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L’arte a rovescio? Sublime. Dietro i dipinti scoperte shock, come nel caso della "Monaca inginocchiata"

Il Prado presenta ‘Reversos’, collezione che mostra il retro delle opere. La mostra, visitabile dal 7 novembre 2023 fino a marzo del 2024, racconta cosa si cela nel retro di tele che offrono ben più di una lettura.

Giacomo Pisanodi Giacomo Pisano   
L’arte a rovescio? Sublime. Dietro i dipinti scoperte shock, come nel caso della 'Monaca...

Cosa si nasconde dietro un’opera d’arte? Non ci riferiamo all’enigma del sorriso della Gioconda o ai tanti misteri che aleggiano sull’origine di quadri e statue conservati nei musei di tutto il mondo. Noi intendiamo proprio dietro le opere, letteralmente. È questa la geniale intuizione del museo del Prado di Madrid che propone al pubblico ‘Reversos’, una collezione esposta al contrario, che offre una retrovisione e rivela particolarità normalmente invisibili.

La mostra, visitabile dal 7 novembre 2023 fino a marzo del 2024, racconta cosa si cela nel retro di tele che offrono ben più di una lettura. Negli esterni dei passepartout, ad esempio, ma anche nelle cornici, a volte proprio dietro il dipinto, si fanno scoperte notevoli: dediche, timbri, etichette, bozzetti, appunti e a volte veri e propri quadri. Alcuni sono come il lato b di un 45 giri in vinile che contiene una hit di successo, e chissà quali sono poi gli avvenimenti che hanno portato all’affermarsi di un lato piuttosto che l’altro.

A volte gli artisti, per risparmiare sulle tele, utilizzavano entrambi i lati ma i corsi della storia hanno premiato la visione di solo uno dei lavori. E proprio la storia è il filo conduttore di questa mostra che ha rivelato particolari interessanti e inediti. Miguel Falomir, direttore del museo madrileno, ha sottolineato come questa visione altra dell’opera d’arte sia capace di raccontarci tantissimo dell’autore, del tempo in cui viveva e dell’opera stessa, grazie a ritagli di giornale, appunti e altre informazioni. Lo scorso anno i visitatori sono stati quasi tre milioni, sui social come Tik Tok e Instagram le pagine del museo contano altrettanti milioni di accessi. Non solo tesori d’arte quindi ma anche grande abilità di comunicazione dietro scelte come itinerari tematici, workshop e semplici post.

E certamente un pubblico così attento non potrà che apprezzare questo nuovo percorso espositivo, curato dall’artista Miguel Ángel Blanco, che si compone di centocinque pezzi. Tra questi ci sono grandi classici come Velasquez, Van Gogh, Rembrandt e Goya e contemporanei come Pistoletto e Fontana. Non solo tele ma anche lastre di metallo e pietra in un arco di tempo che spazia dal Rinascimento all’Ottocento.

Ma c’è un’opera che susciterà sicuramente l’interesse del pubblico e che certamente solleverà qualche polemica: ‘Monaca inginocchiata’ di Martin van Meytens, quadro dei primi del Settecento di proprietà dell’ambasciatore svedese a Parigi. Cosa c’è di strano in una monaca in preghiera nella sua cella convenutale? Vi basterà osservare il retro del quadro per scoprire che…è scoperta. La religiosa offre agli spettatori la visione del suo deretano nudo.

Se la storia ha mille sfaccettature e altrettanti volti, questa mostra offre la possibilità di non escluderne nessuno e di analizzare in modo più esaustivo la complessità dell’arte, la genesi delle opere, il loro collocamento nell’epoca e nei costumi della società a cui appartengono. Un’occasione unica per sbirciare, lecitamente, dal buco della serratura da una posizione privilegiata e anche un suggerimento per guardare alla realtà delle cose non in modo univoco ma più aperto e creativo.

Giacomo Pisanodi Giacomo Pisano   
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