Lady Oscar, 45 anni di lotte, sacrifici e coraggio. Milano la celebra con una grande mostra
Lo storico Anime giapponese è diventato parte integrante della memoria collettiva. Il valore di Oscar e la sua abnegazione fanno di lei un’eroina senza precedenti
Chissà se Riyoko Ikeda, soprano e fumettista giapponese, immaginava che la sua creatura “Le rose di Versailles”, sarebbe diventato tra i più amati dell’emisfero occidentale e non solo. Arrivato in Italia con il nome di Lady Oscar l’anime ambientato durante la Rivoluzione francese ha conquistato immediatamente il cuore dei fan per ben tre generazioni. E come raccontare questo amore profondo se non con un’esposizione che si farà ricordare?
Una mostra bizzarra
Il 26 maggio lo WOW Spazio Fumetto a Milano aprirà le porte al pubblico per celebrare i 45 anni di Lady Oscar con una mostra ricca di memorabilia, gadget, album di figurine, bambole e riproduzioni, gli acetati con i disegni originali, rarità generosamente prestate da collezionisti privati, quadri, abiti e molto altro ancora. Ci saranno anche ospiti d’eccezione come Clara Serina, la voce dei Cavalieri del re che interpretarono la sigla dell’anime e che tutti almeno una volta abbiamo cantato. Con lei anche il fan club italiano del manga e i cosplayer Lady Kurimi e Ale Rega che hanno interpretato i personaggi principali della storia. Ad arricchire l’evento ci sarà anche il supporto della Yamato Video e a colorare gli spazi con un pizzico di teatralità figuranti in abiti d’epoca che racconteranno la moda ai tempi di di Maria Antonietta.
E la moda è proprio uno degli aspetti più curati dell’anime che ovviamente unisce il vero storico alla finzione romanzata del fumetto, diventando così iconico da ispirare, ad esempio, lo stile delle Gothic Lolita giapponesi, fatto di una profusione di spille, perle, pizzi e grandi abiti coperti di trine.
Ma perché tutto questo amore?
È presto detto: nell’immaginario collettivo Oscar François de Jarjayes è diventata simbolo di sacrificio integerrimo e di forza d’animo senza eguali. La sua vita parte in salita come la sigla ci ricorda: “Tuo padre voleva un maschietto ma ahimè sei nata tu”. Una figlia non voluta, ritenuta inadeguata a ricoprire la carriera di comandante delle guardie reali in quanto donna. Oscar non ci sta e decide di nascondere la sua identità per interpretare un ruolo destinato agli uomini, vivendo quindi con difficoltà anche l’innamoramento per Andrè Grandier, al quale non può rivelare la sua vera natura. Il valore di Oscar e la sua abnegazione fanno di lei un’eroina senza precedenti. L’androginia e l’ambiguità del suo travestimento non sono mai trattati in modo negativo ma anzi sottolineano un grande senso del dovere.
E non tutti sanno che anche l’Italia ha avuto la sua Lady Oscar: Francesca Scanagatta, che è ben raccontata in questa mostra. La giovane milanese frequentò l’Accademia militare e si arruolò nell’esercito austriaco fingendosi un uomo, presentandosi sempre in abiti maschili e facendosi chiamare Franz.
In un mondo reale dove ancora oggi le donne faticano a emergere in tante professioni queste donne d’altri tempi, anche quelle di fantasia che infondono coraggio, diventano pioniere e simboli di rivalsa e di rivendicazione.