Non ho dubbi: tra i libri che ho amato nel 2024 spicca L’amante senza fissa dimora (Mondadori, 2019) dei grandi Fruttero & Lucentini. C’è un’antiquaria giunta a Venezia per un lascito di opere d’arte, e c’è un enigmatico cosmopolita, Mr. Silvera, che confonde il passato con il presente e parla di Spinoza come se l’avesse conosciuto. Scoppia il colpo di fulmine tra falsi d’autore e ricevimenti sontuosi … ma solo per tre giorni. Lui poi riparte, anzi, “deve” ripartire… ma perché? Chi è Mr. Silvera? La spiegazione è incredibile e tronca una magica avventura, tanto più struggente e indimenticabile in quanto così fugace.
Un altro titolo che mi ha davvero avvinta e commossa è Il Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey (Astoria, 2024), scritto da Mary Ann Shaffer e Annie Barrows: una splendida vicenda di amicizia, amore, coraggio e resistenza al nazismo, in cui i protagonisti, grazie alla loro passione per la lettura, contrappongono la speranza e perfino l’umorismo alle brutture della guerra. Morale: i libri ti salvano dalla disperazione.
E il Times ha notato giustamente: “Ogni tanto capita che arrivi un libro che è semplice e tuttavia efficace… Questo è una di quelle delizie”. Consigliatissimo!
Infine, mi ha incantata il romanzo Nuove abitudini (Fazi Editore, 2023) di Robert Cedric Sherriff: scrittore inglese che il Premio Nobel Kazuo Ishiguro, durante la pandemia, ha definito un vero toccasana per l’umore. Siamo nella Londra degli Anni ’30 e Tom Baldwin va in pensione. All’inizio è depressione totale, poi, con l’aiuto della moglie Edith, torna la voglia di nuovi progetti, nuove amicizie e addirittura una nuova casa. Il libro è tenerissimo e divertente: un inno all’importanza di rimettersi in gioco, aprirsi agli altri e cogliere la modesta ma indescrivibile bellezza della vita quotidiana.
Massimo Grilli, giornalista
Conoscevo Russell Banks – morto il 7 gennaio 2023 – solo di fama, dopo aver letto I tradimenti (2022) ho capito perché è considerato uno degli scrittori più importanti del secolo. Un regista tra i più famosi del suo tempo sta per morire e l’ultima intervista che rilascia è l’occasione per il consuntivo inatteso di una vita fatta di bugie e fughe, di verità nascoste e, appunto, tradimenti. Una scrittura lenta, che va gustata con calma, che cattura subito l’attenzione.
Prima di vedere la serie Tv (trasmessa da Sky), vale la pena leggere Il simpatizzante, il romanzo di Viet Thanh Nguyen (2016) da cui è stata tratta, vincitore del Premio Pulitzer 2016 (leggi qui la nostra recensione).
È il racconto – che comincia nel 1975 – di una spia e della sua vita divisa a metà, tra gli Stati Uniti e il Vietnam comunista. Un po’ spy story, un po’ thriller, un po’ romanzo di guerra, è anche una riflessione non banale sull’uomo e sulle conseguenze che ogni scelta porta con sé.
Dorothy Johnson (1905-1983), è considerata la più importante e famosa scrittrice donna di letteratura western. Tre dei quattro splendidi racconti de L’uomo che uccise Liberty Valance (2024) sono diventati film di successo (quello che dà il titolo alla raccolta e poi Un uomo chiamato cavallo e L’albero degli impiccati). Cow boy, pistoleri, predicatori, donne coraggiose. Un ritratto straordinario dell’America della Frontiera, con il suo ottimismo e la sua violenza.
Gianna Angelini, semiologa
Dopo aver letto i libri della sestina, ancora dispiaciuta per l’esclusione, tra i finalisti allo Strega, di Cose che non si raccontano di Antonella Lattanzi, ecco la mia personale classifica.
Al sesto posto Tommaso Giartosio con Autobiogrammatica, un libro dall’idea molto interessante ma tradito da un eccessivo desiderio di esaltazione. Al quinto Dario Voltolini con Invernale, romanzo godibilissimo ma che poteva osare di più. Quarto posto a Chiara Valerio con Chi dice e chi tace, libro dalla storia e dall’intreccio accattivanti, ma che poteva essere curato meglio. Al terzo Paolo Di Paolo con Romanzo senza umani, libro opportunamente fastidioso ma per un pubblico selettivo. Al secondo Raffaella Romagnolo con Aggiustare l’universo, libro che dovrebbe essere letto a scuola ancora e ancora.
Credo che meriti la vittoria Donatella Di Pietrantonio che con L’età fragile ha saputo tracciare delicatamente, ma in modo incisivo, la condizione di una generazione che stiamo trascurando, sullo sfondo di un fatto di cronaca inventato, duro, come la gente di montagna, ma appassionante.
Stefano Piani, sceneggiatore e fumettista
Le schegge ha come protagonista lo stesso Brett Easton Ellis, qui al suo ultimo anno di liceo e in procinto di iniziare a scrivere il suo primo romanzo, Meno di zero.Come ha sempre fatto, Ellis mette in scena il mondo che conosce meglio: quello dei ricchi rampolli californiani e delle loro feste a base di droga e sesso, salvo poi aggiungere, per sparigliare le carte, un serial killer. Se Ellis vi piace, adorerete anche questo suo nuovo romanzo, il migliore da parecchi anni.
Guerra di Louis-Ferdinand Céline è un evento per vari motivi.
Perché è uno dei manoscritti inediti scomparsi nel 1944 e ricomparsi improvvisamente nel 2021. Poi perché è parente prossimo del suo capolavoro Viaggio al termine della notte di cui, oltre ad alcuni personaggi, mantiene anche le atmosfere.
Céline continua a disturbare anche a distanza di anni e la sua scrittura deformante è tra le poche in grado di cogliere con precisione le deformità dell’essere umano.
Rosaura alle dieci dell’argentino Marco Denevi è un giallo che sembra uscito dalla mente di Agatha Christie e dalla penna di Jorge Luis Borges.È strutturato in cinque parti e, in ognuna di esse, un personaggio fornisce informazioni sugli strani eventi occorsi alla pensione La madrilena che hanno portato alla morte di Rosaura. A svelare il mistero, sarà una lettera.Per me è di uno dei migliori gialli che siano mai stati scritti: fossi in voi approfitterei del fatto che Sellerio lo abbia ristampato da poco per leggerlo.
Laura Venturini, Libreria Koob
Aria di famiglia di Piperno è scritto magnificamente. C’è una prima parte in cui al protagonista, che è un professore universitario, viene affidato un bambino che è figlio di cugini lontani. Lui esce dal suo egoismo e dal suo egocentrismo per riconnettersi a un altro umano. L’unica pecca è forse l’età del bambino perché ha otto anni ma fa cose da dodicenne. Però è proprio un bel libro, si legge bene ed è scritto benissimo.
Poi ti dico Le formidabili donne del Grand Hotel. Una donna che ai primi del ‘900 si trova a dirigere il Grand Hotel di Stoccolma. È una che ha cominciato a lavorare a quattordici anni ed era talmente intelligente, brillante e capace che è diventata un’imprenditrice. Lei è esistita veramente e la scrittrice Ruth Kvarnström-Jones ha lavorato nell’hotel, dove ha scoperto e si è innamorata di questa storia, ha fatto delle ricerche e ha scritto questo romanzo che è perfetto da ombrellone.
Il crimine del buon nazista di Samir Machado de Mahado è un piccolissimo giallo ambientato dentro uno Zeppelin, dentro un dirigibile, nel 1933. È un gioco delle parti in cui i personaggi non sono chi dicono di essere e c’è un finale a sorpresa. È delizioso.
Un libro che mi è piaciuto molto l’ha scritto un sociologo brasiliano, José Henrique Bortoluci. Attraverso la storia del padre, che era un camionista, racconta la storia dell’Amazzonia, cioè quando è stata costruita la grande autostrada che l’attraversa. Sulle strade di mio padre è il racconto delle illusioni di creare un Brasile importante dal punto di vista economico, grazie a questa grande autostrada, fino ad arrivare al tema molto attuale di come l’Amazzonia è stata sventrata e distrutta mentre il Brasile ha sempre gli stessi problemi di allora.
Paolo Nicoletti, Libreria Koob
Paul Lynch è uno scrittore irlandese molto particolare, vincitore del Booker Prize per Il canto del profeta, che è una distopia. Siamo in Irlanda nei giorni nostri, il partito di destra ha vinto le elezioni e per una emergenza non meglio definita viene instaurato un regime molto autoritario, in pochissimo tempo. La madre di tre figli è una donna con un posto di lavoro prestigioso molto tecnico, mentre il marito è un insegnante sindacalista. Immediatamente questo vento buio, freddo, che arriva dall’esterno, entra in casa loro. Il figlio è un adolescente ribelle. Il marito una sera va a una manifestazione e non torna a casa. Di lì è un viaggio nell’angoscia, così ben scritto che non si dorme la notte perché può accadere…
Per i cultori della letteratura americana William Sloane è un mito perché è stato un grandissimo e raffinatissimo editore. Ha scritto solo due romanzi, tutti e due negli anni Trenta. Attraverso la notte, pubblicato da Adelphi, è il primo che leggo ed è bellissimo. Una scrittura strepitosa, molto classica. Due rampolli della New York rampante, studenti con il mondo davanti… finché accade qualcosa che è un suicidio, riconducibile a qualcosa che è successo che rimane avvolto nel mistero, su cui indagherà il miglior amico del morto. Guarda caso è uno dei libri preferiti di Stephen King perché c’è una parte di mistero molto molto forte, legato a una donna che questo ragazzo ha sposato.
Massimo Cecchini, scrittore, giornalista
Gli addii, a volte, possono prendere forma grazie anche a un doppio testamento. L’uscita di scena di Cormac McCarthy, morto nel giugno del 2023, si è materializzata in due romanzi stilisticamente molto diversi.
Il primo – Il passeggero – si muove in apparenza sotto la forma del giallo. Le morti da svelare, però, mettono a nudo in realtà le lacerazioni esistenziali del protagonista, Bobby Western, che prova a mettere in salvo la propria vita da chi lo insegue, ma non può evitare di confrontarsi con gli spettri del padre – che ha lavorato alla ideazione della bomba atomica – e della sorella Alice.
Ed è proprio Alice la protagonista di Stella Maris, che è il nome della clinica per malattie mentali in cui ha scelto di tornare. Il romanzo è costruito esclusivamente sul dialogo fra la ragazza e il suo psichiatra. Oltre a essere bellissima, Alice è una delle più grandi violiniste del mondo ma soprattutto un genio della matematica, grazie a cui si è spinta oltre le colonne d’Ercole della realtà. La grandezza dello scrittore è quella di condurre il botta e risposta sincopato fra due persone di alto profilo intellettuale in maniera in apparenza spontanea, riuscendo a portare in superficie temi come l’amore, la morte, il dolore, o l’eternità. Pur aggiungendo poco all’antica trama, Stella Maris proietta una nuova luce sul romanzo che lo precede e Il Passeggero ora sembra farsi capire meglio, spogliato della necessità narrativa di un finale netto. D’altronde, anche la vita di ciascuno raramente può ostentarlo, perché – come scrive McCarthy – questo siamo noi: “Dieci per cento biologia e novanta per cento mormorio notturno”.
Daniele Troilo, Libreria Spazio Sette
Lo stendardo di Lernet-Holenia è il libro più bello che ho letto nell’ultimo anno. È ambientato nell’ultima settima della Prima Guerra Mondiale, quando un damerino aristocratico austro-ungarico è richiamato alle armi in un reggimento di cavalleria e trova il tempo di innamorarsi due volte. La prima di una donna, la seconda è ben più strana perché si innamora dello stendardo del suo regimento, tanto da diventarne ossessionato. In tre parole: dolce, folle e glorioso.
Davide Tecce, Libreria Spazio Sette
Riddance di Shelley Jackson è una vertigine. L’autrice è un’americana di origine filippina e per me questo è il più bel libro del decennio. Frutto di dodici anni di ricerche e sperimentazioni, Shelley Jackson ci porta su un terreno nuovo, quello dell’aldilà.
Parte dal presupposto dell’esistenza di un istituto per balbuzienti nell’America del primo Novecento, dove la balbuzie viene allenata perché considerata un canale privilegiato di comunicazione dei morti. Pieno di documenti e foto d’epoca, è una sfida alle convenzioni e alle convinzioni.
Piero Piperno, Libreria Spazio Sette
Per me il più bello è Le guerre di Lucas. Perché? Perché mi ha fatto piangere. Ovviamente io sono un appassionato di Guerre stellari, ma questo è un fumetto meraviglioso perché con la scusa di raccontare le difficoltà che ha avuto Lucas per farsi produrre Guerre stellari nel 1976, racconta tutto il cinema americano degli anni Settanta. Scritto molto bene da Laurent Hopman e ben disegnato da Renaud Roche.
Tiziana Zita, direttore Cronache Letterarie
Odio Bel-ami. È tronfio e ignorante, tanto incapace quanto avido e astuto. Non sa fare niente ma vuole accaparrarsi tutto manipolando e ingannando, in particolare le donne. Assistiamo al suo successo, dovuto alla moglie Madaleine che invece è così in gamba e brillante; è lei che gli scrive gli articoli, è lei che ha tutte le relazioni sociali. Odio Bel-ami, è proprio il tipo di persona con cui abbiamo a che fare oggi, ma il romanzo di Maupassant l’ho amato molto (leggi anche qui). Dopo il duello, lui va al capezzale dell’amico Forestier che sta morendo perché la moglie lo chiama lì in quella villa davanti al mare… è un pezzo bellissimo.
Ho letto Scrittura cuneiforme con la convinzione che non mi sarebbe piaciuto come La casa della moschea perché pensavo fosse impossibile uguagliarlo, finché mi sono arresa e ne sono stata conquistata, un po’ come gli scalatori che salgono sul Monte Zafferano vengono conquistati dal padre di Esmail, Aga Akbar. Il padre, riparatore di tappeti sordomuto, è davvero straordinario, così come è toccante il rapporto viscerale tra lui e il figlio. Questo romanzo mi ha fatto venire in mente quando, a diciotto anni, ho letto Cent’anni di solitudine. C’era una tale ricchezza là dentro. Una storia, tante storie e tanti caratteri affascinanti. Kader Abdolah sa infondere nella sua scrittura una grande bellezza, malgrado la durezza e il dolore dei fatti narrati. Alla fine ti affezioni ai personaggi, al padre in particolare e sono molto preoccupata per la sorte di Campanellina.