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"Finalmente posso vivere come un uomo". Ecco la Domus Aurea, l'incredibile grandiosa residenza di Nerone

Abbiamo visitato il monumento, che da pochi giorni ha aperto il nuovo settore occidentale con sale e decorazioni mai mostrate prima

Francesca Mulasdi Francesca Mulas   

La città di Roma non smette di rivelare al mondo i suoi tesori: da pochi giorni, dopo un lungo e complesso lavoro di consolidamento e restauro, è visitabile il settore occidentale della Domus Aurea, la grandiosa residenza che l'imperatore Nerone fece costruire subito dopo l'incendio della città avvenuto nel 64.d.C.

Dal 13 dicembre è accessibile un nuovo ingresso che, attraverso lo sfanzoso portico, ci conduce verso ambienti mai aperti al pubblico che si aggiungono alle spettacolari sale già note e ammirate da milioni di visitatori da tutto il mondo: il Criptoportico, la Sala Ottagonale, il Cortile Pentagonale.

Nerone, imperatore controverso

Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico è una delle figure più controverse e leggendarie della Roma imperiale: nato ad Anzio, nella costa laziale a sud di Roma, nel 37 dopo Cristo, ottenne il potere nel 54, a soli 17 anni, grazie anche agli intrighi di sua madre Agrippina; morì suicida nel 68 dopo essere stato deposto dal Senato. La storia per secoli ci ha tramandato un'immagine nera dell'imperatore: dispotico, crudele, malvagio fino alla follia, la sua aura nefasta aleggiò sulla Capitale per secoli tanto che il papa Pasquale II nei primi del XII secolo fece distruggere la sua tomba e ne sparse i resti nel Tevere. La storiografia recente ha invece rivisto, in parte, questo giudizio, tracciando il profilo di un uomo colto, curioso e amato dal suo popolo, osteggiato dalla classe conservatrice (e dagli storici che ne difendevano gli interessi) proprio per le grandi riforme economiche e sociali a cui diede impulso.

Un ritratto che emerge molto bene dal podcast “Dov'è Nerone”, serie originale di recente prodotta e pubblicata dal Parco Archeologico del Colosseo (ne abbiamo parlato qui) che oltre all'Anfiteatro Flavio gestisce il Foro Romano, il Palatino e la Domus Aurea.

"Finalmente posso cominciare a vivere come un essere umano"

E proprio la Domus Aurea è uno dei progetti più ambiziosi e sfarzosi voluto da Nerone come sua residenza e soprattutto come simbolo di potere: progettata su un'area di circa ottanta ettari che comprendeva ben tre colli, il Palatino, l'Esquilino e il Celio, era stata immaginata dagli architetti Severus e Celer come una articolata serie di ambienti collegati da corridoi e portici illuminati da cortili e giardini e impreziosita da mosaici, sculture e marmi policromi e le decorazioni del pittore Fabullus. Grazie al nuovo accesso aperto sul viale della Domus Aurea, nel parco del Colle Oppio, la Domus è oggi visitabile nel suo settore occidentale, lo stesso che per secoli è rimasto occultato dalla terra di riempimento accumulata dopo la distruzione della residenza neroniana e coperto dalle Terme che l'imperatore Traiano, che regnò tra il 98 e il 117, fece costruire.

Il settore occidentale appena riaperto al pubblico

Il nuovo percorso di visita (accessibile venerdì, sabato e domenica tra le 9.15 e le 17.15) ci mostra dunque un nuovo settore, quello sul Colle Oppio, con ambienti mai mostrati al pubblico: la sala della Volta Gialla e la sala delle Civette (dal nome delle decorazioni messe in evidenza dai restauratori) sono grandi spazi forse usati come ambienti per banchetti o di rappresentanza; i pavimenti sono andati perduti, ma gli archeologi hanno recuperato frammenti di marmi di colori diversi e hanno ipotizzato grandi lastre sistemate in modo da creare decorazioni geometriche con rombi, cornici e scacchiere.

Fiori, animali e scene mitologiche, ecco com'erano decorate le sale

Le pareti, impreziosite con uno zoccolo anch'esso di marmo, erano decorate con affreschi di colori e fantasie varie per ogni sala. La Domus Aurea ci restituisce, nelle parti messe in evidenza dai restauratori, un'incredibile repertorio di decorazioni: fiori, animali, cornici, oggetti, festoni, tendaggi e scene mitologiche richiamano la passione di Nerone per la mitologia, l'arte e la storia antica, appresa dal suo maestro filosofo Seneca. Se oggi possiamo ricostruire anche le parti decorative che il tempo ha cancellato è anche grazie agli artisti rinascimentali incuriositi dagli strani affreschi che si vedevano in quelle strane grotte sotterranee, accessibili dalle rovine delle soprastanti Terme di Traiano: Pinturicchio, Ghirlandaio, Raffaello e Giulio Romano, appassionati di antichità, avevano riprodotto e spesso riportato nei loro dipinti le cosiddette “grottesche”, i motivi decorativi allora ancora visibili.

Il nuovo percorso di visita attraverso la Domus Aurea è arricchito dall'esposizione della "Ninfa con pantera", straordinario esempio di scultura romana imperiale qui in mostra grazie a un accordo con le Gallerie degli Uffizi, e a una sala immersiva: i visori in 3D ci fanno vedere come erano le sale in antichità, affacciarci sul grande giardino, ammirare la straordinaria veduta di Roma dalle terrazze che Nerone volle per la sua residenza. Per un attimo possiamo immedesimarci nello stesso imperatore che, come ricorda lo storico Svetonio, entrando per la prima volta nelle sfarzose sale della Domus, disse "Finalmente posso cominciare a vivere come un essere umano".

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