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La nuova serie noir di Flumeri e Giacometti – Se la città dorme

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La nuova serie noir di Flumeri e Giacometti – Se la città dorme

Il collaudato duo di autrici Flumeri e Giacometti lascia la provincia lombarda in cui ha ambientato le sue prime storie di successo e cala su Roma per dare vita a una serie di romanzi che si annuncia diversissima da quella cui è abituato il pubblico dei suoi lettori. Una decisione sicuramente coraggiosa, anche se sempre più usuale tra gli autori più letti del nostro tempo. Vediamo come ha preso forma questa prima puntata intitolata Se la città dorme.

S’inizia con un delitto, anzi due

Una storia poliziesca deve cominciare per forza con un delitto, meglio ancora se un omicidio. Se la città dorme abbonda e ne fornisce addirittura due, già nelle prime pagine. Uno si intuisce che appartiene a un passato lontano ma non ancora archiviato. L’altro è il punto di partenza di un’indagine che si annuncia subito complicata.

Siamo appunto a Roma, ai giorni nostri, e qualcuno ha fatto fuori un avvocato che era un viveur ma anche un ottimo professionista, ineccepibile a livello etico. L’assassino gli ha dato un appuntamento che si è rivelato una trappola, quindi gli ha fracassato la testa e ha fatto in modo che venisse trovato in condizioni che fanno pensare a un rituale o a un messaggio.

Le indagini partono immediatamente ma non si fa in tempo a vagliare i pochi indizi disponibili che i morti diventano tre.Stavolta la vittima è una giovane dottoressa, un’endocrinologa che pure conduceva una vita privata piuttosto vivace, ma anche lei era professionalmente ed eticamente irreprensibile.Le modalità dell’omicidio sono le stesse del delitto precedente. Stavolta ci sono un po’ più di tracce, ma non sembrano ancora sufficienti.

Se la città dorme: gli investigatori

Alle vicende dei delitti, si sovrappongono quelle degli investigatori. La squadra cui appartengono il sostituto commissario Luce Giordano e l’ispettore Riccardo Neri sembra ben affiatata e, con l’arrivo del commissario Sandro Arrighi a dirigerla, non può che migliorare. Però, a ben vedere, i rapporti al suo interno non sono del tutto idilliaci: è successo qualcosa che, se non ha rotto nulla, ha lasciato comunque qualche incrinatura.

Poi salta fuori un collegamento con un altro delitto che ha preceduto quello dell’avvocato. Si è trattato di un delitto talmente disorganizzato e casuale, che all’inizio era stato preso per un suicidio. La vittima infatti, un uomo senza particolari qualità, era caduta nel Tevere. Cosa c’etra, dunque, con gli altri delitti?

La banda dei vitelli

Il sostituto commissario Luce Giordano ha un amico psichiatra con il quale si confida spesso. Il dottor Romano osserva che le modalità con cui sono stati consumati i delitti dell’avvocato e della dottoressa gli ricordano un caso in cui si è imbattuto da studente, quello della “banda dei vitelli”. Era una storia di borsaneristi che, nella Liguria insanguinata dalla guerra, cominciarono con l’ammazzare del bestiame rubato per venderne la carne e finirono con l’ammazzare una ventina di persone per derubarle. Usarono sempre il metodo della mazzata sulla fronte: lo stesso dell’assassino di oggi.

Intanto ci lascia la pelle anche un chirurgo, sempre ucciso allo stesso modo. Purtroppo, la discrezione richiesta dal commissario Arrighi per permettere alle indagini di procedere senza dannose interferenze è rimasta una chimera. C’è stata una fuga di notizie, ma non si sa ad opera di chi. Il risultato è che i mass media soffiano sul fuoco e alimentano il panico.

C’è un filo per ora sottile cui aggrapparsi per seguire quella che sembra la sola pista possibile, ma una rapida trasferta in Liguria lo trasformerà in qualcosa di molto più robusto, attestando che esiste una continuità tra i delitti di allora e quelli di oggi. Arrivare alla soluzione del caso sarà però molto più drammatico e sconvolgente di quanto ci si possa aspettare.

I libri di genere sono i soli che raccontano la realtà

Questa la trama del romanzo per sommi capi.Ma Se la città dorme non è soltanto questo. Come affermato tra gli altri da Piero Dorfles ne Il lavoro del lettore, i libri di “genere” un tempo venivano letti per evadere dalla realtà, mentre oggi sono i soli che pongano il lettore davanti alla realtà. Certo, spesso con una drammatizzazione e una serie di colpi di scena che nella realtà è difficile ravvisare, almeno con gli stessi tempi. Ma indubbiamente ci sono questioni che è molto più proficuo porre al lettore attraverso un’opera di fiction piuttosto che tramite un saggio appesantito dalla ricerca della precisione o dalla rincorsa all’obiettività.

A queste condizioni, si può facilmente perdonare qualche eccesso che Flumeri e Giacometti si sono concesse per mantenere sempre al massimo l’attenzione del lettore. La solida esperienza di autrici televisive permette loro di dare alla trama il ritmo che preferiscono, facendola accelerare o rallentare ogni volta che occorre, ma forse in alcuni momenti – soprattutto del finale – indulgendo a un gusto per lo spettacolo che sullo schermo rende sicuramente meglio che sulla carta.

Allo stesso modo, non sembra perfettamente riuscito l’espediente di far procedere parallelamente due storie che si dipanano secondo tempi diversi, fino a farle convergere e saldare in quello che rappresenta il momento di svolta della trama. Una storia si svolge in tempo reale, mentre l’altra si è già consumata e se ne vedono le conseguenze. Ma, proprio per questo, la seconda risulta un po’ stiracchiata nell’ultima parte e, quando arriva la rivelazione, qualsiasi lettore attento c’è già arrivato da solo da qualche decina di pagine.

Ciò tuttavia non intacca il piacere di leggere Se la città dorme, un romanzo che è comunque ben strutturato e che ha anche il pregio di affrontare una materia delicata senza cedere alla tentazione di buttarla sul clamoroso (un conto è prendersi qualche libertà sugli eventi della trama, un altro è farlo sui contenuti). Si capisce benissimo che dietro c’è un gran lavoro di documentazione e di limatura dei dettagli.

La serie FiatLux

Non sappiamo quali saranno gli ulteriori sviluppi della serie thriller noir. Sulla quarta di copertina è riportato chiaramente che Se la città dorme è un “episodio pilota” e che la serie si chiamerà FiatLux.

Il fatto che a occuparsi delle indagini sia una intera squadra di poliziotti, alcuni dei quali caratterizzati con molta cura, fa pensare (e sperare) che nelle prossime puntate saranno affrontati diversi temi in romanzi che potranno seguire schemi narrativi che si rinnovano, senza per forza attaccarsi a un solo format di successo.

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