Arriva a Roma il colosso di Costantino il Grande. Vita e leggenda di uno dei più celebri (e crudeli) imperatori romani
In mostra la gigantesca statua di Costantino: realizzata dalla Fondazione Factum, è alta 12 metri e rappresenta l'imperatore come un dio
Si racconta che nel momento cruciale della battaglia per la conquista del potere nell'Impero romano si presentò a Costantino un'immagine stupefacente: una grande croce di luce su cui si leggevano le parole In hoc signo vinces, con questo simbolo vincerai: poco dopo Costantino sconfisse il rivale Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio, alle porte di Roma: era il 28 ottobre 312. La storia è raccontata dallo storico Eusebio, e riassume in poche parole l'aura di mistero, grandiosità e potenza attorno a quello che fu uno degli imperatori più celebri della storia antica.
La statua dell'imperatore da Milano a Roma
Costantino I detto Il Grande, nato in una cittadina dell'attuale Serbia nel 274, morto a Nicomedia nell'odierna Turchia a 63 anni, imperatore romano tra 306 e 337, ha cambiato profondamente le sorti dell'Europa e del Vicino Oriente, ha dato un grandissimo impulso alla diffusione del cristianesimo e segnato con decisione lo sviluppo della cultura e della società moderne. Alla sua straordinaria, controversa figura, capace di ammantarsi di spiritualità e senso cristiano come di agire con violenza e crudeltà contro i nemici è dedicato un evento eccezionale in programma dal 6 febbraio a Roma: i giardini di Villa Caffarelli dei Musei Capitolini ospiteranno la riproduzione a grandezza naturale della gigantesca statua che raffigurava l'imperatore. Martedì alle 12 l'assessore alla Cultura di Roma Capitale Miguel Gotor insieme a Claudio Parisi Presicce, sovrintendente ai Beni Culturali, Salvatore Settis, componente del Comitato di indirizzo di Fondazione Prada e l'artista britannico Adam Lowe della fondazione per la tecnologia digitale Factum presenteranno la ricostruzione realizzata a partire dai frammenti della statua giunti fino a noi grazie alla tecnica della fotogrammetria.
Uno dei colossi dell'antichità
Alta quasi 12 metri, la statua di Costantino è una delle statue monumentali dell'antichità insieme alla rappresentazione di Zeus a Olimpia, al Colosso del porto di Rodi e a quello di Nerone, entrambi alti più di 30 metri e andati perduti, a quello di Ramesses ad Abu Simbel alto circa 20 metri. La scultura, con l'imperatore seduto avvolto in un mantello e con lo scettro nella mano destra, era realizzata su un'anima di legno e mattoni con marmo e bronzo per le parti esterne; andò distrutta nei decenni successivi e i suoi frammenti vennero ritrovati e studiati nel 1486. Oggi la testa, la mano e il gomito destri, la caviglia sinistra, le ginocchia e i piedi sono esposti nel cortile di Palazzo dei Conservatori, ai Musei Capitolini. L'idea di ricostruire la statua a grandezza naturale è della Factum Foundation con il contributo di Fondazione Prada e Musei Capitolini: dopo una prima esposizione negli spazi della Fondazione Prada nel 2022 per nella mostra Recycling Beauty a cura di Salvatore Settis, Anna Anguissola e Denise La Monica oggi il colosso arriverà a Roma.
Potere e vendetta, l'imperatore come un dio
Con questa statua, datata al 320 circa e fatta sistemare nell'abside della basilica di Massenzio (poi dedicata a Costantino), nella parte orientale del Foro Romano lungo la via Sacra, Costantino rappresentava il suo potere con la posa e le fattezze di Giove Ottimo Massimo, la divinità più importante di Roma. Non c'è da stupirsi che si vedesse così: giunto al potere dopo una tenace battaglia con i suoi avversari, uccisi i suoi parenti più prossimi compresi il figlio Crispo e la moglie Fausta, il nuovo imperatore di Roma diede inizio a una grande opera di riforma: ridisegnò l'amministrazione dell'impero dividendolo in prefetture, creò una complessa articolazione dell'apparato politico, giuridico e militare, avviò riforme monetarie e fiscali, diede impulso alle campagne militari, costruì una nuova capitale imperiale sopra l'antica Bisanzio che chiamò Costantinopoli, l'odierna Istambul in Turchia. Un politico lungimirante e riformatore, la cui fama andava di pari passo con la crudeltà verso gli avversari: secondo lo storico Eutropio aveva fatto sbranare dalle belve i sovrani franchi e alemanni davanti al pubblico.
Il sogno, il battesimo, la conversione in punto di morte
Ma Costantino il grande è noto soprattutto per la sua politica religiosa: nel 313, poco dopo la vittoria su Massenzio, firmò il cosiddetto editto di Milano insieme all'imperatore Licinio. Il documento vietava le persecuzioni contro i cristiani volute e messe in atto pochi anni prima da Diocleziano e disponeva libertà di culto. La leggenda vuole che Costantino stesso, già vicino alla religione cristiana dopo la visione di Ponte Milvio, si fece battezzare in punto di morte entrando dunque ufficialmente nella comunità cristiana. Non tutti gli storici concordano su questo episodio, e persino la Chiesa cattolica non lo ha inserito nel Martirologio dei santi. In Italia il culto per san Costantino è autorizzato in alcuni momenti particolari: il 7 luglio nei paesi di Sedilo e Pozzomaggiore, in Sardegna, si corre l'Ardia, una spettacolare corsa equestre che ricorda la vittoria del 312 su Massenzio.