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Investigatori celebri – Quando la Merkel indaga (accompagnata dal cane Putin)

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Investigatori celebri – Quando la Merkel indaga (accompagnata dal cane Putin)

“E le stelle brillavano come brillerebbero a Berlino se circolassero solo auto elettriche e l’industria pesante accettasse standard di Co2 che neppure Greta Thunberg potrebbe sognare”.

Miss Merkel indaga

Così David Safier presenta la sonnolenta Freudenstadt negli scanzonati gialli-rosa Miss Merkel e l’omicidio nel castello (2021) e Miss Merkel e l’omicidio al cimitero (2022): nel paesello, dice lui, Angela Merkel si è ritirata dopo il pensionamento per cercare piaceri bucolici e sfornare torte di mele peggio di Nonna Papera. L’accompagnano il marito Achim (“in realtà si chiamava Joachim, ma all’università aveva scoperto che Achim faceva più fico”), la guardia del corpo Mike, omaccione palestrato ma dal cuore tenero, e il carlino Putin (ogni riferimento…?).Tutti insieme, però, scoprono ben presto che il borgo non è poi così poetico, anzi è zeppo di tipacci, e si ritrovano coinvolti in indagini improbabili ed esilaranti, energicamente risolte da Angela con lo stesso piglio battagliero di quando era al Governo.

Safier è un autore di successo, la sua fiction Lolle (visibile su Netflix con il titolo originale Berlin, Berlin) è stata premiata con l’Emmy Award, e queste avventure di Angela Merkel, tra suicidi che in realtà sono omicidi, passaggi segreti e giardinieri assassinati, intrigano per il taglio ironico e leggero. La trama non è che un pretesto, le luci della ribalta sono tutte per Angela e il punto di forza dell’intreccio sta negli aneddoti della sua carriera di cancelliera, sparsi qua e là ad ogni pagina.

“La massima prova di resistenza l’aveva data restando sveglia accanto al presidente cinese, in barba al jet lag, per tutte le sette ore di durata di un’opera lirica”.

Ciccina, come la chiama il marito, si atteggia alla strepitosa Miss Marple di Agatha Christie, è entusiasta della sua nuova attività (“Stavano per arrestare un’assassina. Era tutta un’altra cosa rispetto a leggere le dichiarazioni finali di un vertice”) e gioisce per il suo inaspettato talento (“Guarda un po’ che idee ti possono venire in mente quando non passi le giornate a occuparti di politica”).

Mentre inquisisce e interroga, ella confronta tra sé e sé il passato e il presente.

“Le dimissioni di Mike colpirono Angela più di quelle presentate nel tempo dai suoi ministri. A essere sincera nella maggioranza dei casi era stata ben felice di non doverli più vedere”.

È sempre attenta a diffidare degli adulatori.

“Helmut Kohl, al loro primo incontro, le aveva fatto i complimenti per la pettinatura, ma non le aveva dato il tempo di sorridere grata che già le aveva affibbiato il problema della gestione delle scorie nucleari”.

E coltiva un rapporto molto tenero con il consorte un po’ ingenuo.

“All’addetto alla sicurezza si era presentato come il marito di Angela Merkel e quello irremovibile aveva risposto: Sì, certo, e io sono il suo amante”.

È anche generosa, Ciccina. E, dipanate le intricate matasse, cede il merito al malinconico commissario Hannemann che le esprime tutta la sua riconoscenza:

“Sarà il più grande successo della mia carriera – Sono felice per lei – Potrebbe esserci addirittura una promozione in vista – È ben possibile – E magari anche la mia ex moglie torna da me – Direi di non esagerare con le aspettative”.

Altri detective celebri e imprevisti

In questo genere di narrativa la Merkel è in buona compagnia perché i detective celebri e imprevisti spuntano dalle epoche più disparate: uno se li immagina in tutt’altre faccende affaccendati, e invece eccoli lì a ficcanasare tra misteri e cospirazioni.

La regina Elisabetta

Per esempio, nei romanzi di S.J. Bennett, la regina Elisabetta II investiga serafica, con un aristocratico aggrottare di sopracciglia.

Aplomb, pedigree, noblesse oblige sono il sale nei tre titoli della serie: Il nodo Windsor (2020, chi ha ucciso il pianista russo che suonava Rachmaninov con tanta maestria?), Un problema da tre cani (2021, cielo! è stata ammazzata una governante a Buckingham Palace), e Un omicidio molto reale (2022, ci mancava una macabra mano mozzata, la sera di Natale, e pure con l’anello dei nobili St Cyr).

Le atmosfere fanno il verso a The Crown con una spruzzata di Sherlock Holmes, lei è sempre amabile e vivace (“Vostra Maestà, mi concede un ballo? A onor del vero non aveva esitato a concederglielo. Poi ricordava solo di aver ballato il foxtrot sfrecciando sul pavimento senza preoccuparsi della sciatica”), e i comprimari sono ben tratteggiati: dalla fedele assistente Rozie Oshodi all’inappuntabile segretario privato Sir Simon Holcroft, mentre Filippo di Edimburgo spara le sue battute mordaci.

Artusi, Aristotele e Dante

L’elenco può continuare a lungo. Marco Malvaldi ricorre al famoso gastronomo Pellegrino Artusi, investigatore sorprendente nei gialli-culinari Odore di chiuso (2011) e Il borghese Pellegrino (2020).

La canadese Margaret Doody spolvera il filosofo Aristotele e la sua logica ferrea nell’Atene del 300 a.C. (Aristotele detective, 1978). E Giulio Leoni, ne I delitti del mosaico (2004), si avvale del fiuto di Dante Alighieri: nominato priore nella Firenze del XIV secolo e impigliato tra l’assassinio dell’artista Ambrogio e le lusinghe della ballerina Antilia.

Oscar Wilde

Oscar Wilde sbroglia poi delitti e nefandezze nella nebbiosa Londra vittoriana ed è protagonista di sette romanzi a firma Gyles Brandreth. Il geniale poeta-commediografo-dandy vi appare affascinante, elegantissimo e beffardo, sempre con un aforisma pronto (“Un po’ di sincerità è pericolosa, molta è assolutamente letale”). Il primo libro è Oscar Wilde e i delitti a lume di candela (2007), e, tra gli altri, spicca Oscar Wilde e il gioco della morte (2008): egli intrattiene al club i suoi amici Arthur Conan Doyle e Bram Stoker con un gioco ambiguo (chi vorreste uccidere fra i presenti?) ma non ha calcolato che gli intervenuti cominciano a morire davvero, e dovrà stare molto attento perché il prossimo nome sulla lista è il suo…

La fusion giallo-storia

Forse, in tutte queste eccentriche fusion storia-giallo, c’è il bisogno di smitizzare i mostri sacri – quell’Aristotele sempre a filosofeggiare, e Dante sempre a verseggiare, incaponiti nel massacro di future generazioni studentesche… invischiamoli invece in situazioni inconsuete, scabrose, dove, che gusto, si trovino in difficoltà e annaspino anche loro per capirci qualcosa. Che esercizio liberatorio! E ce li rende subito più simpatici, più umani.

Poi la ricostruzione storica aggiunge pepe perché ci fa sbirciare usanze, abiti, arredi del passato, magari tra i saporiti stracotti, stufati e spumoni del grande Artusi. Ed è così piacevole spiare nel salottino di Queen Elizabeth: che marca di tè sta sorseggiando? quali programmi della BBC sta seguendo? conversa davvero con la ‘dama di compagnia’? ed esiste sul serio il mitico maggiordomo inglese che spunta dal nulla e scandisce con alterigia “Il pranzo è servito, Your Majesty”?

Senz’altro c’è il desiderio di alleggerire il clima cupo del noir tradizionale. E nel caso della Merkel c’è soprattutto l’intento di non prendere troppo sul serio la politica e i suoi protagonisti. Persone come tutti? Ma certo – prova ne siano i battibecchi domestici Angela-Achim. E dunque sorridiamone un po’. Un sorriso non guasta mai. Neanche nei gialli.

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