Dal terremoto alla bellezza, L'Aquila rinasce: la nuova sfida di Giovanna Melandri
Il Museo Maxxi di Roma inaugura la sede aquilana nel settecentesco Palazzo Ardinghelli restaurato. La presidente: “un centro propulsore di cultura, non una vetrina”. Proposto un concorso per sanare la ferita della chiesa di Santa Maria Paganica
Nella città del terremoto del 6 aprile 2009, dove morirono oltre 300 persone, dove le case, i palazzi e le chiese vennero frantumati, il Museo Maxxi di Roma ha raddoppiato e sposa l'antico insediandosi in un edificio barocco. Oltre alla costruzione di Roma progettata da Zaha Hadid e inaugurata il 28 maggio 2010, la presidente Giovanna Melandri ha brindato a una nuova apertura, stavolta il 28 maggio 2021: ha inaugurato il museo nazionale delle arti del XXI secolo Maxxi L’Aquila. Non è un’appendice, come ha rimarcato nella presentazione stampa, quanto una sede che fa capo alla direzione stessa dell’istituto e che punta tutte le sue carte sulla contemporaneità nelle arti visive, fotografia e architettura comprese e includendo confronti con le scienze, la cultura letteraria, lo spettacolo.
Palazzo Ardinghelli, il ‘700 recuperato
Stavolta il Maxxi prende possesso del settecentesco Palazzo Ardinghelli, fatto di un’architettura barocca morbida e contenuta, nient’affatto sfrenata, fatta di linee curve, di camini a stucco, di una cromia beige e di stanze con tanta luce. Il palazzo, semi-distrutto dal terremoto del 2009, è stato restaurato a puntino dalla soprintendenza speciale dell’Aquila e il cratere, dal Segretariato regionale dei beni culturali e pertanto dal Ministero ex dei beni culturali e ora della Cultura diretto da Dario Franceschini. Il quale Franceschini, ha riconosciuto Giovanna Melandri, è il “padre” dell’iniziativa perché fu lui a chiamarla e dirle che portare la ricerca del nuovo millennio all’Aquila avrebbe contribuito alla rinascita della città. Del politico dunque “l’intuizione”, come la definisce la presidente della Fondazione Maxxi.
Le opere esposte
Il Maxxi L’Aquila debutta con la mostra “Punto di equilibrio. Pensiero spazio luce da Toyo Ito a Ettore Spalletti”, curata dal direttore d’arte del Maxxi Bartolomeo Pietromarchi e dal direttore di architettura della Fondazione Margherita Guccione. La rassegna propone opere della collezione nazionale con autori come Maurizio Cattelan, Michelangelo Pistoletto, Maria Lai, Liliana Moro con un fischio che accoglie chi entra nel cortile insieme a opere commissionate appositamente a otto artisti tra i quali figura il compianto Ettore Spalletti. Gli otto sono formati da un quintetto formato da Elisabetta Benassi, Daniela De Lorenzo, Alberto Garutti, Nunzio, più Spalletti, dai fotografi Stefano Cerio e Paolo Pellegrin, dalla russa Anastasia Potemkina scelta dai russi in un intervento con la V--C Foundation di Mosca perché la Federazione Russa ha pagato con oltre sette milioni di euro il restauro. Pellegrin, De Lorenzo, Benassi e Spalletti risultano i più convincenti, altri meno. Complessivamente l’esito è positivo.
Melandri: qui la cultura si crea, non fa vetrina
L’impostazione dichiarata da Giovanna Melandri e da tutto lo staff della Fondazione è chiaro: rendere il Maxxi L’Aquila un luogo dove la cultura si crea, non soltanto si dispiega come proposta dall’alto da Roma, e si allacci alla città all’Abruzzo. Un centro propulsore di cultura, “non un vetrina”, ha rimarcato la presidente. Affinché questo accada la Fondazione ha allacciato rapporti accordi con gli altri istituti culturali che vanno dall’università dell’Aquila all’accademia di belle arti al Munda – Museo nazionale d’Abruzzo, dal Gran Sasso Science Institute all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – Laboratorio del Gran Sasso dacché da queste parti la ricerca scientifica a livello internazionale primeggia e il museo romano affronta spesso e volentieri temi e dibattiti di scienza.
Sul fronte politico, determinante altrimenti simili progetti non nascono, Giovanna Melandri ha detto e ridetto che se questo battesimo si è celebrato è perché governi, amministrazioni regionali e comunali di qualunque orientamento hanno tutti mantenuto gli impegni e si sono adoprati per la nascita del Maxxi L’Aquila. Adesso che la macchina culturale si è mossa se il Maxxi gioca bene le sue carte può dare una scossa notevole al tessuto culturale della città, dell’Abruzzo e del centro Italia.
Un concorso per sanare la ferita di Santa Maria Paganica
La ricostruzione in corso nella città ha visto completare restauri di primo piano (le chiese di Collemaggio, delle “Anime sante”, di San Bernardino su tutte). Parimenti, per molti edifici i lavori sono in corso e più edifici aspettano. Il discorso vale proprio per la chiesa dirimpetto al Maxxi L’Aquila, Santa Maria Paganica, distrutta, priva di tetto e dotata di una copertura. Guardare dalle finestre frontali di Palazzo Ardinghelli significa guardare pietre e impalcature che chiedono soccorso. In realtà il Segretariato regionale nel 2020 ha firmato uno stanziamento da cinque milioni per progettare primi interventi e primi interventi, tuttavia la strada è lunga. Di qui il sindaco Pierluigi Biondi ha proposto nella pubblica piazza, in conferenza stampa, un concorso internazionale per dieci studi di architettura per Santa Maria Paganica. E Franceschini ha accolto con favore la proposta registrando che se la chiesa è in queste condizioni “qualcosa non funziona”.