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Il primo Metro Urban Museum d’Italia, cos’è, dove si trova e perché è importante

Un luogo insolito si propone come terreno di dialogo tra società e arte contemporanea. Non è certo uno spazio pubblico come siamo abituati ad intenderlo né il primo posto che ci verrebbe in mente di visitare. Eppure...

Giacomo Pisanodi Giacomo Pisano   
Il primo Metro Urban Museum d’Italia, cos’è, dove si trova e perché è importante

Un deposito di metro non è un luogo attraente, non è certo uno spazio pubblico come siamo abituati ad intenderlo né il primo posto che ci verrebbe in mente di visitare eppure, a Brescia, questa prospettiva si è completamente ribaltata per dimostrarci che ogni luogo può rivelarsi giusto per raccontare la contemporaneità.

Un progetto ambizioso

La città lavora per la realizzazione di un traguardo che è anche un primato nazionale: la creazione del primo Metro Urban Museum d’Italia. Di cosa si tratta? È un museo a cielo aperto, che sfrutta gli ambienti dello storico deposito proponendo un dialogo in equilibrio tra contemporaneo, patrimonio e spazio pubblico. Una galleria che è innovazione ma anche memoria collettiva di un luogo chiave per la città. Gli interventi di Luca Font e Demsky, artisti di fama internazionale chiamati in occasione dei festeggiamenti per il decimo compleanno della metropolitana nel 2023, hanno cominciato a concretizzare un’idea che unisce arte e movimento. Il loro lavoro ha interessato interi treni e ha dato vita a enormi tele in movimento, in grado di portare bellezza e stupore ovunque viaggino, aiutando a ridisegnare confini e colori della città e, naturalmente, a migliorare la percezione del bene pubblico. Una condivisione visuale che ricorda la necessità di essere più sostenibili, meno impattanti, e che, ispirandosi alla natura, bisognerebbe essere più simili al grande volatile che rappresenta Brescia dipinto da Font, viaggiare leggeri e liberi verso il futuro. Un futuro che non deve per forza essere gravoso, come ci suggerisce Demsky con la sua opera ispirata al mondo dei computer e dei videogiochi, in un tripudio di colori, mettendo in luce il lato tecnologico e innovativo della metropolitana.

La condivisione della bellezza negli spazi urbani è foriera di buone pratiche, migliora la convivenza, la qualità della vita e stimola il rispetto della città e il senso critico. In sintesi ci rende dei cittadini più consapevoli, protettivi e affezionati.

La novità

Dal 18 novembre 2024 si aggiunge a un nuovo tassello alla costruzione di questo museo che è sia statico che mobile. JOYS, figura di spicco della scena urban internazionale, ha portato a Brescia il progetto “YARDA”, che comprende sia un quadro viaggiante realizzato su un treno sia un murale monumentale su uno degli edifici principali del deposito. "Yard" nel lessico dei writer rappresenta il luogo di incontro e di creazione artistica. In questo caso si aggiunge un forte significato simbolico dovuto alla scelta del luogo così frequentato dalla collettività. Lo stile geometrico si sposa perfettamente con l’architettura e la predominanza del colore verde lo inserisce perfettamente nello spazio aperto circostante.

"Il progetto di Metro Brescia – dichiara Joys – mi ha ispirato sin dal principio. L'opportunità di realizzare un intervento pittorico su larga scala all'interno del deposito e, allo stesso tempo, creare un 'treno d'arte viaggiante' è per me una soddisfazione enorme. Questo treno, che porta il mio segno stilistico combinato con una tecnica grafica digitale moderna, viaggia insieme al pubblico, diventando un'opera in movimento, fruibile da tutti.”

Il lavoro di questi straordinari artisti, che hanno armonizzato il loro stili e si sono specializzati nella comunicazione urbana rende Brescia una città più ricca, con una piattaforma d’arte pubblica accessibile a tutti e con la precisa volontà di veicolare bellezza.

Giacomo Pisanodi Giacomo Pisano   
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