, un vero momento di intimità. La rabbia del cielo è inclusiva. Ci prende in braccio e ci imbarca nelle sue acque. Racconta intimamente il nostro rapporto con il suolo della terra, con le sue impronte, con i suoi fossili, con il più piccolo dei suoi rilievi". Andare in alta quota per Remaud non è semplicemente scarpinare lungo i sentieri, quanto piuttosto osservare e capire come "emerge la montagna dalla notte", quasi essa fosse una persona in carne e ossa nell'atto di svegliarsi. La montagna, secondo Remaud, è un essere "complesso, caotico e carnale". "Tutto nel sistema Terra interagisce: dalle rocce agli umani, al suolo, alle nuvole e agli oceani, alle molecole, ai microbi e ai miceli, alle piante e agli animali" e rammenta ai lettori che "tutti gli esseri viventi sulla Terra sono collegati da un'unica corda". La montagna fa miracoli e trasforma, è in grado di farci "vivere una vita stranamente paziente, quasi priva di scopo", dice, e alla vista di alcuni camosci, animali che "sanno affrontare ogni tipo di pendenza e dislivello", Remaud, "sdraiato sullo strato minerale", immagina di trasformarsi proprio in uno di quegli animali, di avere "degli zoccoli rimovibili ai piedi", di "oscillare attraverso le gole più profonde" e di ballare sulle cime come sanno fare gli "acrobati circensi". Remaud ricorda, inoltre, Youyou, cane della sua infanzia. compagno di tante avventure, un amico fedele, il "suo collegamento con la montagna", la "guida sotterranea", un "Virgilio sciamanico" perché Youyou conosceva i luoghi della montagna "dove si aprono botole invisibili verso epoche passate e universi paralleli". Remaud celebra la meraviglia del creato con la sapienza dello scienziato e l'estro del grande narratore. (ANSA). .