Costantino Nivola, da una famiglia umile del nuorese al pantheon dell'arte mondiale: "Ma resto un muratore"
Lui affermava che ad aiutarlo furono gli incontri e le coincidenze: "Appartengo all’ultima generazione di artisti illetterati". La storia favolosa del grande scultore e l'amore con Ruth Guggenheim

Raccontare Costantino Nivola è un piacere, perché la sua è una storia favolosa nel senso letterale della parola che proprio quest'anno ha trovato un'importante affermazione nella Biennale di Venezia, che ospita alcune sue opere. E' il 1911 quando nasce a Orani, un piccolo paese del nuorese in Sardegna, in una famiglia di umili origini. Ha nove tra fratelli e sorelle, e Costantino in casa è chiamato Titinu, lavorerà sin da bambino col padre imparando il mestiere di muratore. Ma già in famiglia da subito si accorgono che ha un talento, che ha qualcosa di speciale.
Quando compie 15 anni viene assunto come apprendista dal pittore Mario Delitala per i lavori di decorazione dell’Aula Magna dell'Università di Sassari ma da lì avrebbe raggiunto il nord Italia.
Il racconto della sua infanzia
Dal 1931, grazie a una borsa di studio, frequentò a Monza l'ISIA (Istituto Superiore di Industrie Artistiche), dove si diplomò come grafico pubblicitario nel 1936: "Nei paesi i ragazzi come me, che sapevano tenere un pennello in mano, con una selezione popolare fatta dai maestri delle elementari o dal medico del paese, venivano mandati a studiare in una scuola professionale. A 20 anni, grazie a un sussidio del Consiglio dell'Economia di Nuoro, lasciai la Sardegna per andare all’Istituto Superiore per le industrie artistiche nella Villa Reale di Monza. La scuola era definita graziosamente la “Bauhaus d’Italia”. Credo che nessuno conoscesse il programma del Bauhaus, forse immaginavano che fosse una scuola senza materie culturali e senza pretese. Nella realtà la scuola di Monza si avvicinava alla filosofia Montessoriana, ma per ragazzi un po’ ritardati per mancanza di scolarizzazione. Quasi tutti provenivamo da famiglia povere, con genitori che non erano mai andati a scuola, e in tanti non avevamo neppure la licenza elementare. Appartengo all’ultima generazione di artisti illetterati". Ma la cultura non si impara solo a scuola. Lui affermava che ad aiutarlo furono gli incontri e le coincidenze. Nel 1936 viene assunto alla Olivetti di Milano come disegnatore e dopo un anno solo ne diventa il direttore artistico.
La vita privata
Nivola non sposerà una donna qualunque ma l'intellettuale Ruth Guggenheim, giovane ebrea tedesca rifugiatasi in Italia per sfuggire ai nazisti, ma che poi dovrà scappare anche dal nostro Paese. Dopo essersi sposati poco prima delle leggi raziali nel 1939 scappano da Milano e si trasferiscono a Parigi, fino alla fuga più sicura a New York dove si salveranno la vita.
Il successo a New York
A New York l'ambiente culturale ricco di fermenti stimolanti gli permise di stringere amicizia con molti rappresentanti delle avanguardie artistiche del momento, come Le Corbusier e Saul Steinberg. Nel 1944 nacque il primo figlio Pietro. In questia anni Costantino trova lavora come art director per riviste di architettura ed entra in contatto con i più grandi artisti del tempo.
L'occasione della sua vita
Succede che nel 1953 Adriano Olivetti gli commissiona la progettazione del negozio della Fifth Avenue. Da quel momento diverrà uno dei più apprezzati scultori per l’architettura di quel periodo e per anni lo showroom è stato definito il negozio più bello della Quinta Strada di Manhattan. Il murale fu realizzato con la tecnica del sand casting, inventata da lui giocando sulla spiaggia con i figli.
La sua idea di arte
Per Nivola l’arte deve essere pubblica, ossia a disposizione di tutti, esposta alle intemperie e persino al vandalismo, come nel caso dei cavallini della Stephen Wise Recreation Area di New York. Non qualcosa di cui può godere solo chi è ricco nelle proprie case. Insomma l'arte come la vita.
Orani e Nivola
Grazie all’arte di Nivola gli abitanti di Orani iniziano ad innamorarsi dell'arte e ad abbellire le proprie case. Il grande artista rimase umile tutta la vita. Continuò sempre a presentarsi come "Costantino Nivola, scultore, muratore, manovale".