Una delle regioni guida nella letteratura di genere, che deve molto all’opera instancabile di Luigi Bernardi, editore, scrittore, ma anche scopritore di numerosi talenti della prima generazione di giallisti bolognesi, a partire dall’antologia I delitti del Gruppo 13, pubblicata nel 1991.
Senza dimenticare Alberto Bevilacqua e il suo Gialloparma del 1997 (che fa un impietoso ritratto dei vizi e dei segreti della ricca provincia italiana, ispirato all’omicidio dell’imprenditore Carlo Mazza di dieci anni prima), non si può non partire da Loriano Macchiavelli e Carlo Lucarelli.
Macchiavelli, classe 1934, è uno dei nomi più importanti nel rilancio del giallo italiano, che ha acquistato credito grazie anche a lui e alle inchieste del sergente Sarti Antonio (nominato sempre così, prima il cognome e poi il nome, interpretato in Tv da Gianni Cavina), poliziotto onesto e tenace anche se non particolarmente dotato nell’arte delle indagini. Da quasi trent’anni, poi, Macchiavelli scrive con Francesco Guccini polizieschi ambientati nell’Appennino bolognese.
«Quello che comincia a scrivere sono io, poi però quando rileggo il testo trovo tutto cambiato. E il bello è che Loriano non me lo dice neanche…», così Guccini ha raccontato una volta il suo sodalizio con Macchiavelli.
Carlo Lucarelli (scrittore, sceneggiatore, conduttore televisivo) è uno dei giallisti italiani più famosi. Ogni suo personaggio ha riscosso grande successo, dalle serie sui commissari De Luca e Marino nell’Italia fascista e del secondo Dopoguerra (Carta bianca è il suo primo libro, pubblicato nel 1990) ai romanzi “contemporanei” con protagonisti l’ispettrice Grazia Negro o l’ispettore Coliandro. Tutti o quasi diventati anche serie Tv o film.
Ma sono davvero tanti gli autori da ricordare di questa regione. Noi confessiamo di avere un debole per Patrick Fogli, con i suoi romanzi nerissimi dove non manca mai lo sguardo sociale sull’Italia di oggi. E per le storie particolari di Barbara Baraldi (da non perdere La bambola dagli occhi di cristallo) e Grazia Verasani (il suo Quo vadis, baby? è diventato un film di Salvatores e poi una serie Tv).
E poi c’è la cesenate Ghinelli (Il divoratore), il torinese ma parmense d’adozione Valerio Varesi, la cui serie dedicata al commissario Soneri è diventata una apprezzata serie televisiva, Nebbie e delitti, con Luca Barbareschi protagonista.
Quindi i romanzi “dal vivo” di Maurizio Matrone (consigliamo Fiato di sbirro), che poliziotto è stato per venti anni. Le incursioni felici di Carlo Flamigni (Giallo uovo), medico considerato tra i pionieri della fecondazione assistita, e di Lorenzo Sani, giornalista e scrittore “rubato” al suo amato basket.
E ancora i mistery rurali di Giuliano Pasini (Venti corpi nella neve) e Eraldo Baldini (Gotico rurale). Le storie nerissime di Andrea Cotti (Un gioco da ragazze) e Girolamo De Michele (Scirocco). Gli intrecci geniali di Franco Foschi (Niente è come appare, la sua prima fatica).
PER COMINCIARE – Almost Blue, di Carlo Lucarelli (1997)DA NON PERDERE – Lentamente prima di morire, di Patrick Fogli (2006)DA RECUPERARE – Più sangue, Larry, di Lorenzo Sani (2006).
TOSCANA
Di “giallo toscano” si cominciò a parlare già nel 1883, con Giulio Piccini, in arte Jarro, che avviò con I ladri di cadaveri un ciclo, in quattro libri, dedicato a Domenico Arganti, detto Lucertolo, commissario di Santa Maria Novella. Passando ai nostri tempi, si parte, in ordine alfabetico, dalla triade Malvaldi-Simi-Vichi.
Marco Malvaldi, pisano, laureato in chimica, ha esordito nel 2007 con La briscola in cinque. Un giallo ambientato sulla costa toscana, primo episodio con protagonisti i vecchietti del BarLume, diventato presto una fortunata serie televisiva. A noi piacciono di più i suoi libri con protagonisti presi dalla storia, dal gastronomo Pellegrino Artusi al giornalista Ernesto Ragazzoni, ma tant’è.
Giampaolo Simi, viareggino, è pubblicato anche in Francia nella celeberrima “Série Noire” di Gallimard. Ci piacciono le sue atmosfere versiliane, quella sensazione di non detto e cose sospese presente in certe famiglie. E poi c’è Marco Vichi con il meritatamente celebrato commissario Bordelli, protagonista da più di venti anni di romanzi polizieschi ambientati nella Firenze degli anni Sessanta.
Da ricordare Leonardo Gori e il suo capitano dei carabinieri Bruno Arcieri (Nero di maggio), Giacomo Aloigi, musicista e avvocato (Sabbia in bocca e Gotico fiorentino), il criminologo forense Antonio Fusco, napoletano che vive a Pistoia (il commissario Casabona e l’ispettore Valeri i suoi personaggi più noti). Sono scritti a quattro mani i gialli storici di Riccardo Parigi e Massimo Sozzi. Ci sono anche il raffinato Le donne, il diavolo e il destino di Dino Fiumalbi, Riccardo Bruni con il suo Dante Baldini, investigatore privato in azione sulla costa tirrenica e Gigi Paoli (Diritto di sangue), che ha trasposto il suo lavoro di giornalista nelle indagini del reporter Carlo Alberto Marchi.
Ha ambientato infine alcuni suoi libri a Firenze (Il giallo di Ponte Vecchio, forse il successo maggiore) con protagonista il restauratore Giuliano Neri, la scrittrice e storica dell’arte Letizia Triches, romana.
PER COMINCIARE – Morte a Firenze, di Marco Vichi (2011)DA NON PERDERE – Cosa resta di noi, di Giampaolo Simi (2015)DA RECUPERARE – Odore di chiuso, di Marco Malvaldi (2009).
MARCHE
Confessiamo di non conoscere direttamente autori marchigiani di genere, mi sono fidato di alcuni consigli e delle segnalazioni a mio parere più serie. Cominciamo con Luca Viozzi e il suo commissario Salviati, impegnato tra San Benedetto del Tronto, Ascoli e Montalto delle Marche.
Poi Stefano Serpilli che in Ombre ha immaginato la provincia di Ancona come teatro di una serie di inspiegabili omicidi, collegati ad un antico manoscritto ritrovato a Loreto.
A Macerata è invece ambientato Delitto dietro le quinte di Christina B. Assouad e Jonathan Arpetti. Con Paola Duca e Loretta Mozzoni torniamo ai tempi dello Stato Pontificio, il libro si chiama Di neve e di cristallo ed è ambientato a Jesi. Infine Sara Magnoli, che è varesina ma passa le sue vacanze estive a San Benedetto del Tronto, che fa da sfondo al suo Se è così che si muore.