Palestinese con in braccio il corpo della nipote morta: è “La Pietà di Gaza”. Storia di uno scatto che è già un'icona
Il bellissimo scatto è opera del fotoreporter palestinese della Reuters Mohammed Salem. Pur non mostrando i visi dei due soggetti ricorda moltissimo il capolavoro di Michelangelo per la sua plastica drammaticità. Riassume bene l’orrore di Gaza, il dolore inimmaginabile che molti innocenti stanno provando

E' bellissima. E’ una di quelle immagini destinate a divenire iconiche. A restare a lungo nella memoria collettiva. L'hanno già ribattezzata la Pietà di Gaza. E' la foto di una donna palestinese, accovacciata per terra, mentre stringe a sé il corpo della nipotina morta, avvolta in un sudario bianco, vincitrice del prestigioso premio di fotografia dell'anno a cura del World Press Photo.
Opera del fotoreporter palestinese della Reuters Mohammed Salem, pur non mostrando i visi dei due soggetti ricorda moltissimo il capolavoro di Michelangelo per la sua plastica drammaticità. Un'immagine in due dimensioni che però, secondo molti osservatori, potrebbe diventare una statua, un monumento in grado di rappresentare questa tragica guerra.

Scattata il 17 ottobre 2023 all'ospedale di Nasser di Gaza, appena dieci giorni dopo l'inizio del conflitto, la foto ritrae Inas Abu Maamar, una donna di 36 anni, con una veste azzurra, che ricorda esplicitamente il colore associato a quella della Madonna, mentre abbraccia il corpo senza vita di Saly, sua nipote, di cinque anni, coperta da un lenzuolo bianco, simbolo di innocenza e purezza, uccisa insieme alla madre e ad una sorella da un missile israeliano piombato sulla loro casa di Khan Yunis. Salem ha incontrato la donna, accovacciata sul pavimento, abbracciata alla ragazzina, nell'obitorio dell'ospedale, in un momento in cui molti residenti erano andati là per cercare i loro parenti scomparsi, vittime delle bombe.
Il fotografo descrive lo scatto, fatto poco dopo il parto di sua moglie, come un momento "pieno di forza e di tristezza allo stesso tempo, che riassume il sentimento più ampio di quello che è successo nella Striscia di Gaza". La giuria ha voluto sottolineare la cura e il rispetto con cui il reporter ha ripreso l'immagine, che "offre uno sguardo, allo stesso tempo, metaforico e letterale su una perdita e un dolore inimmaginabile".