L’India, Dahli, sembra il posto migliore in cui nascondersi. Nel suo brulicare di persone, macchine, tuk tuk e mercanzie pare un’impresa impossibile trovare chi ha commesso un crimine, tanto meno i sei che, su un pullman di linea, hanno pestato una coppia e poi violentato la ragazza, torturandola in modo atroce. Quindi li hanno buttati nudi sul cavalcavia e sono tornati indietro tentando di passarci sopra con il pullman, senza però riuscirci.
Così inizia Dahli Crime (vedi qui il trailer), serie in cui una donna, a capo della polizia del distretto, deve catturare i colpevoli in brevissimo tempo per placare lo sdegno e il furore dell’opinione pubblica che vuole linciarli e accusa la polizia di inefficienza. Poi c’è anche la pressione dei capi che vogliono subito un colpevole, oppure un capro espiatorio tra i responsabili delle forze dell’ordine.
La DCP (Deputy Commissioner of Police) è molto abile, decisa e si muove con sicurezza in mezzo ai suoi uomini. E’ capace di ottenere quello che le serve, malgrado gli scarsi mezzi, grazie alla sua autorevolezza e ai rapporti instaurati negli anni.
Siamo in un’India povera al punto che in centrale ogni tanto va via la luce perché non hanno pagato la bolletta e la nostra leader gira con una macchina con una linea tutta rotondeggiante che sembra uscita direttamente dagli anni Cinquanta. Lei è una mamma ed è un po’ come fosse la mamma di tutti. È severa, autoritaria, decisa, dà degli schiaffoni ai colpevoli, ha tutto sotto controllo, ma piange ogni volta che pensa a quello che hanno fatto alla ragazza. Stuprata e massacrata dal branco con inaudita crudeltà, ora si trova in terapia intensiva in fin di vita.
Un fatto curioso è che i criminali arrestati vengono tenuti per mano dai poliziotti mentre li portano in prigione.Altro fatto che mi ha stupito è che in India si parlino almeno due lingue, l’hindi e l’inglese, e si passi continuamente dall’una all’altra. In realtà di lingue se ne parlano molte altre ma queste sono le due ufficiali.Ultima curiosità è che gli indiani per dire “sì” muovono la testa orizzontalmente un po’ come facciamo noi italiani per dire “no”.
Infine una considerazione più generale. Ma sarà vero che ci sono donne a capo delle polizie di mezzo mondo, oppure è solo una realtà parallela che esiste solo nelle serie tv e nella realtà i capi sono tutti maschi?
Made in HeavenAmazon Prime Video
9 episodi di 45-60’Dalle strade della Dehli povera si passa alle ville dei ricchi e si va dal thriller al dramma romantico. I due protagonisti di Made in Heaven organizzano sontuosi matrimoni per i rampolli delle famiglie facoltose, ma non solo. Sì, perché il matrimonio in India è forse l’evento più importante della vita e molti sono disposti ad indebitarsi pur di offrirne ai figli uno memorabile. E in quanto a sfarzo l’India non è seconda a nessuno.Tara, la protagonista che organizza i matrimoni, è molto bella; peccato però per i labbroni gonfiati all’occidentale. Lei è sposata con un ricco imprenditore che le mette le corna, mentre il suo socio Karan è gay e rimorchia ogni sera un tipo diverso.
Le tradizioni del matrimonio – tra cui quella del matrimonio combinato – confluiscono nelle nuove abitudini legate al digitale, all’innovazione tecnologica, all’esibizionismo dei social e tutto il restante Black Mirror.Così il famoso divo – non so se di cinema o tv – invitato alla festa di fidanzamento, getta la promessa sposa in uno stato di estatica isteria, tanto che prima balla con lui, poi lo bacia davanti a tutti e quindi ci finisce a letto, rischiando di mandare a monte il matrimonio a causa delle foto che li immortalano (vedi il trailer).
La serie è sgargiante, piena di lusso e colori, ma la realtà che dipinge è tutt’altro che rosea, come la vita sentimentale dei protagonisti e quella della loro giovane impresa. Tara viene da una famiglia povera, è diventata una donna estremamente elegante e raffinata che ha sposato un uomo giovane, gentile e molto ricco. Eppure il suo matrimonio sta andando a pezzi.Dura la vita anche per Karan che deve fare in conti con la sua omosessualità in un paese che ancora la condanna per legge. In India, infatti, solo nel settembre 2018 una storica sentenza ha depenalizzato i rapporti sessuali tra adulti consenzienti dello stesso sesso.
VorticeAmazon Prime Video
8 episodi di 45’Siamo di nuovo nell’India brulicante ma stavolta non in una grande città, bensì in un paese. Vortice si apre con una bella battaglia davanti a una fabbrica occupata, dove lavoratori e poliziotti se le danno di santa ragione prendendosi furiosamente a bastonate.
Uno sciopero, l’incendio e poi l’esplosione della fabbrica, una ragazza di quindici anni che scompare, Vortice è una serie spettacolare, piena di scene grandiose (vedi il trailer).Di nuovo a capo delle forze dell’ordine c’è una bella e vigorosa poliziotta, Regina, che deve indagare sulla sparizione della ragazza in un clima di tensione sociale e durante il Mayana Kollai, una festa Indù della durata di sette giorni.
Delitti e festival danzano insieme durante tutta la serie.Le vie sono invase dalla folla e mentre enormi statue sfilano, la gente balla all’incessante ritmo dei tamburi tra addobbi, vestiti colorati, trucchi, gioielli e tanti fiori per decorare. Esseri diabolici danzano in stato orgiastico e sembrano compiere riti arcaici. Statue giganti della dea sovrastano il tutto in uno scenario naturale straordinario.
La festa Mayana Kollai rievoca la storia di Parvati che, personificata in Angalaamman, dea guerriera alquanto feroce, si reca in un villaggio terrorizzato da un demone e dopo una epica battaglia in un cimitero lo uccide. Parvati, dea benevola, assume quindi anche delle forme estremamente crudeli come, ad esempio quella di Kali (letteralmente “La nera”) che noi abbiamo conosciuto nei romanzi di Salgari. Anche i demoni hanno una doppia personalità, sono infatti persone elevate da Shiva all’immortalità, che hanno intrapreso una cattiva strada.Quando la fabbrica esplode, probabilmente per un attentato, Regina si trova nel mezzo di un vortice, dovendosi occupare della scomparsa della ragazza e della distruzione dell’unica fabbrica del paese.
Ma come nel Mayama Kollai, anche nella serie niente è come appare. L’ispettrice e lo spettatore vengono ingannati e condotti su strade che non portano a nulla in questa serie thriller piena di colpi di scena che cambiano continuamente la nostra percezione su quanto sta accadendo, dandoci l’impressione che ci siamo fatti ingannare dalle apparenze. A confondere ancora di più ci sono il meraviglioso delirio di colori della festa, le maschere spaventose che indossano i fedeli e le musiche incantatrici che ci avvolgono in una nebbia psichedelica.
Indian MatchmakingNetflix
2 stagioni di 8 episodi da 35-39’Come dicevamo, in India il matrimonio è fondamentale ed è anche una grandissima industria. Ci sono pure i “matrimoni d’amore”, come vengono chiamati quelli non combinati, ma il 90 per cento dei matrimoni sono combinati dalle famiglie.
“Prima arriva il matrimonio, poi l’amore. Questo è il bello dei matrimoni combinati”, dice Sima Taparia, protagonista della docuserie Indian Matchmaking, che si definisce la migliore matchmaker di Mumbai. Lei combina matrimoni un po’ come una zia. Incontra la persona che deve sposarsi, i genitori e il resto della famiglia perché il matrimonio in India è una questione di famiglia e tutti partecipano alla scelta (vedi il trailer). A complicare il compito di Sima c’è l’oroscopo dei due futuri spasimanti e il fatto che anche le stelle devono essere allineate nel modo giusto.
Una cosa analoga avviene in Israele, almeno da quanto si evince dalla serie Shtisel, dove sia il padre che il figlio si rivolgono a una sensale affinché trovi loro una moglie e fanno degli incontri con delle sconosciute.
La docuserie, che si svolge tra gli Stati Uniti e l’India, è stata accusata di compiacere troppo il gusto del pubblico americano, non raccontando realisticamente l’India. Credo che come tutti i reality manchi di autenticità perché l’obiettivo è andare incontro ai gusti del pubblico. Però è interessante vedere come funziona questo Tinder della zia Sima.
Ad esempio, c’è un trentenne ricco e coltivato di Mumbai, di professione gioielliere, che ha rifiutato di incontrare 150 donne in base ai dati e alle foto. Oppure c’è un’indiana che vive negli Stati Uniti che è piuttosto bruttina ma molto supponente. Disprezza tutti quelli che incontra e si crede di essere chissà chi. Più o meno lo stesso vale per la madre e la sua famiglia. Sembra impossibile che un simile pallone gonfiato possa trovare qualcuno. Chissà se ce la farà?
AranyakNetflix
8 episodi di 40-45’E veniamo ai delitti della Cortina indiana. La trama di Aranyak si svolge infatti in una immaginaria località turistica montana dell’India, una sorta di Cortina d’Ampezzo che si popola di ricchi turisti e giovani scapestrati.
Kasturi Dogra, poliziotta energica come nelle serie precedenti, è in attesa di un lungo permesso dal lavoro, quando una turista francese denuncia la scomparsa della figlia che poco dopo viene trovata impiccata nel bosco che circonda la città. A complicare il tutto ci sono segni di artigli sul corpo della ragazza, che ricordano una serie di omicidi irrisolti avvenuti vent’anni prima. Parte così la caccia a Nartendua, un leggendario uomo leopardo che la credenza popolare ritiene autore degli omicidi (vedi il trailer).
Quando il terrore si impossessa della città, Kasturi mantiene i piedi per terra. Indaga meticolosamente con metodi piuttosto burberi, spesso si fa prendere la mano e schiaffeggia i testimoni reticenti, mentre il bosco con i suoi segreti incombe sulla cittadina.
Andando avanti nelle indagini scoprirà che un grumo di corruzione e droga avvelena la pittoresca località. Accanto a lei indaga un poliziotto di città, ligio al regolamento, che mal sopporta i suoi metodi. Siamo di fronte a una serie poliziesca classica, i due poliziotti che bisticciano, il marcio che viene a galla e l’efferato delitto, ma il condimento in salsa indiana lo rende estremamente gradevole.